“Mio giorno | che ti disseti nell'ombra tagliente del pietrisco | nella vertigine delle più alte torri | sei quel poco che mi fu concesso | per elevarmi fino alla mia statura | e scavare la terra e far crescere il grano | Gli anni che si distillano nei tuoi silenzi | sono un filo impalpabile a cui si sostiene il mare |la forma del vento la conchiglia sonora della tua piccola | eternità | finché un gesto imperioso tronca il grido e il lamento | la maledizione e il riso | Così tu mio giorno così inesistente e fugace | ti ricapitoli nello sguardo lungo del congedo | perché già Cloto porse lo stame | e Lachesi lo filò | e io devo percorrerti ancora una volta senza paura | come chi comincia un gioco | che lo vedrà perdente | e già si mette a parlare con la voce del suo nemico | Per questo mi lascio stringere dalle tue canzoni | ingannare dal crocicchio d'ombra delle favole | allentando le briglie del mio cavallo | che va a piacer suo nella notte.”

da La mano tronca, 1975
Origine: In Filosofia dell'avventura, Ananke, Torino, 2006, p. 43. ISBN 8873251315)

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Ferruccio Masini 50
germanista, critico letterario e traduttore italiano 1928–1988

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“Le primarie sono come il gesto del bambino che ascolta la conchiglia e sente il rumore del mare: è il rumore della vita.”

Nichi Vendola (1958) politico italiano

Origine: Da "Io alle primarie sfido il Pd" http://stage.ilfattoquotidiano.it/2010/06/10/nichi-vendola-%E2%80%9Cio-alle-primarie-sfido-il-pd%E2%80%9D/25303/, IlFattoQuotidiano.it, 10 giugno 2010.

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“Terra, terra silenziosa. | Silenziosa, | con la pelle bruciata, la statura nuda, | perdona, Hiroshima… | Perdona ogni passo | che sfiora una tua ferita, rompe una cicatrice… | Perdona uno sguardo | che ti fa male anche se t'accarezza… | Perdona qualsiasi parola | che smuove l'aria in cui cerchi | i tuoi bambini, | popoli di bambini perduti per sempre. | Non c'è | non può esistere | una tomba! Vento c'è… vento… vento… | È la loro voce | che risuona | di giorno in giorno più debole | soltanto nel ricordo.”

Eugen Jebeleanu (1911–1991) Scrittore e traduttore Rumeno

da Il primo incontro
Origine: In Il sorriso di Hiroshima, brano pubblicato nella rivista L'Europa letteraria del dicembre 1961, traduzione di Dragos Vranceanu e Franco Costabile; citato in Giuseppe Passarello, Voci del tempo nostro, antologia di letture moderne e contemporanee, Società editrice internazionale, Torino, 1968, p. 904.

“Ci sono giorni in cui si muore in molti. Sono i giorni delle grandi sventure. Un giorno così in questa terra [l'Irpinia] fu il ventitré novembre del 1980.”

Franco Arminio (1960) poeta, scrittore e regista italiano

da Viaggio nel cratere, Milano, Sironi, 2003

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“Dove sono cavallo e cavaliere? Dov'è il corno dal suono violento?
Dove sono l'elmo e lo scudiere, e la fulgida capigliatura al vento?
Dov'è la mano sull'arpa, e il rosso fuoco ardente?
Dov'è primavera e la messe, ed il biondo grano crescente?
Son passati come pioggia sulla montagna, come raffiche di vento in campagna;
I giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d'ombra bagna.
Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente?
Chi tornerà dal Mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?”

Variante: "Dove sono cavallo e cavaliere? Dov'è il corno dal suono violento? Dove sono l'elmo e lo scudiere, e la fulgida capigliatura al vento? Dov'è la mano sull'arpa, e il rosso fuoco ardente? Dov'è primavera e la messe, ed il biondo grano crescente? Son passati come pioggia sulla montagna, come raffiche di vento in campagna; I giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d'ombra bagna. Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente? Chi tornerà dal Mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?"
Origine: Il Signore degli Anelli, Le due torri, p. 619, Rusconi

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