Frasi su storico
Una raccolta di frasi e citazioni sul tema storico.
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„È importante osservare che il cristianesimo non solo è una religione che porta un contributo alla storia, ma che è la sola a concepire le cose in maniera storica nel significato stretto della parola, nel senso cioè che il cristianesimo è la sola religione nella quale la storia ha un valore.“
— Jean Daniélou teologo e cardinale francese 1905 - 1974
Il mistero della salvezza delle nazioni
„In crisi sarà lei, giovanotto. Il cristianesimo è un fatto, e come tale non può essere in crisi. I fatti storici non vanno in crisi.“
— Giacomo Biffi cardinale e arcivescovo cattolico italiano 1928 - 2015
Source: Citato in È morto a 87 anni il cardinale Giacomo Biffi http://www.ilnuovogiornale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=8462:ho-paura-dei-praticanti-non-cattolici-ed-28-del-17715&catid=81:fatti-per-pensare&Itemid=15, Il nuovo giornale.it, 17 luglio 2015

„Pochi capiscono che l'insegnamento della storia non consiste nel mandare a memoria e recitare pappagallescamente date e fatti. Studiare la storia significa cercare le forze le quali conducono agli effetti che noi abbiamo davanti ai nostri occhi come fatti storici contemporanei. L'arte dell'imparare è ricordare l'essenziale e dimenticare il contingente“
— Adolf Hitler dittatore della Germania nazista dal 1933 al 1945 1889 - 1945
Mein Kampf

„Tra i maestri di storia, pochi comprendono che il loro scopo non consiste nel far recitare pappagallescamente agli allievi date e fatti; e che non si tratta di vedere se essi sanno con precisione quando è avvenuta questa o quella battaglia, o quando un certo monarca, quasi sempre insignificante, ha cinto la corona dei suoi antenati. Studiare la storia significa cercare quelle forze che hanno prodotto gli effetti che abbiamo davanti ai nostri occhi, come fatti storici contemporanei.“
— Adolf Hitler, Mein Kampf
Mein Kampf

„Mutevolissimo è lo spirito degli italiani. Quando io non sarò più, sono sicuro che gli storici e gli psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come l'italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri forse potrà dominare col ferro e col fuoco, non col consenso come ho fatto io. La mia dittatura è stata assai più lieve che non certe democrazie in cui imperano le plutocrazie. Il fascismo ha avuto più morti dei suoi avversari e il 25 luglio al confino non c'erano più di trenta persone. […] Quando si scrive che noi siamo la guardia bianca della borghesia, si afferma la più spudorata delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei lavoratori. […] Tra le cause principali del tracollo del fascismo io pongo la lotta sorda e implacabile di taluni gruppi industriali e finanziari, che nel loro folle egoismo temevano ed odiano il fascismo come il peggior nemico dei loro inumani interessi. […] Devo dire per ragioni di giustizia che il capitale italiano, quello legittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre compreso le esigenze sociali, anche quando doveva allungare il collo per far fronte ai nuovi patti di lavoro. L'umile gente del lavoro mi ha sempre amato e mi ama ancora.“
— Benito Mussolini politico, giornalista e dittatore italiano 1883 - 1945
da Opera omnia, vol. 32, pp. 170-171
Source: Erroneamente, si indica spesso come fonte di questa citazione un falso testamento di Mussolini, a volte definito "politico", diffuso in rete e composto da brani riportati in un ordine totalmente arbitrario e con omissioni non segnalate; si noti, a titolo di esempio, come l'incipit di tale falso testamento si ritrovi a pagina 182 del 32esimo volume dellOpera omnia, mentre la sua conclusione sia a pagina 181.

„La Rai censura la fiction storica Roma. Nella scena tagliata si vede il centurione Storacius che piazza una cimice sulla biga di Marrazzius.“
— Gene Gnocchi comico, conduttore televisivo e ex calciatore italiano 1955

„Nel regime socialista, che, per il momento, esiste solo in URSS, la proprietà sociale dei mezzi di produzione costituisce la base dei rapporti di produzione. Qui non esistono più né sfruttatori né sfruttati. I prodotti vengono ripartiti secondo il lavoro compiuto e secondo il principio: "Chi non lavora non mangia."“
— Stalin uomo politico sovietico 1878 - 1953
Source: Da Materialismo dialettico e materialismo storico; in Questioni del leninismo.

