“[Su Luigi Pirandello] Comunque, per schematicamente abbreviare, i punti da cui partire per un più "attendibile " discorso su Pirandello, per una più libera e acuta lettura dell'opera sua, a me pare siano questi: 1) la Sicilia: non solo come "luogo delle metamorfosi" delle creature in personaggi, dei personaggi in creature, della vita nel teatro e del teatro nella vita – un luogo, insomma, in cui più evidente, concitato e violento si fa "el gran teatro del mundo"; ma il luogo, anche, di una cultura e di una tradizione da cui Pirandello decolla verso spazi vertiginosi (e qui bisogna tenere un certo conto della sua iniziale e poi alquanto persistente affinità al mondo realistico, fiabesco e anche "spiritistico" di Luigi Capuana); 2) la "religiosità": che, si capisce, non ha nulla a che fare con le religioni rivelate, con la chiesa e con le chiese, anche se molto ha a che fare con l'essenza evangelica del Cristianesimo, ma che soprattutto si riconosce in quella che tout court possiamo dire la sua religione dello scrivere, dello scrivere come vivere, dello scrivere invece di vivere ("la vita" diceva "o la si vive o la si scrive": e nella sua scelta di scriverla c'è evidentemente un religioso eroismo); 3) il suo rapporto con Montaigne, mai finora scrutato, e l'antagonistica attrattiva che certamente Pascal esercitò su di lui: e ci vorrebbe una ricerca da elaboratore elettronico – ma meglio se fatta da mente umana – per estrarre dall'opera di Pirandello i momenti diciamo pascaliani, di sentimento e sgomento cosmico particolarmente. E avendo fatto questi due nomi – Montaigne e Pascal, grandi pilastri nell'edificio della letteratura francese – ne discende in definitiva la necessità di esaminare e puntualizzare il rapporto di Pirandello con quella cultura: rapporto che finirà col rivelarsi molto più importante ed effettuale di quello, che è ormai luogo comune riconoscergli, con la cultura tedesca. Ed anche questo punto, cui ho voluto dare rilevanza a sé, in verità si appartiene al Pirandello "siciliano", poiché il rapporto con la Francia è un dato inalienabile della cultura siciliana, e di grande intensità particolarmente lo era negli anni formativi di Pirandello.”
Origine: Dal discorso commemorativo pronunciato a Palermo nel 1986 per il cinquantenario della morte di Luigi Pirandello; riportato in Sciascia: Pirandello http://www.parodos.it/archivio/sciascia_pirandello.htm, Parodos.it.
Argomenti
metamorfosi , rapporto , cultura , luogo , siciliano , teatro , creatura , personaggio , religione , operaio , chiesa , opera , vita , vivero , attrattiva , rilevanza , decollo , pilastro , persistente , elettronica , eroismo , iniziale , sgomento , evangelico , grande , edificio , essenza , francese , lettura , esercito , finire , cristianesimo , tedesco , tenero , tradizione , franco , letteratura , ricerca , discorso , comune , sentimento , conto , scelta , dato , mente , punto , meglio , verso , momento , verità , bisogno , fatto , due-giorni , mondo , necessità , religioso , intensità , dire , affinità , libero , fare , voluta , importante , nullaLeonardo Sciascia 125
scrittore e saggista italiano 1921–1989Citazioni simili

citato in prefazione a Compagni senza censura
citato in Il teatro di Luigi Pirandello, introduzione pag. XXXIII, VII ristampa, Oscar Mondadori, gennaio 1976
da Il teatro di Luigi Pirandello, introduzione, pag. XXI, Oscar Mondadori, 1976

“Il teatro è il luogo dove "io è morto" può assumere espressione.”
da Arcangelo Leone de Castris, Il decadentismo italiano, Bari, 1974, p. 199; citato da Ferruccio Masini in Gli schiavi di Efesto; L'umorismo pirandelliano e la scrittura teatrale come entelechia drammatica. Editori Riuniti, Roma, 1981, pp. 349-340, nota
Origine: Omissione di Ferruccio Masini
da Chora o il corpo della voce, in AA. VV., La ricerca impossibile; citato in Carmelo Bene, Opere, con l'Autografia d'un ritratto, pag. 1508