Frasi di Lope De Vega

Félix Lope de Vega y Carpio è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo spagnolo.

Visse nel siglo de oro spagnolo. Fu incredibilmente prolifico ed è nel numero ristretto dei più famosi autori di teatro del mondo. Cervantes lo definì Monstruo de Naturaleza, "Prodigio della natura", per la sua facilità nello scrivere.

In effetti il suo catalogo è quantomai cospicuo. Scrisse oltre tremila sonetti, tre romanzi, quattro racconti, nove epopee, tre poemi didattici, varie centinaia di commedie, addirittura milleottocento, secondo il catalogo di Juan Pérez de Montalbán, suo allievo e primo biografo.

Lo studioso Rennert y Castro porta il catalogo a settecentoventitré opere, di cui settantotto di attribuzione errata o dubbia, duecentodiciannove perdute, cosicché il repertorio drammatico di Lope si ridurrebbe oggi a quattrocentoventisei opere.

Lope de Vega coltivò ogni tipo di genere letterario, con l'eccezione del romanzo picaresco.

La sua vita e la sua opera furono caratterizzate del resto sempre da estrema esuberanza. Fu amico di Quevedo e di José de Valdivielso, ma anche rivale di Alarcón e Cervantes. Wikipedia  

✵ 25. Novembre 1562 – 27. Agosto 1635
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Lavori

Fuente Ovejuna
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Lope De Vega
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Lope De Vega frasi celebri

“Quello che meglio insegna è sempre il marito.”

Atto II, Scena Quarta
La ragazza sciocca

“Se la donna nacque da una costola di un addormentato, non è quindi strano che anch'ella dorma.”

Atto II, Scena Quinta
La ragazza sciocca

“Il vero amore non può mai fondarsi sul denaro: per prima cosa investe l'anima!”

Atto II, Scena Prima
La ragazza sciocca

Frasi sull'amore di Lope De Vega

“Meravigliosa forza è quella del divino professore: l'amore!”

Atto III, Scena Prima
La ragazza sciocca

“Non c'è vera amicizia e nemmeno amore, dove c'è ostinazione.”

Atto I, Scena Prima
San Giacomo il Verde

Lope De Vega Frasi e Citazioni

“Se avesse incontrato insieme un angelo e un povero, avrebbe lasciato l'angelo e abbracciato il povero.”

da Canzone all'eccelso padre e patriarca san Giovanni di Dio

“È lecito al maestro castigare lo scolaro ignorante!”

Atto I, Scena Quinta
La ragazza sciocca

“La chiarezza è piacevole a tutti; sia nello scrivere sia nel parlare.”

Atto I, Scena Settima
La ragazza sciocca

“Non sempre l'interesse e l'avidità riescono a far nascere l'affetto!”

Atto II, Scena Prima
La ragazza sciocca

“[…] gli intelligenti si ammalano a forza di sopportare gli idioti.”

Atto II, Scena Prima
La ragazza sciocca

“Chi ama e soffre, o è pazzo o non sa quel che si fa!”

Atto II, Scena Seconda
La ragazza sciocca

“Non si deve mai far troppo affidamento sugli sciocchi.”

Atto III, Scena Quattordicesima
La ragazza sciocca

“Lionello: Affé mia, avete perduto la ferula, perché lo «spettegolatoio» pubblico è già occupato!
Barrildo: Come vi è andata a Salamanca?
Lionello: Storia lunga da raccontare.
Barrildo: Sarete diventato un Bartolo!
Lionello: Nemmeno un barbiere! Come vi dicevo, è cosa ben nota in questa facoltà quello che vi riferisco.
Barrildo: Mi sembra che abbiate tratto molto profitto dagli studi.
Lionello: Ho cercato di imparare quello che più importa.
Barrildo: Da quando escono tanti libri per le stampe, non c'è nessuno che non presuma di saper tutto.
Lionello: È appunto per questo, a mio parere, si sa ancor meno, poiché l'eccesso di nozioni genera confusione e risolve in vana schiuma i tentativi di sapere, sicché persino chi è più avvezzo a leggere si sente confondere a vedere tante pagine stampate. Io certamente non nego che l'arte della stampa abbia permesso a mille ingegni di distinguersi dalla massa dei ciarloni, e che custodisce quasi in luogo sacro le sue opere, poesie al riparo dalle offese del tempo, il quale poi le distribuisce e le classifica. Questa invenzione si deve a Gutemberg, um famoso tedesco di Magonza, la cui fama supera ogni altro valore. Tuttavia molti che ebbero idee degne di considerazione, le persero proprio per aver dato alle stampe le loro opere, senza contare che molti stamparono sciocchezze dandosi arie di sapienti, mentre altri, vittime di bassa invidia, scrissero indegne insulsaggini e le mandarono in giro per il mondo, stampate, sotto il nome di coloro che essi odiavano.
Barrildo: Non sono di codesta opinione.
Lionello: È fatale che l'ignorante si vendichi del letterato.
Barrildo: La stampa è una cosa molto importante, Lionello!
Lionello: Il mondo è rimasto per molti secoli privo di essa! Né vediamo nel secolo presente personalità eccelse come quelle di un san Gerolamo o di un sant'Agostino…
Barrildo: Lasciamo codesto discorso, e accomodatevi, ché mi parete stanco.”

Atto II, scena II, p. 30-31.
Fuenteovejuna

“Il desiderio è una malattia degli occhi.”

Atto I, Scena Sesta
San Giacomo il Verde

“L'uomo ammogliato, per chi sta aspettando una carta buona, è la matta che non vale niente!”

