“Muhammar Gheddafi interpreta, nell'ultima apparizione televisiva, la sua reale tragedia come un attore consumato. Il burnus nero, il volto immobile, di una compostezza sofferta, lo sguardo fisso, socchiuso. Le mani nervose che tormentano i fogli sul tavolo, danno drammaticità all'intervento. Non alza mai la voce. Né si agita. Neppure quando proferisce minacce. Ad esempio: «Porteremo la guerra in Italia». Le espressioni, i gesti, non sono più caricaturali. Le tracce della paranoia, della delirante mania di grandezza, sembrano cancellate. È con toni dignitosi, dietro i quali credo di leggere una forte tensione, che recita per ottanta minuti un monologo ritmato da minaccee da inviti alla pace, molto simili a suppliche. Il discorso è scucito, confuso nella forma, ma con un preciso filo conduttore. È il bluff della disperazione, lanciato nella notte, mentre cadono i missili della Nato su Tripoli. E le esplosioni oscurano per tre volte il teleschermo. La scena si addice all'orazione un po' cupa.”

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 07 Luglio 2021. Storia

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“Porteremo la guerra in Italia, lo vuole il popolo libico. Il mio amico Berlusconi ha commesso un crimine.”

Mu'ammar Gheddafi (1942–2011) militare e politico libico

Origine: Da un discorso alla televisione libica, 30 aprile 2011; citato in Raid Nato, Gheddafi illeso ucciso figlio e tre nipoti http://www.repubblica.it/esteri/2011/05/01/news/raid_nato_gheddafi_illeso_ucciso_figlio_e_tre_nipoti-15600252/?ref=HREA-1, Repubblica.it, 1º maggio 2011.

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“Il ministero petrino, vissuto con totale dedizione, ha avuto in Benedetto XVI un interprete sapiente e umile, con lo sguardo sempre fisso a Cristo, Cristo risorto, presente e vivo nell'Eucaristia.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Citazioni tratte da discorsi, Udienza a tutti i Cardinali http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2013/march/documents/papa-francesco_20130315_cardinali_it.html, Sala Clementina, 15 marzo 2013

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“Legge zero:
Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, l'umanità riceva danno.”

Variante: Prima Legge:
Un robot non può recare danno agli esseri Umani, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, gli esseri Umani ricevano danno.
Origine: Formulata da R. Daneel Olivaw e da R. Giskard Reventlov e applicata per la prima volta da quest'ultimo – primo robot mentalico – al termine del romanzo "I robot e l'Impero". Ne deriva una coerente modifica della Prima legge: "Un robot non può recare danno agli esseri Umani, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, gli esseri Umani ricevano danno, a meno che ciò non contrasti con la legge zero".

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