Frasi su serie
Una raccolta di frasi e citazioni sul tema serie.
Argomenti correlatiUn totale di 713 frasi, il filtro:

„Mi vedo filare attraverso il cielo come una stella a lasciare la terra per sempre. Cosa mi trattiene? È il contratto per il quale soltanto sono qui. Il contratto è questo corpo che mi tiene qui. Ho quattordici anni sono un ragazzo magro biondo con gli occhi blu pallido. La mia mente si muove da un oggetto all'altro in una serie di fermate fredde ed efficienti. Adesso sono fermo di fronte al country club. C'è un custode. Resto lì finché non si cura più di me. Se resto fermo in un posto abbastanza a lungo la gente smette di guardarmi ed io posso camminare in mezzo a loro. La gente smette di guardarmi e allora posso farlo io. Le donne al mercato mi chiamano «El Niño Muerto» (Il Bimbo Morto) e si fanno il segno della croce quando passo. Non mi piacciono le donne né giovani né vecchie.“
— William Seward Burroughs, libro Ragazzi selvaggi
Il bimbo morto; 1979, p. 97
Ragazzi selvaggi

„Tutta la storia della filosofia occidentale non è che una serie di note a margine su Platone.“
— Alfred North Whitehead filosofo e matematico britannico 1861 - 1947

„Parto da un principio semplice e indipendente da ogni analisi economica. A mio parere, la legge generale della vita richiede che in condizioni nuove un organismo produca una somma di energia maggiore di quella di cui ha bisogno per sussistere. Ne deriva che il sovrappiù di energia disponibile può essere impiegato o per la crescita o per la produzione, altrimenti viene sprecato. Nell'ambito dell'attività umana il dilemma assume questa forma: o la maggior parte delle risorse disponibili (vale a dire lavoro) vengono impiegate per fabbricare nuovi mezzi di produzione – e abbiamo l'economia capitalistica (l'accumulazione, la crescita delle ricchezze) – oppure l'eccedente viene sprecato senza cercare di aumentare il potenziale di produzione – e abbiamo l'economia di festa. Nel primo caso, il valore umano è funzione della produttività; nel secondo, si lega agli esiti più belli dell'arte, alla poesia, al pieno rigoglio della vita umana. Nel primo caso, ci si cura solo del tempo a venire, subordinando ad esso il tempo presente; nel secondo, è solo l'istante presente che conta, e la vita, almeno di quando in quando e quanto più è possibile, viene liberata da considerazioni servili che dominano un mondo consacrato alla crescita della produzione. I due sistemi di produzione non possono esistere allo stato puro; c'è sempre un minimo di compromesso. Tuttavia, l'umanità in cui viviamo si è formata sotto il primato dell'accumulazione, della consacrazione delle ricchezze all'aumento del potenziale di produzione. Le nostre concezioni morali e politiche sono ancora dominate da un principio: l'eccellenza dello sviluppo delle forze produttive. Ma se è vero che un tale principio ha incontrato negli uomini poche obiezioni, non è così nel gioco stesso dell'economia: messo alla prova, il principio dello sviluppo infinito ha mostrato che poteva portare a conseguenze imprevista […] E se l'umanità, nel suo complesso, continua a volerlo e a regolare i suoi giudizi di valore su questo desiderio, in molti si è installato il dubbio circa la validità infinita dell'operazione. Possiamo andare oltre, e porre in modo più preciso la domanda: le concezioni morali e politiche che continuano a dominare la nostra attività – vale a dire l'economia – non sono in ritardo sui fatti? Nei nostri giudizi complessivi non rifacciamo l'errore di quegli stati maggiori che si mostrano ogni volta in ritardo su una guerra? Insomma, il pensiero umano non dovrebbe seguire il rapido movimento dell'economia? Certo, non si tratterebbe di rinunciare bruscamente ai beni crescenti del globo, ma potrebbe essere arrivato il momento di riformare le nostre concezioni sull'uso delle ricchezze […] per contribuirvi, mi propongo di mostrare una serie di lavori e di saggi […] da una parte le profonde deformazioni dell'equilibrio generale che lo sviluppo attuale dell'industria ha comportato, dall'altra le prospettive di un'economia non centrate sulla crescita. Per la prima parte non ci sarà da far altro che proseguire l'analisi già avviata dalla scienza economica moderna, mentre per l'altra si tratterà di introdurre considerazioni teoriche nuove e fondare la rappresentazione generale del gioco economico sulla descrizione dei sistemi antecedenti all'accumulazione capitalistica. Questi studi dovranno allora includere un campo considerato generalmente estrinseco all'economia: quello delle religioni, primitive o non, cui è concesso il campo della storia delle arti. In effetti, a mio parere, l'uso delle ricchezze, o più precisamente il loro fine, è essenzialmente lo spreco: il loro ritiro dal circuito della produzione. Ora, questa verità non solo ha fondato fin dall'inizio i profondi valori umani (quelli del disinteresse) e tutti i tesori umani che i secoli ci hanno trasmesso; ma in più, è la sola verità su cui potremmo fondarci ora per risolvere i problemi posti dallo sviluppo industriale. Soltanto il dono senza speranza di profitto, così come lo richiede un principio di eccedenza finale delle risorse, può far uscire il mondo attuale dall'impasse. L'economia attuale ha fin da ora determinato in profondità un rovesciamento radicale delle idee; questo rovesciamento deve però ancora essere realizzato per rispondere alle esigenze dell'economia.“
— Georges Bataille scrittore, antropologo e filosofo francese 1897 - 1962
Origine: Da Choix de lettres 1917-1962, pp. 377-79.

