“Lilli Cavassa: Lei scrive di getto o con molti rifacimenti?
Gianna Manzini: Guardi: scrivo rapidamente e rifaccio incessantemente. C'è un capitolo del mio romanzo di cui ho otto stesure. Quello della cena in famiglia, dopo l'incontro con Malatesta. Quella scena d'insieme che, per mille ragioni, era certamente difficile, piena di scogli. L'ho rifatto ben otto volte.
Lilli Cavassa: Lei usa la macchina o scrive a mano?
Gianna Manzini: Scrivo con una stilografica che adoro, e proprio, come gli antichi artigiani fiorentini, il mio lavoro è tutto fatto a mano.
Lilli Cavassa: Lei è molto buona. Pistoia è stata la città della sua infanzia. L'ama ancora?
Gianna Manzini: Sì, sì. Ci ritorno col pensiero tante volte, con un certo struggimento. Ha rappresentato molto per me. Mi aspettano a Pistoia. Ci dovevo andare in giugno, e mi sono ammalata. Ci dovevo tornare a settembre… e mi ammalai.
Lilli Cavassa: Il centro del romanzo [Ritratto in piedi] è suo padre. Possiamo sperare di ritrovare in un altro libro sua madre, come protagonista?
Gianna Manzini: Sto lavorando a un racconto in cui protagonista è la mamma. Un racconto lungo. Dovrebbe essere portato a fine in un tempo relativamente breve.”
citato in Lilli Cavassa, Incontro con Gianna Manzini, La Fiera Letteraria, n. 40, 14 novembre 1971
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scrittrice italiana 1896–1974Citazioni simili

“In qualunque forma, sia prosa o versi, o su qualunque tema, scrivi, scrivi, e ancora scrivi.”

“Stupido", mi disse la mia Musa, "guarda nel tuo cuore e scrivi.”

“La vecchia mano | ancora scrive versi | per l'oblio.”
Haiku. 17, 1996
La cifra

“La cosa più difficile quando si scrive è sapere che cosa scrivere”

“Ogni artista scrive la propria autobiografia.”
Senza fonte

da Piazza Alberti, quotidiano di Festivaletteratura, 10 settembre 2009, Mantova