Atto I, Scena Dodicesima
San Giacomo il Verde

“L'attesa, quando si ama, è un piacere.”

Atto II, Scena Nona
San Giacomo il Verde

“García: Che cosa significa amare, Lucindo, se non ostinarsi pervicacemente?
Lucindo: Codesta è la migliore definizione dell'amore!
García: Il credere alle parole di una donna mi ha gettato in tanta confusione.
Lucindo: Chi ripone fiducia in una donna, ara nel vento e semina nel mare!
García: La fragile natura loro può scagionarle. Scrive un antico greco che un giorno si spezzò la prima corda della cetra di Apollo, e allora la corda stessa salì in cielo a lamentarsi del dio. «Chiedo giustizia a voi, giudici sommi, – disse al trono d'avorio, – giacché essendo io la più sottile sono quella che Apollo fa vibrare più spesso! Io sono debole ed egli non si stancaa di solleticarmi, mentre tocca molto meno spesso il bordone, che è ben più forte di me. Quindi Apollo non deve lagnarsi se talora mi spezzo mentre egli sta accompagnando il suo canto, giacché vengo costretta da lui a vibrare tante volte!» Con questo bel paragone lo scrittore vuol dire che quella corda così sottile e delicata che è la donna, l'uomo la carica di tanto onore, fiducia, amore, verità, piacere, cura, lealtà. verecondia, valore e patrimonio, che non è strano che talora, a furia di usarla, la perda, e spezzata in più parti gli sembra impazzita.
Lucindo: Quella corda parlò sottilmente, non per nulla era sottile e strumento nelle mani di Apollo! E da parte sua Seneca, che fra i pagani fu il più degno d'approvazione, affermò che la natura operò sapientemente negando potere e forza fisica alla donna, giacché se avesse anche quella non si potrebbe vivere!”

Atto III, Scena Prima
San Giacomo il Verde

Lope De Vega: Frasi in inglese

“And what shall I say of the poets? Oh, this poor century of ours! In the coming year many of them will make their start, but not one of them is as bad as Cervantes, or idiotic enough to praise Don Quixote.”

De poetas no digo: buen siglo es éste. Muchos están en ciernes para el año que viene; pero ninguno hay tan malo como Cervantes ni tan necio que alabe a don Quijote.
Letter dated August 14, 1604; cited from Nicolás Marín (ed.) Cartas (Madrid: Clásicos Castalia, 1985) p. 68. Translation by Ilsa Barea, from Sebastià Juan Arbó Cervantes: Adventurer, Idealist, and Destiny's Fool (London: Thames and Hudson, 1955) p. 204.

“Harmony is pure love, for love is complete agreement.”

Lope De Vega Fuente Ovejuna

Armonía es puro amor, porque el amor es concierto.
Fuenteovejuna (1613), Barrildo, Act I.

“In ancient days they said truth had fled to heaven: attacked on every side, it's not been heard of since. We live in different ages, non-Spaniards and ourselves: they in the age of silver, we in the age of brass.”

Lope De Vega libro La Dorotea

Dijeron que antiguamente
se fue la verdad al cielo;
tal la pusieron los hombres,
que desde entonces no ha vuelto.
En dos edades vivimos
los propios y los ajenos:
la de plata los estraños,
y la de cobre los nuestros.
Act I, sc. iv. Translation from Alan S. Trueblood and Edwin Honig (ed. and trans.) La Dorotea (Cambridge, MA: Harvard Univ. Press, 1985) p. 23.
La Dorotea (1632)

“Since after all, it is the crowd who pays,
Why not content them when you write your plays?”

Lope De Vega libro Arte nuevo de hacer comedias en este tiempo

Como las paga el vulgo, es justo
hablarle en necio para darle gusto.
Arte nuevo de hacer comedias en este tiempo, line 47. (1609). Translation from Marvin A. Carlson Theories of the Theatre (Ithaca: Cornell Univ. Press, [1984] 1993) p. 62.

“Lone I muse but feel not lonely,
Covert solitude’s my lore;
For my company I only
Want my thoughts and nothing more.”

Lope De Vega libro La Dorotea

A mis soledades voy,
de mis soledades vengo,
porque para andar conmigo
me bastan mis pensamientos.
Act I, sc. iv. Translation from John Armstrong Crow An Anthology of Spanish Poetry (Baton Rouge: Louisiana State Univ. Press, 1979) p. 107.
La Dorotea (1632)

“To turn your face from clear proofs of deceit,
To drink poison as if it were a soothing liquor,
To disregard gain and delight in being injured.
To believe that heaven can lie contained in hell;
To devote your life and soul to being disillusioned;
This is love; whoever has tasted it, knows.”

Lope De Vega Desmayarse

Huir el rostro al claro desengaño,
beber veneno por licor süave,
olvidar el provecho, amar el daño;
creer que un cielo en un infierno cabe,
dar la vida y el alma a un desengaño;
esto es amor. Quien lo probó lo sabe.
Sonnet, "Desmayarse, atreverse, estar furioso", line 9, from Rimas (1602); cited from José Manuel Blecua (ed.) Lírica (Madrid: Clásicos Castalia, [1981] 1999) p. 136. Translation from Eugenio Florit (ed.) Introduction to Spanish Poetry (New York: Dover, [1964] 1991) p. 65.

“But life is short: while one lives, everything is lacking; when one is dead, everything is superfluous.”

Lope De Vega libro La Dorotea

Pero la vida es corta:
viviendo, todo falta;
muriendo, todo sobra.
Act III, sc. vii. Translation from Arthur Terry Seventeenth-Century Spanish Poetry (Cambridge: CUP, 1993) p. 118.
La Dorotea (1632)

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