Frasi su bruttura
Una raccolta di frasi e citazioni sul tema bruttura, vita, mondo, bellezza.
Frasi su bruttura

Howl, Kaddish) a cura di Luca Fontana, il Saggiatore, 1997
Origine: Molech, dio caneneo del fuoco, per il cui culto i genitori bruciavano i propri bambini come sacrificio propiziatorio.

da Nota di diario del 13 febbraio 1943, Kirchhorst, p. 214
Irradiazioni. Diario 1941-1945
Origine: Kniébolo è lo pseudonimo attribuito da Jünger ad Adolf Hitler.

Citazioni di Nikolaj Vasil'evič Gogol
Origine: Da una lettera; citato in Brani scelti dalla corrispondenza con gli amici, p. 90 http://books.google.it/books?id=lEemYH1zBUQC&pg=PA90

Origine: Il libro dei segreti, I segreti del risveglio (vol. V), p. 177

Origine: Profilo storico della letteratura italiana, p. 211

da Io scriverò, lato A, n. 4
Resta vile maschio, dove vai?
Origine: In I proverbi di Napoli, con ventiquattro litografie fuori testo di Gatti e Dura, Edizioni del Giglio, Napoli, 1978.
Origine: Da La voce libera di Luca Rastello http://www.internazionale.it/opinione/goffredo-fofi/2015/07/07/luca-rastello-ricordo, Internazionale.it, 7 luglio 2015.

Origine: Dall'intervista rilasciata alla radio statunitense Detroit 101WRIF; citato in Kiedis: «più ti allontani dalla strada e dai problemi, più è difficile fare buona musica» http://www.venicequeen.it/cms/News/kiedis-lpiu-ti-allontani-dalla-strada-e-dai-problemi-piu-e-difficile-fare-buona-musicar.html, Venicequeen.it, 8 febbraio 2017.
Origine: Ragù di capra, p. 20

La tregua
Variante: Ci pareva, e così era, che il nulla pieno di morte in cui da dieci giorni ci aggiravamo come astri spenti avesse trovato un suo centro solido, un nucleo di condensazione: quattro uomini armati, ma non armati contro di noi; quattro messaggeri di pace, dai visi rozzi e puerili sotto i pesanti caschi di pelo.
Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quello che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa.
Così per noi anche l'ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempì gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso del pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai più sarebbe potuto avvenire di così buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell'offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell'offesa, che dilaga come un contagio. E' stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l'anima dei sommersi, li spegne e li rende abietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti; e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia.