“Stavo pensando", disse Prokop come se volesse farsi perdonare il suo silenzio, "com'è strano quando il vento gioca con gli oggetti inanimati. E' quasi miracoloso il modo in cui cose che giacciono in giro senza un briciolo di vita improvvisamente cominciano a svolazzare. Non ve ne siete accorti? Una volta stavo in una piazza deserta e guardavo un mucchio di cartacce che si rincorrevano l'un l'altra. Non sentivo il vento perché stavo in un angolo riparato, ma eccole là, ammassate insieme in una vera e propria danza della morte. Un attimo dopo sembrava che avessero stipulato un armistizio ma, tutto a un tratto, uno sbuffo irresistibile della memoria sembrava soffiare su di loro, e ricominciavano, ognuna correndo dietro alla sua vicina finché scomparvero dietro l'angolo. Rimase solo un giornale intero; stava impotente sul selciato, e sbatteva astiosamente di qua e di là: sembrava un pesce fuor d'acqua che boccheggiasse. Non potei fare a meno di pensare che noi, in fin dei conti, siamo proprio come quei pezzetti di carta svolazzanti, nient'altro. Siamo trascinati di qua e di là da un "vento" invisibile e incomprensibile, che ci obbliga a comportarci in un certo modo, per quanto -da vanitosi- ci vantiamo della nostra forza di volontà.”

—  Gustav Meyrink , libro Il Golem

The Golem

Ultimo aggiornamento 02 Aprile 2023. Storia
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Gustav Meyrink 10
scrittore, traduttore e banchiere austriaco 1868–1932

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“Quintilio guardava lontano, oltre il confine del terreno demaniale. Quattro miglia più a sud, all'orizzonte, si stagliava il profilo ondulato delle grandi colline. Sul punto più elevato, i faggi di Cottington's Clump si agitavano al vento che, lassù, tirava più robusto che in pianura fra le eriche.
«Guarda!» disse d'un tratto Quintilio. «Eccolo là, Moscardo, il posto che fa per noi. Colline alte e solitarie, dove il vento porta con sé rumori lontani e la terra è asciutta come paglia in un granaio. Là noi dovremo abitare. Là, bisogna che andiamo.»”

cap. 10, La strada e la brughiera, p. 60
La collina dei conigli
Variante: Quintilio guardava lontano, oltre il confine del terreno demaniale. Quattro miglia più a sud, all'orizzonte, si stagliava il profilo ondulato delle grandi colline. Sul punto più elevato, i faggi di Cottington's Clump si agitavano al vento che, lassù, tirava più robusto che in pianura fra le eriche.
«Guarda!» disse d'un tratto Quintilio. «Eccolo là, Moscardo, il posto che fa per noi. Colline alte e solitarie, dove il vento porta con sé rumori lontani e la terra è asciutta come la paglia in un granaio. Là noi dovremo abitare. Là, bisogna che andiamo.

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