“Il fanciullo ha formulato la eterna domanda ebraica: perché Iddio tratta proprio noi tanto duramente, fra tutti gli altri popoli, noi che lo abbiamo servito come nessun altro? Perché ci getta sotto i piedi degli altri, affinché ci calpestino, noi che per primi l'abbiamo riconosciuto e celebrato nell'impenetrabilità dell'essere Suo? Perché distrugge quel che edifichiamo, annienta quello che speriamo, perché ci nega la dimora dovunque noi ci arrestiamo, perché aizza un popolo dopo l'altro contro di noi con odio eternamente rinnovato? Perché ci mette così duramente alla prova, noi, sempre noi, che egli aveva eletti e iniziati per primi nei suoi misteri? No, io non voglio mentire a un fanciullo, perché se la sua domanda è bestemmia allora io stesso sono un bestemmiatore in tutti i giorni della mia vita. Ecco, io lo confesso davanti a voi tutti: anch'io, per quanto resista, anch'io contendo senza fine con Dio, anch'io, vecchio di ottant'anni, rivolgo a Dio giorno per giorno la domanda di questo innocente: perché ci precipita Egli così profondamente nella miseria? Perché permette che siamo privati dei nostri diritti, perché aiuta persino i ladri nelle loro rapine? E anche se mi batto mille volte il petto con il pugno, umiliandomi, pure non posso soffocarlo questo grido d'ansiosa domanda. Non sarei un ebreo né un uomo se essa non mi torturasse ogni giorno, e solo nella morte essa s'irrigidirà sulle mie labbra.»”

Origine: Il candelabro sepolto, pp. 54-55

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia
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scrittore, giornalista e drammaturgo austriaco 1881–1942

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Pietro Crisologo (380–450) religioso (vescovo)

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