„Il pianeta più strano di cui ho sentito raccontare è il pianeta della Sacra Merda. In esso la merda è la più grande ricchezza, la moneta con cui si compra tutto. Gli abitanti non hanno portafogli: ma grossi vasi che portano in giro, e più sono grossi e puzzano e più si vantano. Le banche sono dei giganteschi pozzi neri, guardati a vista da poliziotti e vigilantes. Qua si effettuano i versamenti. Dai più piccoli, alla vecchina che viene a consegnare due palline da coniglio, tutti i suoi risparmi, al commerciante che viene a portare l'incasso della giornata, una carriolona ben odorosa. Naturalmente, nelle case non si dice "vado nel bagno", ma si dice "metto nel salvadanaio". Ogni bambino ha il suo vasino fatto a maialino. Ahimè! Anche in questo paese c'è chi vende anima e corpo, per diventare merdoso a dismisura! C'è chi rapina, e sotto la minaccia di una pistola ti obbliga a depositare lì, per strada, tutto il malloppo che hai in pancia! Se qualcuno, incautamente, si ferma in un prato per fabbricare un po' di contante, stia attento che nel breve tempo che si tira su i pantaloni, qualcuno gli avrà già sottratto il suo bene. Per non parlare degli esibizionisti: quelli che quando entrano al ristorante, eccoli mettere merda qua e là in mano ai camerieri: e lasciano come mancia uno stronzo come un cotechino: e dicono, non per vantarmi, ma ho tanta merda che non so più dove metterla! L'economia in questo pianeta è naturalmente soggetta agli sbalzi di questo genere primario: qui la mancanza di investimenti si chiama stipsi, e l'inflazione si chiama diarrea. Speriamo di mantenere il tetto della diarrea sotto il dieci per cento, dicono i governanti. E poi scoppiano gli scandali, e si scopre che segretamente i governanti prendevano quintali di merda dagli industriali e chiudevano un occhio sul contrabbando di merda all'estero. Esistono anche le cambiali, uno può acquistare una macchina, ad esempio, prendendo dieci purganti al momento dell'acquisto: ma poi se la cambiale andrà in protesto, sarà dichiarata panciarotta. E ci saranno perquisizioni e a volte anche sequestri da parte di chirurghi-finanzieri. Ma questo capita ai pochi sfortunati: questo pianeta è ricco. Tutti i mesi, ogni giorno sei, San Libero, si fa la festa della Santa Merda. I più grandi merdoni del paese convengono con grandi macchine color crema e marron, e riempiono saloni pieni di lampadari e bei quadri e porcellane da bagno. Le signore sono vestite tutte di bianco e i signori in rosa. Si sente dire: lo vedi quello? Ha fatto la merda con le bische: è un parvenù. Quello invece: uh, è di sangue blu, la sua famiglia è sempre stata un letamaio. E tutti ballano, e soprattutto scorreggiano, per mostrare la loro ricchezza. Le grosse signore scorreggiano in tonalità di bordone gonfiando come vele i vestitoni stretti di raso, le giovani signori scorreggiano deliziosamente con virtuosismi di flauto e clarinetto, i ricchi commercianti petano come cannoni scambiandosi pacche sulle spalle, gli intellettuali sfiatano con grande sofferenza, spiegando che la merda non è poi tutto al mondo, i giovani brillanti tirano bronze pungenti che alzano le falde dei loro frac in eleganti impennate, i vecchi nobili brontolano e spetazzano e non raramente nel far ciò cade nelle loro mutande qualche spicciolo, i bambini trillano ventini, i neonati pigolano e il padrone di casa, apparendo sulla soglia rosso e trionfale, spara un peditone storico con fremente interminabile premito che scrolla le cristallerie e a voce alta dice: "Il pranzo è servito!" E tutti vanno a lavarsi le mani.“
— Stefano Benni scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano 1947

„Toccò a Roosevelt, Churchill, Stalin. Doveva toccare anche a De Gasperi. Mentre gli storici inglesi continuano a scalpellare il monumento di Churchill e il generale Volkogonov non smette di rileggere criticamente la vita dei fondatori dello stato sovietico, Nico Perrone, docente di storia americana e collaboratore del manifesto, pubblica presso l'editore Sellerio di Palermo un libro fortemente "revisionista" su De Gasperi e l'America. […] Perrone ci precipita all'indietro negli anni in cui De Gasperi era "lacchè degli Stati Uniti", Scelba era il suo "ministro della polizia", Saragat rompeva l'unità socialista con i soldi degli americani e Pacciardi cacciava i comunisti dagli opifici militari per obbedire agli ordini della CIA. Le tesi del libro sono sostanzialmente queste. Non è vero che gli americani abbiano assistito l'Italia per aiutarla a consolidare il suo regime democratico: lo hanno fatto per creare nel paese, con la collaborazione dei loro clienti, un duro fronte anticomunista. […] Perrone è uno storico, e per convincere il lettore del buon fondamento delle sue convinzioni ha fatto lunghe ricerche negli archivi italiani e degli Stati Uniti, ha confrontato e integrato i documenti americani con quelli che rimangono negli archivi personali dei maggiori uomini politici del tempo, da Truman a Acheson.“
— Sergio Romano storico, scrittore e giornalista italiano 1929

