“Se queste pagine avranno la fortuna, pur troppo rara, di uscir dalle mura delle scuole di città, per diffondersi nelle campagne, in seno alle Alpi, nelle montagne dell'Appennino, al piede del Vesuvio e dell'Etna, insegneranno agli abitanti di quelle contrade ad apprezzare un po' meglio sé stessi e le bellezze e i favori d'ogni genere di cui la natura, ministra di Dio, non fu avara alle diverse province d'Italia.”

Prefazione, Agli istitutori, p. 8
Il Bel Paese

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Antonio Stoppani 3
geologo, paleontologo e patriota italiano 1824–1891

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“Le città italiane hanno conservato e conservano aspetti della provincia, e ciò è un bene, non siamo ancora arrivati alle babeliche metropoli di milioni e milioni di abitanti, dove in genere la vita diventa un inferno.”

Origine: Dall'intervista di Rodolfo De Angelis, Colloquio con Palazzeschi http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/ritagliostampa/bncr_1963567/001, s.t., 17-18 marzo 1955.

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“Le più belle pagine sulla campagna si scrivono in piena città.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

25 novembre 1887; Vergani, p. 13
Diario 1887-1910

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“C'è il cartello strada senza uscita e non si può continuare | l'asfalto diventa campagna | la campagna diventa montagna | la montagna è piena di insidie | la città è piena di invidie.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Non è ancora finita, n. 11
Lorenzo 1999 – Capo Horn

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“Non a tal punto il cratere del Vesuvio e la tempesta di fuoco del terribile vulcano privò dei suoi abitanti le atterrite città: esse stanno in piedi e sono fiorenti di popolazione.”

III, 5, 72-75
Silvae
Origine: Citato in Fonti classiche per Pompei, Ercolano, Stabia ed il Vesuvio http://www.arborsapientiae.com/allegati_articoli/3_nbp_3_fonti_classiche.pdf, Nova Bibliotheca Pompeiana, 2012.

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“Le grandi città sono piene d'imprevisti: vi sono delle opportunità incredibili di fortuna e di favore.”

Ferdinando Petruccelli della Gattina (1815–1890) giornalista, scrittore e patriota italiano

Il re prega

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“[…] il primo bisogno d'Italia è che si formino Italiani dotati d'alti e forti caratteri. E pur troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: pur troppo s'è fatta l'Italia, ma non si fanno gl'Italiani.”

Massimo D'Azeglio (1798–1866) politico italiano

Origine e scopo dell'opera; vol. I, p. 7
I miei ricordi
Origine: Sarebbe quest'ultima frase all'origine dei motti "Abbiamo fatto l'Italia, ora dobbiamo fare gli italiani", "Fatta l'Italia bisogna fare gli italiani" e simili, genericamente attribuiti a Massimo d'Azeglio. Tuttavia, secondo gli storici Simonetta Soldani e Gabriele Turi, nell'introduzione a Fare gli italiani. Scuola e cultura nell'Italia contemporanea, il Mulino, il motto "Fatta l'Italia bisogna fare gli Italiani" non apparterrebbe a d'Azeglio, ma sarebbe stato coniato nel 1886 da Ferdinando Martini «nel tentativo di "tradurre" il senso politico» (Carlo Fomenti, Siamo una nazione, ma chi ha fatto l'Italia?, Corriere della sera, 17 luglio 1993) di tale frase ne I miei ricordi. Si veda peraltro Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 208. Ma vd. ora C. Gigante, "'Fatta l'Italia, facciamo gli Italiani'. Appunti su una massima da restituire a d'Azeglio", in "Incontri. Rivista europea di studi italiani", anno 26, fasc. 2/2011, pp. 5-15 http://www.rivista-incontri.nl/index.php/incontri/article/view/18/18.

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