„Nessun essere, eccetto l'uomo, si stupisce della propria esistenza; per tutti gli animali essa è una cosa che si intuisce per se stessa, nessuno vi fa caso. Nella pacatezza dello sguardo degli animali parla ancora la saggezza della natura; perché in essi la volontà e l'intelletto non si sono ancora distaccati abbastanza l'uno dall'altro per potersi, al loro reincontrarsi, stupirsi l'uno dell'altra. Così qui l'intero fenomeno aderisce ancora strettamente al tronco della natura, dal quale è germogliato, ed è partecipe dell'inconsapevole onniscienza della grande Madre. Solo dopo che l'intima essenza della natura (la volontà di vivere nella sua oggettivazione) s'è elevata attraverso i due regni degli esseri incoscienti e poi, dopo essere passata, vigorosa ed esultante, attraverso la serie lunga e vasta degli animali, è giunta infine, con la comparsa della ragione, cioè nell'uomo, per la prima volta alla riflessione: allora essa si stupisce delle sue proprie opere e si chiede che cosa essa sia. La sua meraviglia, però, è tanto più seria, in quanto essa si trova qui per la prima volta coscientemente di fronte alla morte, e, accanto alla caducità di ogni esistenza, le si rivela anche, con maggiore o minore consapevolezza, la vanità di ogni aspirazione. Con questa riflessione e con questo stupore nasce allora, unicamente nell'uomo, il bisogno di una metafisica: egli è dunque un animal metaphysicum.“
— Arthur Schopenhauer, libro Il mondo come volontà e rappresentazione
Il mondo come volontà e rappresentazione
Origine: Citato in Umberto Antonio Padovani, Andrea Mario Moschetti, Grande antologia filosofica, Marzorati, Milano, 1971.
„Innanzitutto, ho una teoria ben precisa sulla lunghezza ideale di una serie, e cioè "un intervallo durante il quale i lettori possano comprare tutti i volumi!"“
— Eiichirō Oda mangaka creatore del manga "One Piece" 1975
Origine: Dall'angolo della posta dei capitoli 527-528, volume 54.

