“Mi ha chiesto in fin di voce di aggiustargli la coperta di lana sulle gambe. "Le gambe non le sento più". Di piegare i quattro orli, tutti allo stesso modo, simmetrici. L'ho fatto senza chiedermi perché, era tempo perso con lui chiedersi perché. Solo dopo aver controllato che tutto fosse al suo posto, si è abbandonato con le mani intrecciate sul petto. "Adesso voglio dormire", le sue ultime parole rivolte a Luisa, la compagna insostituibile degli ultimi anni. E si è preparato a morire. Somigliando impeccabilmente ai comatosi che aveva tante volte spiato nelle foto di guerra di David Harali, nelle poesie di Gozzano, nei Cristi di Mantegna, nei racconti di Poe e nei manuali di psichiatria di Krafft-Ebing. La morte migliore possibile, vegliato dal brusio delle donne che lo amano e che lo hanno amato, la femminile disattenzione che da sempre scortava i suoi eroi morenti di scena.”

da L'ultimo spettacolo, Fondazione Immemoriale di Carmelo Bene

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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Origine: Citato in Franca Faldini, Goffredo Fofi, Totò, Tullio Pironti editore, 1987, p. 128. Il testo è la ristampa di Totò: l'uomo e la maschera, Feltrinelli, 1977.

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