“Una linea quasi continua, una tradizione ininterrotta sembrava collegare i contadini del 1848 a quelli che un secolo dopo invadevano le terre incolte, i demani comunali, rivendicando con ben altra forza la riforma agraria. La questione della terra, il rapporto tra contadini e proprietari, l'azione delle forze politiche e dei ceti intellettuali, tutto era rimesso in discussione in una prospettiva nuova, che sottolineava, coma mai prima di allora si era fatto, il peso che la pressione contadina aveva avuto nel Regno di Napoli. Alcune conclusioni sul piano storiografico furono tratte poi in una più ampia valutazione d'insieme e con quel maggior distacco che quando Cassese scriveva non era forse ancora possibile. Ma spetta a Cassese il merito di aver aperto una strada, di aver indicato una serie di fondi, di aver sollevato con forza alcuni problemi di fondo.”

da Leopoldo Cassese storico dei contadini del Mezzogiorno, in AA. VV. Scritti in onore di Leopoldo Cassese, II volume, Napoli, Libreria Scientifica editrice, 1971

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 10 Agosto 2020. Storia

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“[In riferimento al disegno di legge sui DICO] E dire che noi abbiamo sudato lacrime e sangue per fare la riforma agraria e per dare la terra ai contadini. Invece, oggi vogliono dare il contadino al contadino.”

Giulio Andreotti (1919–2013) politico, scrittore e giornalista italiano

Origine: Dall'intervista di Claudia Terracina, «Mia madre diceva: guardati dai gay» http://web.archive.org/web/20160304193338/http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/070301/dlx0j.tif, Il Messaggero, 1º marzo 2007, p. 2.

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“Con le armi in pugno, i contadini circondarono le stazioni di polizia e le caserme, ricorrendo alla violenza rivoluzionaria, perché le classi dirigenti si erano rifiutate di risolvere il problema dei terreni che, in collusione con i proprietari terrieri, avevano usurpato ai poveri contadini. La classe dirigente consisteva di fautori del feudalesimo, proprietari terrieri e capitalisti. Come potevano soddisfare le richieste dei contadini? Non potevano. Le loro menzogne e i loro inganni potevano aiutarli solo per poco. Visto che, dopo vari tentativi, i contadini non erano ancora rientrati in possesso delle loro terre, il loro malcontento si tramutò in rabbia, poi in odio di classe, un odio che sorgeva dalle contraddizioni di classe. A questo punto, come si poteva risolvere la questione? Ai contadini non restava nient'altro che impugnare le loro falci, le loro asce e scacciare i proprietari che si erano impossessati della loro terra. Da quel punto in poi, non temevano più la morte, poiché non avevano niente, e questo per loro era già come essere morti.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Weapons in hand, the peasants surrounded police stations and military posts, resorting to revolutionary violence because the ruling classes refused to solve the problem of the lands which they had grabbed from the poor peasants in collusion with the landlords. The ruling classes were the feudalists, the landlords and the capitalists. How could they satisfy the demands of the peasants? They couldn't. Their lies and their deceit could only help them for a time. When, after several actions, the peasants still had not recovered their lands, their discontent was transformed into anger, then class hatred, hatred arising from the class contradictions. At this stage, how could the problem be solved? There was nothing left for the peasants but to take up their scythes and axes and drive out the landlords, who had grabbed their land. From that point on, they no longer feared death, because they had nothing, and this was already like death for them.
Variante: Con le armi in pugno, i contadini circondarono le stazioni di polizia e le caserme, ricorrendo alla violenza rivoluzionaria, perché le classi dirigenti si erano rifiutate di risolvere il problema dei terreni che, in collusione con i proprietari terrieri, avevano usurpato ai poveri contadini. La classe dirigente consisteva di fautori del feudalesimo, proprietari terrieri e capitalisti. Come potevano soddisfare le richieste dei contadini? Non potevano. Le loro menzogne e i loro inganni potevano servire ad essi solo per poco. Visto che, dopo vari tentativi, i contadini non erano ancora rientrati in possesso delle loro terre, il loro malcontento si tramutò in rabbia, poi nell'odio di classe, un odio che sorgeva dalle contraddizioni di classe. A questo punto, come si poteva risolvere la questione? Ai contadini non restava nient'altro che impugnare le loro falci, le loro asce e scacciare i proprietari che si erano impossessati della loro terra. Da quel punto in poi, non temevano più la morte, poiché non avevano niente, e questo per loro era già come essere morti.

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“«Romanzare» un contadino è quasi un insulto alla sua miseria. Il contadino non ha storia, o almeno non ha storia da romanzo.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

12 settembre 1906; Vergani, p. 241
Diario 1887-1910

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“Più felice di me è il contadino | e sai perché | perché la sua terra non può | tradirlo mai.”

Adriano Celentano (1938) cantautore, ballerino e showman italiano

da Il contadino, n. 1
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Origine: Traduzione di Hold On I'm Comin<nowiki>'</nowiki> di Sam and Dave.

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