„Corrado Guzzanti [nei panni dell'intervistatore]: Cioè la lettera di minacce al Papa non è una cosa seria?
Don Pizzarro: 'A lettera sur Papa l'ho scritta io!
CG: L'ha scritta lei?
DP: Beh perché non posso scrive 'na lettera?
CG: Ma come?
DP: Scusa, non facciamo confusione che poi 'a gente a casa non capisce. Un conto so' le cose serie, va bene – l'affari, 'i immobili, l'otto per mille, 'i sordi, tanti i sordi, che poi so' i vostri, no? – è un conto è 'a parte d'o spettacolo – 'a trama, l'attori, er colpo de scena…
CG: Che spettacolo scusi?
DP: Ma 'ndo vivi? 'O spettacolo nostro: i preti, i cardinali, 'e guardie svizzere – che poi so' tutte comparse – tutto st'ambaradam che peraltro mo co' sta crisi ce costa er doppio.
CG: Lei ne parla come se fosse una specie di fiction…
DP: Beh sì, chiamala come te pare, 'na serie, 'na fiction… qualcuno da noi dice che è un reality ma io nun so' d'accordo perché de ""reality"" nun c'è proprio niente, è tutto scritto: i dialoghi, i personaggi, er conflitto fra i cardinali, tutto scritto bene.
CG: Come una serie TV!
DP: Sì, tipo. Con tutti st'intrighi, no? Bertone contro Bagnasco, la CEI contro la Segreteria de Stato… a voi ve piacciono st'intrighi, no? E noi c'amo messi! Comunque Bertone esce forte a'a terza stagione, te l'anticipo.
CG: Alla terza stagione? Ma quindi è sempre stato così?
DP: Beh, no prima era 'n'artro tipo de format. Prima c'era 'a domenica, 'a finestra che s'e apre, du' colombe che passano… 'na vorta ce bastava questo! A gente veniva sotto, glie parlavi quattro, cinque lingue 'e rincoglionivi, battevano 'e mani, all'una avevamo finito e annavamo a vedé 'a Roma. Poi chiaramente i tempi cambiano, er pubblico ha cominciato a stufasse. Cioè disemoce 'a verità: 'sta cosa de questo che s'affaccia a'a finestra l'hanno vista armeno un mijone de vorte (questo poi nun è bono). Er gusto der pubblico cambia, nun ce veniva più nessuno… vonno azione, vonno er sangue, vonno er turbido, tipo ""I Borgia"", capito?
CG: E quindi la lettera sul Papa l'ha scritta lei?
DP: Sì, che poi io sarei story editor, eh, però ogni tanto me tocca pure mette mano alle sceneggiature, ai dialoghi. A proposito, quanno avemo detto che doveva morì er pupazzo? (da Aniene 2 – Molto rigore per nulla, 14 giugno 2012).“
— Corrado Guzzanti comico, attore e sceneggiatore italiano 1965
„Una linea quasi continua, una tradizione ininterrotta sembrava collegare i contadini del 1848 a quelli che un secolo dopo invadevano le terre incolte, i demani comunali, rivendicando con ben altra forza la riforma agraria. La questione della terra, il rapporto tra contadini e proprietari, l'azione delle forze politiche e dei ceti intellettuali, tutto era rimesso in discussione in una prospettiva nuova, che sottolineava, coma mai prima di allora si era fatto, il peso che la pressione contadina aveva avuto nel Regno di Napoli. Alcune conclusioni sul piano storiografico furono tratte poi in una più ampia valutazione d'insieme e con quel maggior distacco che quando Cassese scriveva non era forse ancora possibile. Ma spetta a Cassese il merito di aver aperto una strada, di aver indicato una serie di fondi, di aver sollevato con forza alcuni problemi di fondo.“
— Pasquale Villani docente e storico italiano 1924 - 2015
da Leopoldo Cassese storico dei contadini del Mezzogiorno, in AA. VV. Scritti in onore di Leopoldo Cassese, II volume, Napoli, Libreria Scientifica editrice, 1971

„Il sonno della ragione genera mostri.“
— Francisco Goya pittore e incisore spagnolo 1746 - 1828
Origine: Frase che compare in un'acquaforte della serie Los caprichos; citato in Maurizia Tazartes, Goya, Giunti, p. 32 https://books.google.it/books?id=grnDBAAAQBAJ&pg=PA32. ISBN 8809798104

„Vorrei creare cose con parole serie e strane. Una vera raffinatezza e tenerezza, credo, può crescere solo su un fondo di forza originaria. Se no, ci si ritrova nella perversione e nella decadenza.“
— Etty Hillesum scrittrice olandese 1914 - 1943
libro Il bene quotidiano. Breviario degli scritti 1941-1942
„I cristiani, se non sono accoglienti, non dicano che sono cristiani. […] Chiunque incontri è tuo fratello, figlio, figlia; non ci sono fratelli e sorelle di serie B, C e D. Su tutte le difficoltà riguardanti l'immigrazione, dico: diamo prima l'accoglienza e poi le difficoltà le affronteremo.“
— Andrea Gallo presbitero italiano 1928 - 2013
Citazioni tratte da interviste

