Frasi di Vincent Van Gogh
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33 frasi di saggezza e ispirazione sull'arte, il successo e la scoperta di sé

Scoprite la profonda saggezza e le riflessioni artistiche di Van Gogh attraverso le sue citazioni ispirate. Trovate conforto, incoraggiamento e uno sguardo nella mente di un artista brillante mentre esplorate i suoi pensieri sull'arte, il successo e la scoperta di sé.

Vincent Willem van Gogh è stato un pittore olandese molto influente nell'arte del XX secolo. Nonostante le critiche del padre, che gli imponeva di seguire una vita religiosa, Van Gogh ha continuato a disegnare fin da bambino e si è poi dedicato alla pittura. Ha iniziato tardi, ma ha realizzato molte delle sue opere più famose negli ultimi due anni di vita. I suoi dipinti comprendevano autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori e rappresentazioni di campi di grano e girasoli.

Van Gogh ha avuto una formazione influenzata dal realismo dei pittori di Barbizon e dal messaggio etico e sociale di Jean-François Millet. Dopo aver sofferto per diversi anni di disturbi mentali, è morto misteriosamente all'età di 37 anni nel 1890. La sua fama come artista è stata riconosciuta solo dopo la sua morte.

✵ 30. Marzo 1853 – 29. Luglio 1890
Vincent Van Gogh photo
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Vincent Van Gogh frasi celebri

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Frasi sulla vita di Vincent Van Gogh

“C'è fannullone e fannullone. C'è chi è fannullone per pigrizia o per mollezza di carattere, per la bassezza della sua natura, e tu puoi prendermi per uno di quelli. Poi c'è l'altro tipo di fannullone, il fannullone per forza, che è roso intimamente da un grande desiderio di azione, che non fa nulla perché è nell'impossibilità di fare qualcosa, perché gli manca ciò che gli è necessario per produrre, perché è come in una prigione, chiuso in qualche cosa, perché la fatalità delle circostanze lo ha ridotto a tal punto; non sempre uno sa quello che potrebbe fare, ma lo sente d'istinto: eppure sono buono a qualcosa, sento in me una ragione d'essere! So che potrei essere un uomo completamente diverso! A cosa potrei essere utile, a cosa potrei servire? C'è qualcosa in me, che è dunque? Questo è un tipo tutto diverso di fannullone, se vuoi puoi considerarmi tale. Un uccello chiuso in gabbia in primavera sa perfettamente che c'è qualcosa per cui egli è adatto, sa benissimo che c'è qualcosa da fare, ma che non può fare: che cosa è? Non se lo ricorda bene, ha delle idee vaghe e dice a se stesso: "gli altri fanno il nido e i loro piccoli e allevano la covata", e batte la testa contro le sbarre della gabbia. E la gabbia rimane chiusa e lui è pazzo di dolore. "Ecco un fannullone" dice un altro uccello che passa di là, "quello è come uno che vive di rendita". Intanto il prigioniero continua a vivere e non muore, nulla traspare di quello che prova, sta bene e il raggio di sole riesce a rallegrarlo. Ma arriva il tempo della migrazione. Accessi di malinconia – ma i ragazzi che lo curano nella sua gabbia si dicono che ha tutto ciò che può desiderare – ma lui sta a guardare fuori il cielo turgido carico di tempesta, e sente in sé la rivolta contro la propria fatalità. "Io sono in gabbia, sono in prigione, e non mi manca dunque niente imbecilli? Ho tutto ciò che mi serve! Ah, di grazia, la libertà, essere un uccello come tutti gli altri!". Quel tipo di fannullone è come quell'uccello fannullone. E gli uomini si trovano spesso nell'impossibilità di fare qualcosa, prigionieri di non so quale gabbia orribile, orribile, spaventosamente orribile… Non si sa sempre riconoscere che cosa è che ti rinchiude, che ti mura vivo, che sembra sotterrarti, eppure si sentono non so quali sbarre, quali muri. Tutto ciò è fantasia, immaginazione? Non credo, e poi uno si chiede "Mio Dio, durerà molto, durerà sempre, durerà per l'eternità?"”

