Frasi di Alexis De Tocqueville
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Il visconte Alexis Henri Charles de Clérel de Tocqueville è stato un filosofo, politico, storico, sociologo, giurista e magistrato francese.

L'intellettuale francese Raymond Aron ha messo in evidenza il suo contributo alla sociologia, tanto da poterlo annoverare tra i fondatori della disciplina.

È considerato uno degli storici e studiosi più importanti del pensiero liberale.

✵ 29. Luglio 1805 – 16. Aprile 1859   •   Altri nomi Visconte Alexis de Tocqueville, Алексис де Токвиль
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Alexis De Tocqueville frasi celebri

“Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell'abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.
Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri… Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po' di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l'ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell'ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere.
Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo.”

citato in Umberto Eco, Considerazioni attuali, L'espresso, n. 20, anno LIV, 22 maggio 2008, p. 222
La democrazia in America

“Eccola, dunque, finalmente, ci dicevamo, questa Sicilia, la mèta del nostro viaggio, l'argomento delle nostre discussioni da tanti mesi, eccola tutta intera sotto i nostri piedi. Girando su noi stessi possiamo percorrerla in un istante; ne tocchiamo con gli occhi tutti i punti; quasi nulla ce ne sfugge ed essa è ben lungi dall'occupare l'orizzonte. Noi venivamo dall'Italia: avevamo calpestato la cenere dei più grandi uomini che furono mai esistiti e respirato la polvere dei loro monumenti, eravamo pieni delle grandezze della storia. Ma qualcos'altro ancora parlava, qui, all'immaginazione: tutti gli oggetti che scorgevamo, tutte le idee che venivano ad offrirsi, numerosissime, alla nostra mente, ci riportavano ai tempi primitivi. Toccavamo le prime età del mondo, quelle età di semplicità e di innocenza in cui gli uomini non erano ancora rattristati dal ricordo del passato, né spaventati dall'incertezza dell'avvenire, in cui, contenti della felicità presente e fiduciosi nella sua durata, raccoglievano quel che la terra dava loro senza coltivarla, e, vicini agli déi per la purezza del cuore, ne incontravano ancora ad ogni passo la traccia e vivevano, in un certo senso, in mezzo a loro; è qui che la leggenda ci mostra i primi uomini. È questa la patria delle divinità della mitologia greca. Vicino a questi luoghi, Plutone rapì Proserpina alla madre; in questo bosco che abbiamo appena attraversato, Cerere sospese la sua rapida corsa e, stanca delle sue vane ricerche, si sedette su una roccia e, benché dea, pianse, dicono i Greci, perché era madre. Apollo ha custodito le mandrie in queste valli; questi boschetti che si estendono fin sulla riva del mare hanno risuonato del flauto di Pan; le ninfe si sono smarrite sotto le loro ombre e hanno respirato il loro profumo. Qui Galatea fuggiva Polifemo, e Akis, sul punto di soccombere sotto i colpi del suo rivale, incantava ancora queste rive e vi lasciava il suo nome… In lontananza si scorge il lago d'Ercole e le rocce dei Ciclopi. Terra degli déi e degli eroi!”

cap. 1, Scritti giovanili, Frammenti del viaggio in Sicilia, p. 134
La rivoluzione democratica in Francia