„Credo che ci sia troppa superficialità, troppa presunzione e una spaventosa mancanza di memoria storica.“
— Carlo Verdone attore e regista italiano 1950

„Al ritorno ci siamo fermati ad Alcamo. È singolare la maniera in cui il sole disfa la pietra avvolgendola fino al nucleo nella vampa aurata. I contorni si sbriciolano e questo agglomerato solare si fonde nella lontananza con lo scenario di monti e di rocce su cui si è innalzato. Dapprincipio la patina del tempo fa invecchiare le cose, ma poi sopprime le tracce della storia e restituisce le opere alla natura. Queste diventano allora «edifici», nel senso in cui con questa parola alludiamo anche alle tane e ai nidi, come nel caso delle api, delle formiche e delle lucertole. Nel vederli siamo colti da una specie di torpore; presagiamo che qui anche la vita ha smarrito la sua dimensione storica e pulsa in guisa più istintiva ed elementare. Questa sensazione si avverte in Sicilia in modo speciale; […]“
— Ernst Jünger filosofo e scrittore tedesco 1895 - 1998
Viaggi in Sicilia, da La Conca d'oro, Mondello 23 aprile 1929, p. 32

„Appartengo alla minoranza silenziosa. Sono di quei pochi che non hanno più nulla da dire e aspettano. Che cosa? Che tutto si chiarisca? L'età mi ha portato la certezza che niente si può chiarire: in questo paese che amo non esiste semplicemente la verità. Paesi molto più piccoli e importanti del nostro hanno una loro verità, noi ne abbiamo infinite versioni. Le cause? Lascio agli storici, ai sociologi, agli psicanalisti, alle tavole rotonde il compito di indicarci le cause, io ne subisco gli effetti. E con me pochi altri: perché quasi tutti hanno una soluzione da proporci: la loro verità, cioè qualcosa che non contrasti i loro interessi. Alla tavola rotonda bisognerà anche invitare uno storico dell'arte per fargli dire quale influenza può avere avuto il barocco sulla nostra psicologia.
In Italia infatti la linea più breve tra due punti è l'arabesco. Viviamo in una rete d'arabeschi.“
— Ennio Flaiano, La solitudine del satiro
La solitudine del satiro, p. 207

„Ho sempre cercato qualcuno che vedesse oltre all'Andrea di Heidi, Don Mario, Gino lavora al Famila… e penso di averlo trovato. […] Ieri sera ho suonato il sax all'interno di uno spettacolo di Sergio Sgrilli a Minerbio e ho ritrovato una magia, un brivido lungo la schiena nel cercare di mettere tutta la mia sensibilità il mio linguaggio, la mia voglia di comunicare in quel tubo di ottone ormai consumato… il sax mio, quello storico, suona di brutto… ma la magia qual è… che qualunque sax io suoni ha la mia voce, ormai è un prolungamento delle mie dita… devo solo trovare il modo di unire questa mia dote alla comicità e il gioco è fatto.“
— Andrea Poltronieri comico, polistrumentista e cantante italiano 1965
da Profeta in patria, 2 marzo 2007

„Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch'io. […] Se dobbiamo difendere il crocifisso come "arredo", tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una "tradizione" (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta "civiltà ebraico-cristiana" (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare). Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. È, da duemila anni, uno "scandalo" sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L'immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all'ingiustizia, ma soprattutto di laicità ("date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio") e gratuità ("Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno"). Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all'asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l'ideologia più pagana della storia, il nazismo – l'ha ricordato Antonio Socci – a scatenare la guerra ai crocifissi. È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo. […] Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia – si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. Ma, all'uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l'8 per mille, a batter cassa per le scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween, e le manca il tempo per quell'uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.“
— Marco Travaglio giornalista, saggista e scrittore italiano 1964
Il Fatto Quotidiano, da Ma io difendo quella croce, 5 novembre 2009
„Il centro storico di Roma deve essere riservato ai pedoni: ai Parlamentari vorremmo consigliare la bicicletta, o al massimo concedere un taxi“
— Michele Valori urbanista e architetto italiano
Taccuini di architettura, 1974