Sai tu ciò che fa sparire questa prigione? È un affetto profondo, serio. Essere amici, essere fratelli, amare spalanca la prigione per potere sovrano, per grazia potente. Ma chi non riesce ad avere questo rimane chiuso nella morte. Ma dove rinasce la simpatia, lì rinasce anche la vita.
Origine: Da Lettere a Theo, Guanda, Parma 1984, pp. 87-88.

“Più divento dissipato, malato, vaso rotto, più io divento artista, creatore… con quanta minor fatica si sarebbe potuto vivere la vita, invece di fare dell'arte.”

Origine: Da una lettera al fratello Theo, 29 luglio 1888; citato in Serena Zoli, Giovanni B. Cassano, E liberaci dal male oscuro, TEA, Milano, 2009, p. 478. ISBN 978-88-502-0209-6

Vincent Van Gogh Frasi e Citazioni

“Non bisogna giudicare il buon Dio da questo mondo, perché è uno schizzo che gli è venuto male.”

Origine: Citato in Guido Almansi, Il filosofo portatile, TEA, Milano, 1991.

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“Ho dunque schizzato i dieci "Travaux des champs" di Millet e ne ho eseguito uno a fondo. Inoltre ho disegnato dall'incisione l'"Angelus" che mi hai mandato.”

Origine: Da una lettera al fratello Theo, 7 settembre 1880; citato in Fischer 1975.

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Vincent Van Gogh: Frasi in inglese

“For my part I know nothing with any certainty, but the sight of the stars makes me want to dream.”

Variante: I don't know anything with certainty, but seeing the stars makes me dream.
Origine: Van Gogh's Starry Night Notebook

“As we advance in life it becomes more and more difficult, but in fighting the difficulties the inmost strength of the heart is developed.”

Quote from Vincent's letter to Theo, from Amsterdam, 30 May 1877; Dear Theo: the Autobiography of Vincent Van Gogh;, ed. Irving Stone and Jean Stone (1995), p. 26
1870s
Contesto: When we are working at a difficult task and strive after a good thing, we are fighting a righteous battle, the direct reward of which is that we are kept from much evil. As we advance in life it becomes more and more difficult, but in fighting the difficulties the inmost strength of the heart is developed.

“Seek only light and freedom and do not immerse yourself too deeply in the worldly mire.”

Vincent Van Gogh libro Lettere a Theo

Origine: The Letters of Vincent van Gogh

“So please don't think that I am renouncing anything, I am reasonably faithful in my unfaithfulness and though I have changed, I am the same, and what preys on my mind is simply this one question: what am I good for, could I not be of service or use in some way, how can I become more knowledgeable and study some subject or other in depth?”

Vincent Van Gogh libro Lettere a Theo

1880s, 1880, Letter to Theo (Cuesmes, July 1880)
Origine: The Letters of Vincent van Gogh
Contesto: So please don't think that I am renouncing anything, I am reasonably faithful in my unfaithfulness and though I have changed, I am the same, and what preys on my mind is simply this one question: what am I good for, could I not be of service or use in some way, how can I become more knowledgeable and study some subject or other in depth? That is what keeps preying on my mind, you see, and then one feels imprisoned by poverty, barred from taking part in this or that project and all sorts of necessities are out of one's reach. As a result one cannot rid oneself of melancholy, one feels emptiness where there might have been friendship and sublime and genuine affection, and one feels dreadful disappointment gnawing at one's spiritual energy, fate seems to stand in the way of affection or one feels a wave of disgust welling up inside. And then one says “How long, my God!”

“We are surrounded by poetry on all sides…”

Vincent Van Gogh libro Lettere a Theo

Origine: The Letters of Vincent van Gogh

“If I cease searching, then, woe is me, I am lost. That is how I look at it - keep going, keep going come what may.”

Vincent Van Gogh libro Lettere a Theo

1880s, 1880, Letter to Theo (Cuesmes, July 1880)
Origine: The Letters of Vincent van Gogh
Contesto: I must continue to follow the path I take now. If I do nothing, if I study nothing, if I cease searching, then, woe is me, I am lost. That is how I look at it — keep going, keep going come what may.
But what is your final goal, you may ask. That goal will become clearer, will emerge slowly but surely, much as the rough draught turns into a sketch, and the sketch into a painting through the serious work done on it, through the elaboration of the original vague idea and through the consolidation of the first fleeting and passing thought.

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