“Dieci anni or sono, quand'ero un monello, – ora ne ho diciannove – io giocavo in via della Pompa, armato d'una sciabola di legno e con un elmo di carta sul capo, e sognavo grandi guerre. In un eccesso di bellicoso furore, diedi un colpo formidabile con la mia spada e rimasi là come impietrito, essendomi accorto di avervi colpito, di aver colpito voi, Sire, voi, mio Re, che passeggiavate nobilmente lontano da tutti i curiosi, per vegliare sulla salvezza del nostro popolo. Ma erano vani terrori i miei. Quel giorno incominciai a conoscere che cosa sia la regalità. Voi non indietreggiaste, né batteste ciglio, né chiamaste le guardia, né mi minacciaste di castigo; ma con sublimi parole di fiamma, che rimasero incise per sempre nel mio cuore, mi esortaste a rivolgere sempre la punta della mia spada contro il nemico della mia inviolabile città. Come un prete che indichi l'altare, mi mostraste col dito la collina di Notting: "Finché sarete pronto, diceste, a morire per quella montagna sacra, anche se fosse circondata da tutti gli eserciti di Bayswater…". Io non ho dimenticato queste parole e ho buone ragioni per ricordarmele ora che è giunto il momento che coronerà le vostre profezie. La montagna sacra è circondata dagli eserciti di Bayswater, e io son pronto a morire.”

Origine: Il Napoleone di Notting Hill, p. 115

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

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“Eros qual fabbro con un grande maglio | di nuovo m'ha colpito, | nel torrente invernale m'ha tuffato.”

Anacreonte (-570–-485 a.C.) poeta greco antico

da Libro II; in Anacreonte, p. 145
Origine: Con l'immagine del fabbro è raffigurato il terribile potere di Eros che prima arroventa e poi raggela. nota a p. 145 di Anacreonte.

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