“Il dolore da solo non uccide e io sono viva. Dunque devo vivere, perché finché ci sono ci sarà il ricordo di chi non è più con noi. […] Come potremmo vivere senza placare la memoria, che non vuol dire arrendersi, o dimenticare, ma lasciare che il caldo si raffreddi, che il bagnato si asciughi, che ogni cosa si trasformi e nasca un inizio da una fine. Che la fame si sazi per tornare a essere fame. Che il desiderio si estingua per rinascere. Che il sonno dia pace alla stanchezza per avere sonno di nuovo. Ogni minuto della vita gira attorno a qualcosa che non c'è più perché qualcos'altro possa accadere. […] C'è bisogno di essere felici per tenere testa a questo dolore inconcepibile. C'è bisogno di paura per avere coraggio. È l'assenza la vera misura della presenza. Il calibro del suo valore e del suo potere.”
Origine: Mi sa che fuori è primavera, p. 14
Argomenti
sonno , fame , dolore , vivero , avere , calibro , bisogno , bagnato , stanchezza , caldo , assenza , vivaio , essere , minuto , presenza , tenero , memoria , misura , coraggio , inizio , valor , pace , desiderio , valore , paura , ricordo , nuovo , fine , potere , cosa , vita , dire , testa , tornareConcita De Gregorio 32
giornalista e scrittrice italiana 1963Citazioni simili

Origine: Mi sa che fuori è primavera, p. 87

“Magari potessi placare la fame, stropicciandomi il ventre.”

“Vivere vuol dire rifiutare. Chi accetta ogni cosa non è più vivo dell’orifizio di un lavandino.”
Métaphysique des tubes
Variante: Vivere vuol dire rifiutare. Chi accetta ogni cosa non è più vivo dell'orifizio di un lavandino.

“Potremmo farlo, sai? Lasciare il Distretto. Scappare. Vivere nei boschi. Tu e io potremmo farcela.”
Gale
Hunger Games