“Quando venne sera accendemmo i lumi a nafta e il treno penetrò nella notte del Nord passando foreste d'abeti curvati dalla neve per lande battute dal libero vento, sfiorando villaggi addormentati, portando nel suo ventre uomini giovani e stranieri che andavano alla guerra.
Intanto, sdraiati nella paglia uno a fianco all'altro, dormivano sognando montagne e ragazze. Ma uno quella notte non dormì. In un angolo del vagone, accompagnato dal ritmo delle ruote sulle rotaie, pensava, per la prima volta in vita sua, al destino della povera gente, alla guerra che pretende che la povera gente s'ammazzi a vicenda e si chiedeva:
Chi ritornerà di quanti siamo su questo treno? Quanti compaesani uccideremo? E perché?
Giacché al mondo siamo tutti paesani.”

Origine: Il bosco degli urogalli, p. 135

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 02 Novembre 2024. Storia
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militare e scrittore italiano 1921–2008

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“Vuoi prendere un treno di notte, | pieno di paralumi e di damasco per dormire, | sennò a che serve un treno.”

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da La sposa occidentale, lato A, n. 4
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