Frasi sulla libertà di Alexis De Tocqueville

“I governi democratici possono diventare violenti e anche crudeli in certi momenti di grande effervescenza e di pericolo, ma queste crisi saranno rare e passeggere. Quando penso alle piccole passioni degli uomini del nostro tempo […] non temo che essi troveranno fra i loro capi dei tiranni, ma piuttosto dei tutori. Credo, dunque, che la forma d'oppressione da cui sono minacciati i popoli democratici non rassomiglierà a quelle che l'hanno preceduta nel mondo, […] poiché le antiche parole dispotismo e tirannide non le convengono affatto. La cosa è nuova, bisogna tentare di definirla, poiché non è possibile indicarla con un nome. Se cerco di immaginarmi il nuovo aspetto che il dispotismo potrà avere nel mondo, vedo una folla innumerevole di uomini eguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri. Ognuno di essi, tenendosi da parte, è quasi estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui tutta la specie umana; quanto al rimanente dei suoi concittadini, egli è vicino ad essi, ma non li vede; li tocca ma non li sente affatto; vive in se stesso e per se stesso e, se gli resta ancora una famiglia, si può dire che non ha più patria. Al di sopra di essi si eleva un potere immenso e tutelare, che solo si incarica di assicurare i loro beni e di vegliare sulla loro sorte. È assoluto, particolareggiato, regolare, previdente e mite. Rassomiglierebbe all'autorità paterna se, come essa, avesse lo scopo di preparare gli uomini alla virilità, mentre cerca invece di fissarli irrevocabilmente all'infanzia; ama che i cittadini si divertano, purché non pensino che a divertirsi. Lavora volentieri al loro benessere, ma vuole esserne l'unico agente e regolatore; provvede alla loro sicurezza e ad assicurare i loro bisogni, facilita i loro piaceri, tratta i loro principali affari, dirige le loro industrie, regola le loro successioni, divide le loro eredità; non potrebbe esso togliere interamente loro la fatica di pensare e la pena di vivere? Così ogni giorno esso rende meno necessario e più raro l'uso del libero arbitrio, restringe l'azione della volontà in più piccolo spazio e toglie a poco a poco a ogni cittadino perfino l'uso di se stesso. L'eguaglianza ha preparato gli uomini a tutte queste cose, li ha disposti a sopportarle e spesso anche considerarle come un beneficio. Così, […] il sovrano estende il suo braccio sull'intera società; ne copre la superficie con una rete di piccole regole complicate, minuziose ed uniformi, attraverso le quali anche gli spiriti più originali e vigorosi non saprebbero come mettersi in luce e sollevarsi sopra la massa; esso non spezza le volontà, ma le infiacchisce, le piega e le dirige; raramente costringe ad agire, ma si sforza continuamente di impedire che si agisca; non distrugge, ma impedisce di creare; non tiranneggia direttamente, ma ostacola, comprime, snerva, estingue, riducendo infine la nazione a non essere altro che una mandria di animali timidi ed industriosi, della quale il governo è il pastore. Ho sempre creduto che questa specie di servitù regolata e tranquilla, che ho descritto, possa combinarsi meglio di quanto si immagini con qualcuna delle forme esteriori della libertà e che non sia impossibile che essa si stabilisca anche all'ombra della sovranità del popolo. […] In questo sistema il cittadino esce un momento dalla dipendenza per eleggere il padrone e subito dopo vi rientra.”

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La democrazia in America
Variante: I governi democratici possono diventare violenti e anche crudeli in certi momenti di grande effervescenza e di pericolo, ma queste crisi saranno rare e passeggere.
Quando penso alle piccole passioni degli uomini del nostro tempo […] non temo che essi troveranno fra i loro capi dei tiranni, ma piuttosto dei tutori. Credo, dunque, che la forma d'oppressione da cui sono minacciati i popoli democratici non rassomiglierà a quelle che l'hanno preceduta nel mondo, […] poiché le antiche parole dispotismo e tirannide non le convengono affatto. La cosa è nuova, bisogna tentare di definirla, poiché non è possibile indicarla con un nome.
Se cerco di immaginarmi il nuovo aspetto che il dispotismo potrà avere nel mondo, vedo una folla innumerevole di uomini eguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri. Ognuno di essi, tenendosi da parte, è quasi estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui tutta la specie umana; quanto al rimanente dei suoi concittadini, egli è vicino ad essi, ma non li vede; li tocca ma non li sente affatto; vive in se stesso e per se stesso e, se gli resta ancora una famiglia, si può dire che non ha più patria.
Al di sopra di essi si eleva un potere immenso e tutelare, che solo si incarica di assicurare i loro beni e di vegliare sulla loro sorte. È assoluto, particolareggiato, regolare, previdente e mite. Rassomiglierebbe all'autorità paterna se, come essa, avesse lo scopo di preparare gli uomini alla virilità, mentre cerca invece di fissarli irrevocabilmente all'infanzia; ama che i cittadini si divertano, purché non pensino che a divertirsi. Lavora volentieri al loro benessere, ma vuole esserne l'unico agente e regolatore; provvede alla loro sicurezza e ad assicurare i loro bisogni, facilita i loro piaceri, tratta i loro principali affari, dirige le loro industrie, regola le loro successioni, divide le loro eredità; non potrebbe esso togliere interamente loro la fatica di pensare e la pena di vivere?
Così ogni giorno esso rende meno necessario e più raro l'uso del libero arbitrio, restringe l'azione della volontà in più piccolo spazio e toglie a poco a poco a ogni cittadino perfino l'uso di se stesso. L'eguaglianza ha preparato gli uomini a tutte queste cose, li ha disposti a sopportarle e spesso anche considerarle come un beneficio. Così, […] il sovrano estende il suo braccio sull'intera società; ne copre la superficie con una rete di piccole regole complicate, minuziose ed uniformi, attraverso le quali anche gli spiriti più originali e vigorosi non saprebbero come mettersi in luce e sollevarsi sopra la massa; esso non spezza le volontà, ma le infiacchisce, le piega e le dirige; raramente costringe ad agire, ma si sforza continuamente di impedire che si agisca; non distrugge, ma impedisce di creare; non tiranneggia direttamente, ma ostacola, comprime, snerva, estingue, riducendo infine la nazione a non essere altro che una mandria di animali timidi ed industriosi, della quale il governo è il pastore.
Ho sempre creduto che questa specie di servitù regolata e tranquilla, che ho descritto, possa combinarsi meglio di quanto si immagini con qualcuna delle forme esteriori della libertà e che non sia impossibile che essa si stabilisca anche all'ombra della sovranità del popolo.
[…] In questo sistema il cittadino esce un momento dalla dipendenza per eleggere il padrone e subito dopo vi rientra.

