Publio Ovidio Nasone: Frasi popolari (pagina 4)

Frasi popolari di Publio Ovidio Nasone · Leggi le ultime citazioni e frasi celebri nella raccolta
Publio Ovidio Nasone: 224   frasi 95   Mi piace

“Il lavoro vinceva la materia.”

II, 5

“Tanto ci si può illudere sulla bontà di una cosa!”

VI, 438; 1994, p. 231
Usque adeo latet utilitas!
Metamorfosi

“O tre dee del castigo, Furie, volgete il vostro sguardo a questo rito infernale! Vendico una colpa commettendone un'altra. La morte va espiata con la morte. A delitto va aggiunto delitto, a funerale funerale: si estingua lo sciagurato casato, con questo accumularsi di lutti.”

VIII, 481; 1994, p. 319
«Poenarum que «deae triplices, furialibus», inquit | «Eumenides, sacris vultus advertite vestros! | Ulciscor facioque nefas; mors morte pianda est, | in scelus addendum scelus est, in funera funus: | per coacervatos pereat domus inpia luctus.
Metamorfosi

“Donde nell'uomo tanta fame di cibi proibiti?”

lib. XV, v. 138; citato in Fumagalli 1921

“O Tempo divoratore, e tu, invidiosa Vecchiaia, voi tutto distruggete e a poco a poco consumate ogni cosa facendola morire, rosa dai denti dell'età, di morte lenta.”

Pitagora; XV, 234; 1994, p. 615
Tempus edax rerum, tuque, invidiosa Vetustas, | omnia destruitis, vitiataque dentibus aevi | paulatim lenta consumitis omnia morte.
Metamorfosi

“L'intento di Ščeglov è spiegare l'impressione comune, contraddittoria, che il mondo ovidiano lascia nel lettore: grande varietà e ricchezza, ma insieme grande unità, e parentela fra tutte le cose. Cercando di individuare i fattori che suscitano questa duplice impressione, Ščeglov – eccellente filologo – considera la strana insistenza con cui nel poema vengono usati epiteti che a prima vista possono apparire superflui o ornamentali (lungo serpente, umide paludi ecc.), e nota come questi abbinamenti abbiano invece la precisa funzione di isolare proprietà oggettive, di fissare tratti distintivi mediante concetti geometrici e fisici; e passando alla tecnica delle descrizioni ovidiane, in prima linea quelle delle trasformazioni, ci mostra come la riduzione di ogni fenomeno a un ristretto numero di elementi fondamentali (le proprietà, i tratti distintivi) abbia tutta una catena di effetti: da un lato Ovidio caratterizza non singole cose, ma classi di cose; dall'altro, dato che i concetti geometrici e fisici sono applicabili alle cose piú disparate, tutto diventa commensurabile e quindi riducibile ad altro: e qui appunto è riposto il segreto della facilità con cui le trasformazioni avvengono nel poema e sono da noi accettate, e il mondo per le infinite combinazioni possibili si allarga, e al tempo stesso, però, riportato a un livello unico, ci si presenta come un sistema.”

Piero Bernardini Marzolla
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