“A indirizzare l'atteggiamento delle società moderne nei confronti dei rischi tecnologici, in definitiva, sarà l'esito di questo confronto culturale, in cui la comunicazione gioca un ruolo cruciale. In accordo con il linguista statunitense George P. Lakoff, in ogni controversia ha la meglio chi riesce a imporre il proprio linguaggio, perché il linguaggio trasmette una precisa visione del mondo. E, come abbiamo visto, anche il mito, prima di ogni altra cosa, è un potente strumento comunicativo, capace di attribuire ai fatti del mondo valori e significati simbolici, e di veicolare questi significati in forma implicita, fino a trasformarli in simboli della cultura che li esprime.
Il ricorso al mito nelle narrazioni sui rischi tecnologici nasconde dunque un'importante funzione politica. I miti sono ideologia in forma di racconto, specchio delle regole, dei valori e delle aspirazioni in cui comunità si riconosce. È da questo scontro di idee e valori che nascono, trovano significato e si diffondono le controversie sui rischi tecnologici. Dall'esito di questo dibattito sul futuro della scienza e della tecnologia nascerà la società in cui vogliamo vivere.”

Origine: Le mele di Chernobyl sono buone, p. 254

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

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“L'inconscio è, in primo luogo e prima di ogni altra cosa, il mondo del passato, riattivato dalla limitatezza dell'atteggiamento cosciente.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

Origine: L'inconscio (1918), p. 146; 1997

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“Poiché il mito ruba al linguaggio, perché non rubare al mito?”

Roland Barthes (1915–1980) saggista, critico letterario e linguista francese

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