Abhinavagupta: Frasi popolari

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“Chi è purificato da una vera esclusiva devozione per il Beato – verificatasi, s'intende, grazie a una violenta caduta di potenza – è in verità colui che non desidera frutto alcuno e, interrogato perché se ne stia così senza far nulla, non risponde o meglio risponde col silenzio; e intanto, essendo la sua mente come dissolta e trapassata dall'intima devozione per il Beato, ha i peli drizzati, il corpo preso da un tremito convulso, gli occhi spalancati divenuti due polle di acqua.”

da Bhagavadgītārthasaṃgraha, XIV, 26
Origine: La "caduta di potenza" è interpretabile come "discesa della grazia": la "potenza", o "energia", è śakti, il potere divino.
Origine: Con "frutto" si intende un generico piacere mondano: sono le cosiddette "fruizioni".
Origine: Citato in Vijñānabhairava 2002, p. 105.
Origine: Traduzione di Raniero Gnoli, in Il canto del Beato, UTET, 1976.

“Il trika è l'essenza della tradizione śaiva, e il Mālinī è l'essenza del trika.”

17
Tantrāloka, Capitolo I
Origine: Citato in Kamalakar Mishra 2012, p. 64.

“Egli è il Signore dell'universo, nella cui coscienza tutto questo mondo di differenziazione appare come riflesso.”

268
Tantrāloka, Capitolo III
Origine: Citato in Kamalakar Mishra 2012, p. 382.

“Per lo yogin [concentrato] nel Kula, tutto vibrante del supremo succo bhairavico che sovrabbondando [lo pervade], qualsiasi posizione del corpo è tenuta come mudrā.”

200
Tantrāloka, Capitolo IV
Origine: Citato in André Padoux 2011, p. 107; traduzione di Raniero Gnoli, 1999.

“«Il tutto, io manifesto in me stesso, nell'etere della coscienza, io ne sono il creatore, io, materiato del tutto». Questa percezione è fonte di immedesimazione con Bhairava.”

283
Tantrāloka, Capitolo III
Origine: Citato in André Padoux 2011, p. 174; traduzione di Raniero Gnoli, 1999.