“Ma se sonno era, di che natura sono, possiamo chiederci, i sonni di quel genere? Sono misure riparatrici – catalessi in cui i ricordi più amari, gli avvenimenti che sembra debbano schiantare per sempre la vita, sono spazzati via da un'ala buia, che attenua l'asprezza e indora anche i più brutti e più ignobili di un certo lustro, di una certa incandescenza? La morte deve di tanto in tanto porre il dito sul tumulto della vita per impedirle di spezzarci? Siamo dunque fatti in modo tale da dover prendere la morte a piccole dosi, giorno per giorno, per continuare ad affrontare l'impresa di vivere? E allora, quali strane forze sono queste che penetrano le nostre vie più segrete e mutano i nostri beni più preziosi senza il nostro volere? Orlando, stremato dall'eccesso della sua sofferenza, era morto per una settimana, e poi resuscitato? E se è così, di che natura è la morte, e di che natura è la vita?”

—  Virginia Woolf , libro Orlando

Orlando

Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Virginia Woolf 125
scrittrice, saggista e attivista britannica 1882–1941

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“La vita umana è strutturata in modo tale che soltanto guardando in faccia la morte possiamo comprendere la nostra autentica forza e il grado del nostro attaccamento alla vita. […] Una vita a cui basti trovarsi faccia a faccia con la morte per esserne sfregiata e spezzata, forse non è altro che un fragile vetro.”

Yukio Mishima (1925–1970) scrittore, drammaturgo e saggista giapponese

da Lezioni spirituali per giovani samurai e altri scritti, traduzione di L. Origlia, Feltrinelli
Lezioni spirituali per giovani Samurai, Incipit

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“L'uomo moderno non riesce a comprendere… come la Risurrezione di Gesù possa essere un avvenimento che ha liberato una forza vitale che l'uomo, ora, può fare sua mediante i sacramenti. ciò appare assurdo al biologo, poiché per lui la morte non è un problema. L'idealista, certamente, parla d'una vita che sfugge alla morte, ma non può immaginarsi che questa vita sia data per il fatto che un morto ritorni alla vita fisica. L'azione di Dio che, in queste condizioni, ridarebbe la vita all'uomo, gli sembra incomprensibilmente inserita nel corso della natura. Non può riconoscere un'azione di Dio che lo tocca personalmente in questo avvenimento naturale tanto miracoloso quanto la risurrezione d'un morto che, d'altra parte, è incredibile.
Per il pensiero gnostico, Cristo morto e risorto non era solamente un uomo, era l'uomo-Dio; la morte e la sua risurrezione non erano un fatto limitato a lui in quanto individuo, ma erano l'avvenimento cosmico al quale abbiamo preso parte. Ma l'uomo moderno non può che difficilmente aderire a questo modo di pensare e, in ogni caso, non può riviverlo, poiché l'uomo vi è rappresentato come natura, l'avvenimento della salvezza come processo di natura. E da ultimo, la rappresentazione d'un Cristo preesistente come essere celeste e le rappresentazioni correlative della sua entrata in un mondo celeste e luminoso dove sarà rivestito in modo celeste e dotato d'un corpo pneumatico, non gli sembrano solamente incomprensibili a livello razionale, ma non hanno alcun significato per lui. Non comprende come la sua salvezza, che deve essere il compimento della sua vita, della sua personalità, possa confondersi con uno stato simile.”

Rudolf Bultmann (1884–1976) teologo tedesco

L'interprétation du Nouveau Testament

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