citato in Umberto Eco, Considerazioni attuali, L'espresso, n. 20, anno LIV, 22 maggio 2008, p. 222
La democrazia in America
Alexis De Tocqueville frasi celebri
cap. 1, Scritti giovanili, Frammenti del viaggio in Sicilia, p. 134
La rivoluzione democratica in Francia
da una lettera del 1835; citato in Zagrebelsky 2008, p. 142
La democrazia in America
La democrazia in America
Frasi sulla libertà di Alexis De Tocqueville
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La democrazia in America
Variante: I governi democratici possono diventare violenti e anche crudeli in certi momenti di grande effervescenza e di pericolo, ma queste crisi saranno rare e passeggere.
Quando penso alle piccole passioni degli uomini del nostro tempo […] non temo che essi troveranno fra i loro capi dei tiranni, ma piuttosto dei tutori. Credo, dunque, che la forma d'oppressione da cui sono minacciati i popoli democratici non rassomiglierà a quelle che l'hanno preceduta nel mondo, […] poiché le antiche parole dispotismo e tirannide non le convengono affatto. La cosa è nuova, bisogna tentare di definirla, poiché non è possibile indicarla con un nome.
Se cerco di immaginarmi il nuovo aspetto che il dispotismo potrà avere nel mondo, vedo una folla innumerevole di uomini eguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri. Ognuno di essi, tenendosi da parte, è quasi estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui tutta la specie umana; quanto al rimanente dei suoi concittadini, egli è vicino ad essi, ma non li vede; li tocca ma non li sente affatto; vive in se stesso e per se stesso e, se gli resta ancora una famiglia, si può dire che non ha più patria.
Al di sopra di essi si eleva un potere immenso e tutelare, che solo si incarica di assicurare i loro beni e di vegliare sulla loro sorte. È assoluto, particolareggiato, regolare, previdente e mite. Rassomiglierebbe all'autorità paterna se, come essa, avesse lo scopo di preparare gli uomini alla virilità, mentre cerca invece di fissarli irrevocabilmente all'infanzia; ama che i cittadini si divertano, purché non pensino che a divertirsi. Lavora volentieri al loro benessere, ma vuole esserne l'unico agente e regolatore; provvede alla loro sicurezza e ad assicurare i loro bisogni, facilita i loro piaceri, tratta i loro principali affari, dirige le loro industrie, regola le loro successioni, divide le loro eredità; non potrebbe esso togliere interamente loro la fatica di pensare e la pena di vivere?
Così ogni giorno esso rende meno necessario e più raro l'uso del libero arbitrio, restringe l'azione della volontà in più piccolo spazio e toglie a poco a poco a ogni cittadino perfino l'uso di se stesso. L'eguaglianza ha preparato gli uomini a tutte queste cose, li ha disposti a sopportarle e spesso anche considerarle come un beneficio. Così, […] il sovrano estende il suo braccio sull'intera società; ne copre la superficie con una rete di piccole regole complicate, minuziose ed uniformi, attraverso le quali anche gli spiriti più originali e vigorosi non saprebbero come mettersi in luce e sollevarsi sopra la massa; esso non spezza le volontà, ma le infiacchisce, le piega e le dirige; raramente costringe ad agire, ma si sforza continuamente di impedire che si agisca; non distrugge, ma impedisce di creare; non tiranneggia direttamente, ma ostacola, comprime, snerva, estingue, riducendo infine la nazione a non essere altro che una mandria di animali timidi ed industriosi, della quale il governo è il pastore.
Ho sempre creduto che questa specie di servitù regolata e tranquilla, che ho descritto, possa combinarsi meglio di quanto si immagini con qualcuna delle forme esteriori della libertà e che non sia impossibile che essa si stabilisca anche all'ombra della sovranità del popolo.
[…] In questo sistema il cittadino esce un momento dalla dipendenza per eleggere il padrone e subito dopo vi rientra.
“Ai miei occhi le società umane, come gli individui, diventano qualcosa solo grazie alla libertà.”
da una lettera a Gobineau; citato in Gustavo Zagrebelsky, Le correzioni di Tocqueville ai difetti della democrazia, 29 luglio 2005, in Lo Stato e la Chiesa, ora in Zagrebelsky 2008, p. 145
citato in Zagrebelsky 2008, p. 146
1951-, vol. II, t. 2, p. 334; citato in Losurdo 2005, pp. 200-1
Frasi sugli uomini di Alexis De Tocqueville
citato in John Lukacs, Democrazia e populismo, traduzione di Giovanni Ferrara degli Uberti, Longanesi, 2006, p. 206
La democrazia in America
Alexis De Tocqueville Frasi e Citazioni

“La democrazia è il potere di un popolo informato.”
