“Sono ormai passati sedici o diciassette anni da quando scorsi per la prima volta la Regina di Francia, allora la Delfina, a Versailles, e certo mai visione più leggiadra venne a visitare questa terra, ch'essa sembrava appena sfiorare. La vidi al suo primo sorgere all'orizzonte, decorare ed allietare quella sfera elevata in cui aveva appena incominciato a muoversi, fulgida al pari della stella del mattino, piena di vita e di splendore e di gioia. Oh! quale rivoluzione! e quale cuore dovrei aver io per contemplare senza commozione quell'elevatezza e quella caduta! […] Non avrei mai sognato di vivere abbastanza da vedere un disastro del genere abbattersi su di lei in una nazione d'uomini così galanti, in una nazione d'uomini d'onore e di cavalieri. Nella mia immaginazione vedevo diecimila spade levarsi subitamente dalle loro guaine a vendicare foss'anche uno sguardo che la minacciasse d'insulto. Ma l'età della cavalleria è finita. Quella dei sofisti, degli economisti e dei contabili è giunta; e la gloria dell'Europa giace estinta per sempre.”

da Reflection on the Revolution in France, 1790
Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Quell'Espero, stella del mattino levata sull'aurora della mia vita, tu lo vedrai ancora quando la mia giornata terrena sarà passata; sarà allora una stella della sera per uomini pacifici… poi a sua volta scomparirà dietro la collina.”

Jean Paul (1763–1825) scrittore e pedagogista tedesco

Origine: Citato in Il discorso del Cristo morto e altri sogni, traduzione di Bruna Bianchi, con uno scritto di Albert Béguin, SE, Milano, 1977, p. 75. ISBN 88-7710-365-5

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“Cazzo, un attacco di panico alla mattina, | così presto, oh, oh. | Non so già più chi sono | appena sveglio, oh, oh.”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

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“La Francia non ha incominciato ad aver ordine, l'Italia non ha incominciato ad aver vita, se non dopo NAPOLEONE; e tra li tanti beneficj che Egli all'Italia ha fatti non è l'ultimo certamente quello di aver donato a Milano Eugenio ed alla mia patria Giuseppe.”

Vincenzo Cuoco (1770–1823) scrittore, giurista e politico italiano

dalla Prefazione alla seconda edizione, p. XV, 1820
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