“Ai miei occhi le società umane, come gli individui, diventano qualcosa solo grazie alla libertà.”

da una lettera a Gobineau; citato in Gustavo Zagrebelsky, Le correzioni di Tocqueville ai difetti della democrazia, 29 luglio 2005, in Lo Stato e la Chiesa, ora in Zagrebelsky 2008, p. 145

Frasi sugli uomini di Alexis De Tocqueville

Alexis De Tocqueville Frasi e Citazioni

Alexis De Tocqueville frase: “La democrazia è il potere di un popolo informato.”

“La democrazia è il potere di un popolo informato.”

La democrazia in America
Variante: La democrazia è il potere di un popolo informato.

Alexis De Tocqueville: Frasi in inglese

“Alternative translation: In politics… shared hatreds are almost always the basis of friendships.”

Recollections of Alexis de Tocqueville, p. 96 http://books.google.com/books?id=3gtoAAAAMAAJ&pg=PA96&vq=%22hatred+is+almost+always+the+foundation%22&source=gbs_search_s&cad=0
1850s and later

“The genius of democracies is seen not only in the great number of new words introduced but even more in the new ideas they express.”

Alexis De Tocqueville libro La democrazia in America

Book One, Chapter XVI.
Democracy in America, Volume II (1840), Book One

“A democratic government is the only one in which those who vote for a tax can escape the obligation to pay it.”

Alexis De Tocqueville libro La democrazia in America

Origine: Democracy in America, Volume I (1835), Chapter X-XIV, Chapter XIII.

“It is almost never when a state of things is the most detestable that it is smashed, but when, beginning to improve, it permits men to breathe, to reflect, to communicate their thoughts with each other, and to gauge by what they already have the extent of their rights and their grievances. The weight, although less heavy, seems then all the more unbearable.”

Letter to Pierre Freslon, 23 September 1853 Selected Letters, p. 296 as cited in Toqueville's Road Map p. 103 http://books.google.com/books?id=fLL6Bil2gtcC&pg=PA103&dq=%22almost+never+when+a+state+of+things+is+the+most+detestable+that+it+is+smashed%22
1850s and later

“Variant: What is not yet done is only what we have not yet attempted to do.”

Alexis De Tocqueville libro La democrazia in America

Origine: Democracy in America, Volume I (1835), Chapter XV-IXX, Chapter XVIII.

“Consider any individual at any period of his life, and you will always find him preoccupied with fresh plans to increase his comfort.”

Alexis De Tocqueville libro La democrazia in America

Book Three, Chapter XXI.
Democracy in America, Volume II (1840), Book Three

“General ideas are no proof of the strength, but rather of the insufficiency of the human intellect.”

