“E il meccanismo della sorpresa, inteso come improvviso manifestarsi di una realtà alternativa a quella presupposta, che in ogni tipo di narrativa è una semplice opzione nell'ambito della tecnica del racconto, nel romanzo apuleiano si rivela perciò – sia a livello della trama principale che dei racconti secondari – una vera e propria strategia compositiva e uno dei fili conduttori della storia, e di conseguenza un modello di percezione del mondo. Nel mondo delle Metamorfosi niente può considerarsi sicuro – e l'esempio perfetto di questo mondo delle apparenze, in cui ogni cosa appare precaria e ingannevole, è lo stesso protagonista imprigionato nella forma dell'asino e naturalmente ignorato per tutto il tempo dagli altri uomini. […] non ci sono certezze, tutto dev'essere verificato, toccato con mano. L'unica possibilità di sapere è l'esperienza, e la disposizione d'animo più giusta sembra appunto questa credulitas, quest'ansia di mirum che fin dall'inizio caratterizza il protagonista; non si tratta di ingenuità, ma di apertura mentale, un atteggiamento più volte lodato da Lucio stesso: mentre lo scetticismo dell'anonimo compagno di Aristomene – che è presumibilmente quello del lettore – si preclude molte possibilità, l'atteggiamento di chi «vuol sapere tutto, o almeno il più possibile» sembra il più consigliabile.”

—  Apuleio , libro Le metamorfosi

Lara Nicolini, introduzione, 2005, p. 31
Le metamorfosi, Citazioni sull'opera

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Il racconto è il romanzo di un pigro.”

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La frase compare nel solo titolo di un articolo di Nico Orengo (Tabucchi: il racconto è il romanzo di un pigro, TuttoLibri, 15 febbraio 1986, n. 490, p. 3), che sintetizza il seguente pensiero, riportato nel testo seguente: «Oggi per scrivere racconti bisogna essere un pigro personaggio che preferisce raccontare in dieci pagine ciò che un volenteroso scriverebbe in cento».
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