„[Su Martin Heidegger] Scrittore di generiche sottigliezze, arieggiante a un Proust cattedratico, egli che, nei suoi libri non ha dato mai segno di prendere alcun interesse o di avere alcuna conoscenza della storia, dell'etica, della politica, della poesia, dell'arte, della concreta vita spirituale nelle sue varie forme – quale decadenza a fronte dei filosofi, veri filosofi tedeschi di un tempo, dei Kant, degli Schelling, degli Hegel! –, oggi si sprofonda di colpo nel gorgo del più falso storicismo, in quello, che la storia nega, per il quale il moto della storia viene rozzamente e materialisticamente concepito come asserzione di etnicismi e di razzismi, come celebrazione delle gesta di lupi e volpi, leoni e sciacalli, assente l'unico e vero attore, l'umanità. […] E cosi si appresta o si offre a rendere servigi filosofico-politici: che è certamente un modo di prostituire la filosofia.“
— Benedetto Croce filosofo, storico e politico italiano 1866 - 1952
Origine: Da Conversazioni Critiche, Serie Quinta, Bari, Laterza, 1939, p. 362.

„Ho le ossessioni, amico, serie, | mi prendono per il sedere tipo sedie | come quando sei malato di schizofrenia e il prete ti convince che il diavolo ti possiede.“
— Caparezza cantautore e rapper italiano 1973
da Avrai ragione tu (Ritratto), n. 2
Museica

„Anche quando non c'era dubbio sull'invito, Gordon si aspettava sempre qualche inconveniente. Non era mai sicuro di essere ben accetto. Riteneva normale che la gente, dopo averlo mortificato, non si occupasse più di lui. Del resto, perché avrebbe dovuto essere diversamente? Lui non aveva un soldo. E quando non hai un quattrino la tua vita è tutta una lunga serie di mortificazioni.“
— George Orwell, libro Fiorirà l'aspidistra
cap IV, p. 90
Fiorirà l'aspidistra

„Scorderò sta merda che mi porta via con sé | Fino al fondo del bicchiere, fino all'ultime preghiere | Comprerò una fuori serie, cambierò una di ste sere | butterò ste felpe nere, cambierò una di ste sere!“
— Noyz Narcos rapper, beatmaker e writer italiano 1979
da Via Con Me
Monster

„Il concetto alla base dei giochi della serie di Zelda è di sorprendere il giocatore in modi sempre differenti, e anche Twilight Princess non sfugge a questa regola. Il nuovo stile grafico dipende dall'età di Link: ora che è più adulto abbiamo deciso di usare una grafica più realistica, in modo da rappresentarlo con un taglio più verosimile. Un altro dei concetti alla base di Zelda è la maturazione del personaggio e del giocatore nel corso nel gioco, ma in questo caso, dato che Link inizia già da adulto, non c'era molto spazio per farlo maturare ulteriormente. Da qui ho avuto l'idea di trasformarlo, di prenderlo nella sua condizione adulta e di riportarlo a uno stato più infantile: in forma di lupo Link perde le abilità che ha quando è adulto e c'è di nuovo margine per una crescita.“
— Eiji Aonuma autore di videogiochi giapponese 1963

„L'idea aggressiva e del tutto illogica di un'unica religione per l'intera umanità, una religione universale che si fa forza della sua stessa della sua limitatezza, un unico insieme di dogmi, un solo culto, un solo sistema di cerimonie, un'ordinanza ecclesiastica, una serie di proibizioni e ingiunzioni che tutte le menti devono accettare col pericolo di persecuzione da parte di uomini e il rifiuto spirituale o la punizione eterna da parte di Dio, quella creazione grottesca dell'umana irragionevolezza che è stata la sorgente di tanta intolleranza, crudeltà, oscurantismo e fanatismo aggressivo, non è mai stata in grado di prendere possesso della mentalità indiana.“
— Sri Aurobindo filosofo e mistico indiano 1872 - 1950

„Chi è serio, si guarda bene dallo scrivere di cose serie.“
— Platone filosofo greco antico -427 - -347 a.C.

„Nuje simmo serie… appartenimmo 'a morte!“
— Totò attore, commediografo, paroliere, poeta e sceneggiatore italiano 1898 - 1967
da <nowiki>'</nowiki>A livella
Poesie, A livella