Alexis De Tocqueville libro La democrazia in America

Book One, Chapter III.
Democracy in America, Volume II (1840), Book One

“Men in general are neither very good nor very bad, but mediocre… Man with his vices, his weaknesses, his virtues, this confused medley of good and ill, high and low, goodness and depravity, is yet, take him all in all, the object on earth most worthy of study, of interest, of pity, of attachment and of admiration. And since we haven't got angels, we can attach ourselves to nothing greater and more worthy of our devotion than our own kind.”

Letter to Eugene Stoffels (Jan. 3, 1845) as quoted by Thomas Molnar, The Decline of the Intellectual (1961) Ch. 11 "Intellectual and Philosopher"
Original text:
Les hommes ne sont en général ni très-bons, ni très-mauvais : ils sont médiocres. [...] L'homme avec ses vices, ses faiblesses, ses vertus, ce mélange confus de bien et de mal, de bas et de haut, d'honnête et de dépravé, est encore, à tout prendre, l'objet le plus digne d'examen, d'intérêt, de pitié, d'attachement et d'admiration qui se trouve sur la terre; et puisque les anges nous manquent, nous ne saurions nous attacher à rien qui soit plus grand et plus digne de notre dévouement que nos semblables.
1840s

“No protracted war can fail to endanger the freedom of a democratic country.”

Alexis De Tocqueville libro La democrazia in America

Book Three, Chapter XXII.
Democracy in America, Volume II (1840), Book Three

“I know of no country in which there is so little independence of mind and real freedom of discussion as in America.”

Alexis De Tocqueville libro La democrazia in America

Origine: Democracy in America, Volume I (1835), Chapter XV-IXX, Chapter XV.

“In order to enjoy the inestimable benefits that the liberty of the press ensures, it is necessary to submit to the inevitable evils it creates”

Alexis De Tocqueville libro La democrazia in America

Pour recueillir les biens inestimables qu'assure la liberté de la presse, il faut savoir se soumettre aux maux inévitables qu'elle fait naître.
Origine: Democracy in America, Volume I (1835), Chapter X-XIV, Chapter XI.

“In countries where associations are free, secret societies are unknown. In America there are factions, but no conspiracies.”

Alexis De Tocqueville libro La democrazia in America

Origine: Democracy in America, Volume I (1835), Chapter X-XIV, Chapter XII.

“I should have loved freedom, I believe, at all times, but in the time in which we live I am ready to worship it.”

Alexis De Tocqueville libro La democrazia in America

Book Four, Chapter VII.
Democracy in America, Volume II (1840), Book Four

“I studied the Koran a great deal. I came away from that study with the conviction there have been few religions in the world as deadly to men as that of Muhammad. So far as I can see, it is the principal cause of the decadence so visible today in the Muslim world and, though less absurd than the polytheism of old, its social and political tendencies are in my opinion to be feared, and I therefore regard it as a form of decadence rather than a form of progress in relation to paganism itself.”

Letter to Arthur de Gobineau, 22 October 1843, Tocqueville Reader, p. 229 http://books.google.com/books?id=JhEVK0UMgFMC&pg=PA229&vq=studied+the+koran&dq=%22few+religions+in+the+world+as+deadly+to+men+as+that+of+Muhammad%22+-tocqueville&source=gbs_search_s&cad=0
Original text: J’ai beaucoup étudié le Koran à cause surtout de notre position vis-à-vis des populations musulmanes en Algérie et dans tout l’Orient. Je vous avoue que je suis sorti de cette étude avec la conviction qu’il y avait eu dans le monde, à tout prendre, peu de religions aussi funestes aux hommes que celle de Mahomet. [...] Elle est, à mon sens, la principale cause de la décadence aujourd’hui si visible du monde musulman, et quoique moins absurde que le polythéisme antique, ses tendances sociales et politiques étant, à mon avis, infiniment plus à redouter, je la regarde relativement au paganisme lui-même comme une décadence plutôt que comme un progrès (Wikisource)
1840s

“In a revolution, as in a novel, the most difficult part to invent is the end.”

Recollections of Alexis de Tocqueville, p. 71 http://books.google.com/books?id=3gtoAAAAMAAJ&pg=PA71&dq=%22most+difficult+part+to+invent+is+the+end%22.
1850s and later

“The principle of equality does not destroy the imagination, but lowers its flight to the level of the earth.”

Alexis De Tocqueville libro La democrazia in America

Book Three, Chapter XI.
Democracy in America, Volume II (1840), Book Three

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