Frasi su garage

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema garage, cosa, macchina, dire.

Frasi su garage

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“Una donna ha bisogno di 4 animali nella sua vita: una Jaguar in garage, una tigre nel letto, un visone sulla pelle e un asino che paghi.”

Zsa Zsa Gabor (1917–2016) attrice ungherese naturalizzata statunitense

Origine: Citata in Vincenzo Borgomeo, Fiat-Chrysler, una rivoluzione: 21 modelli nuovi entro il 2014 http://www.repubblica.it/2009/11/motori/attualita/novembre-2009/motori-chrysler-fiat-09/motori-chrysler-fiat-09.html, Repubblica.it, 4 novembre 2009.

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“Informazione non è conoscenza, | conoscenza non è saggezza, | saggezza non è verità, | verità non è bellezza, | bellezza non è amore, | amore non è musica. | La musica è la cosa migliore che esista.”

Frank Zappa (1940–1993) chitarrista, compositore e arrangiatore statunitense

da Packard Goose in Joe's garage
Information is not knowledge | Knowledge is not wisdom | Wisdom is not truth | Truth is not beauty | Beauty is not love | Love is not music | Music is THE BEST.
Origine: Zappa modifica la poesia Ode on a Grecian Urn (Ode su un'urna greca), di John Keats

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“Pelle e jeans | garage-glamourous | non so cosa vuol dire.”

Lady Gaga (1986) cantautrice e attivista statunitense

da Paparazzi n.º 3

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“Per la classe che dimostrano | non c'è nulla come una Ragazza Cattolica | dell'Associazione della Gioventù Cattolica | quando imparano a succhiare…”

Frank Zappa (1940–1993) chitarrista, compositore e arrangiatore statunitense

da Catholic girls, in Joe's garage; 2011

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“Bill Gates non sarebbe mai diventato Bill Gates in Italia. Primo perché lo arrestavano visto che ha cominciato nel garage e non aveva la licenza della 626. Ma a parte la 626, perché non c'era il mercato dei capitali che lo accompagnava all'inizio. Perché da noi gli avrebbero chiesto in garanzia il bar del papà, se il papà aveva un bar.”

Domenico Siniscalco (1954) economista italiano

Origine: Dall'intervento durante la III Giornata della Ricerca, Confindustria - Auditorio della tecnica, Roma, 16 settembre 2004; riportato in Mef.Gov.it http://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/articoli/2004_2005-domenico_siniscalco/documenti/3826_intevento_siniscalco_confindustria_sett_04.pdf.

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“Dall'archivio magnetico del signor Alex D. Alla fine, l'equilibrio interiore non é da cercare. Forse ce l'abbiamo già, e più ci muoviamo o agitiamo o altro, e più ce ne alltonatniamo. Il fatto é che a parlare di equlibrio interiore mi sento un povero stronzo. Mi sembra uno di quei termini che si usano nelle sedute di psicoanalisi liberatoria collettiva o nei rifugi per donne violentate.
Okay. Tutto mi dice di essere forte, determinato negli scopi, capace di andare avanti nella Vita, ma se uno sente che é arrivato il momento di cambiare un pò rotta o anche solo il bisogno di fermarsi a ragionare sul serio per proprio conto? Voglio dire: e i cazzi di sette e mezzo in latino, per esempio, che da semplici strumenti sono diventati una specie di fine ultimo?… Insomma, a quanto ne so dovrei studiare per strappare un titolo di studio che a sua volta mi permetta di strappare un buon lavoro che a sua volta mi permetta di strappare abbastanza soldi per strappare una qualche cavolo di serenità tutta guerregiata e ferita e massacrata dagli sforzi inauditi per raggiungerla.
Cioè, uno dei fini ultimi é questa cavolo di serenità martoriata. Il ragionamento é così. Non ci vuole un genio. E allora, perché dovrei sacrificare i momenti di serenità che mi vengono incontro spontaneamente lungo la strada?
Perché dovrei buttarli in un pozzo, se fanno parte anche loro del fine a cui tendere? Se un pomeriggio posso andare a suonare o uscire con una ragazza che mi piace, perché cavolo devo starmene in casa a trascrivere le versioni dal traduttore o far finta di leggereil sunto di filosofia? La realtà é che mi trovo a sacrificare il me diciassettenne felice di oggi pomeriggio a un eventuale me stesso calvo e sovrappeso, cinquantenne soddisfatto, che apre la porta del garage col comando a distanza e dentro c'ha una bella macchina, una moglie che probabilmente gli fa le corna col commercialista e due figli gemelli con i capelli a caschetto identici in tutto ai bambini nazisti della kinders. Tutti dentro il garage, magari, no. Diciamo più o meno intorno. Cioè, circondato. Dovunque la domanda è: un orrore di queste proporzioni vale più del sole e del gelato di oggi pomeriggio? Più di qualunque ragazza? Più di Valentina che arriva sorridendo all'appuntamento con dieci minuti di ritardo e una maglietta blu con dentro quel ben di Dio sorprendente?”

Jack Frusciante Has Left the Band: A Love Story- with Rock 'n' Roll

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