“Il «divertirsi» di Ovidio, anche coni mezzi stilistici, non è leggerezza ma una forma di umanità. Le Metamorfosi sono in fondo un poema pervaso da una profonda tristezza; l'affermazione può apparire sorprendente a chi si lasci trasportare, peraltro giustamente, dalla vivacità dei toni e dei colori, dalla piacevolezza del racconto, ma lacrime copiose rigano dappertutto i volti dei personaggi e ogni trasformazione è un dramma piú doloroso della morte vera, per la sua ambiguità, cioè perché, come dice Mirra (X 487), non è né vita né morte. Alla rappresentazione ora piú ora meno fredda, ma sempre partecipe, della sofferenza di chi perde la propria identità, il gioco condotto da Ovidio al livello degli slanci della fantasia e insieme del potere autonomo di suggestione dei mezzi stilistici, compreso quel mezzo che è la fluente sonorità, si affianca come gusto della vita ma anche, mettendo a nudo la «meccanicità» dei sentimenti e delle azioni, come un discreto sorridere sulle curiose e fantastiche cose che accadono al mondo, come una forma di saggezza.”
Origine: Metamorfosi, p. XLI
Argomenti
arte , tristezza , vita , mondo , saggezza , dio , cani , morte , affermazione , autonomia , autonomo , azione , color , colore , condotta , curioso , dramma , fantasia , fondo , forma , freddo , gioco , gusto , insieme , lacrima , leggerezza , livello , meno , metamorfosi , mezzo , nudo , personaggio , piacevolezza , poema , potere , profondo , racconto , rappresentazione , sentimento , slancio , sofferenza , sorprendente , suggestione , trasformazione , umanità , ora , proprio , ambiguità , sonorità , mirra , mezzi , identitàPiero Bernardini Marzolla 4
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