La democrazia in America
Variante: La democrazia è il potere di un popolo informato.
a cura di): The Tocqueville Reader: A Life in Letters and Politics, Wiley-Blackwell, 2002
“La storia è una galleria di quadri dove ci sono pochi originali e molte copie.”
da L'antico regime e la Rivoluzione
1951-, vol. IV, t. 1, pp. 50-51; citato in Losurdo 2005, p. 73
dalla prefazione a L'Antico regime e la Rivoluzione; citato in Zagrebelsky 2008, p. 145
1951-, vol. 11, t. 1, p. 62; citato in Losurdo 2005, p. 123
La democrazia in America
“Come fare di un popolo il padrone di se stesso, se non è sottomesso a Dio?”
La democrazia in America
La democrazia in America
La democrazia in America
La democrazia in America
2012
La democrazia in America
“L'incredulità è un accidente; la fede sola è lo stato permanente dell'umanità.”
La democrazia in America
La democrazia in America
La democrazia in America
La democrazia in America
La democrazia in America
La democrazia in America
Alexis De Tocqueville: Frasi in inglese
Book Four, Chapter III.
Democracy in America, Volume II (1840), Book Four
Book One, Chapter XXI.
Democracy in America, Volume II (1840), Book One
Origine: Democracy in America, Volume I (1835), Chapter XV-IXX, Chapter XVIII.
Original text: Quant à moi, je suis profondément démocrate, c'est pour cela que je ne suis nullement socialiste. La démocratie et le socialisme ne peuvent pas marcher ensemble. Qui veut l'un ne veut pas l'autre.
Notes for a Speech on Socialism (1848).
1840s
Origine: Democracy in America, Volume I (1835), Chapter XV-IXX, Chapter XVIII.
Book One, Chapter XIII.
Democracy in America, Volume II (1840), Book One
1850s and later
Book Three, Chapter XXI.
Democracy in America, Volume II (1840), Book Three
Origine: Democracy in America, Volume I (1835), Chapter X-XIV, Chapter XIII.
Book One, Chapter V.
Democracy in America, Volume II (1840), Book One
Book Two, Chapter XX.
Democracy in America, Volume II (1840), Book Two
Book Two, Chapter VI.
Democracy in America, Volume II (1840), Book Two
Letter to Ernest de Chabrol, 9 June 1831 Selected Letters, ed. Roger Boesche, UofC Press 1985, p. 39 https://books.google.de/books?id=dwDWCAhP5EMC&pg=PA39&lpg=PA39&dq=character.
1830s
This has often been attributed to de Tocqueville's Democracy in America, but erroneously, according to "The Tocqueville Fraud" http://www.weeklystandard.com/print/the-tocqueville-fraud/article/8100 in The Weekly Standard (13 November 1995). This quote dates back to at least 1922 (Herald and Presbyter, September 6, 1922, p. 8 http://books.google.com/books?id=3sYpAAAAYAAJ&pg=RA3-PT21&vq=%22I+sought+for+the+greatness+and+genius+of+America+in+her+commodious%22&source=gbs_search_r&cad=0_1)
There's an earlier variant, without the memorable ending, that dates back to at least 1886:
I went at your bidding, and passed along their thoroughfares of trade. I ascended their mountains and went down their valleys. I visited their manufactories, their commercial markets, and emporiums of trade. I entered their judicial courts and legislative halls. But I sought everywhere in vain for the secret of their success, until I entered the church. It was there, as I listened to the soul-equalizing and soul-elevating principles of the Gospel of Christ, as they fell from Sabbath to Sabbath upon the masses of the people, that I learned why America was great and free, and why France was a slave.
Empty Pews & Selections from Other Sermons on Timely Topics, Madison Clinton Peters; Zeising, 1886, p. 35 http://books.google.com/books?id=f54PAAAAIAAJ&pg=PA35&dq=de+tochneville&ei=w1YCSbS3JoTkygS2g_mvDQ
Misattributed
Original text: À côté de ces hommes religieux, j'en découvre d'autres dont les regards sont tournés vers la terre plutôt que vers le ciel; partisans de la liberté, non seulement parce qu'ils voient en elle l'origine des plus nobles vertus, mais surtout parce qu'ils la considèrent comme la source des plus grands biens, ils désirent sincèrement assurer son empire et faire goûter aux hommes ses bienfaits : je comprends que ceux-là vont se hâter d'appeler la religion à leur aide, car ils doivent savoir qu'on ne peut établir le règne de la liberté sans celui des mœurs, ni fonder les mœurs sans les croyances; mais ils ont aperçu la religion dans les rangs de leurs adversaires, c'en est assez pour eux : les uns l'attaquent, et les autres n'osent la défendre.
Introduction.
Democracy in America, Volume I (1835)