“[22 Gennaio 1945, Carcere di Fresnes, condannato a morte] A trentacinque anni, prigioniero come Villon, incatenato come Cervantes, condannato come Andrea Chenier, prima dell'ora dei condannati, come altri in altri tempi, su questi fogli scarabocchiati inizio il mio testamento. Per sentenza, dei miei beni terreni mi si vuol togliere il possesso. È facile, non ho terre ne tesori e i miei libri, le mie visioni possono essere dispersi al vento: amore e coraggio non sono soggetti a processo. Per prima cosa lascio l'anima mia a Dio suo creatore, né santa né pura, lo so, soltanto l'anima di un peccatore. Possano i Santi francesi, quelli della fiducia, dire egli non arrivò mai a peccare contro la speranza. Cosa donare alla mia patria se ella stessa mi ha scacciato? Ho creduto d'averla servita e l'amo sempre, anche oggi. Essa mi ha dato il mio paese, e la lingua che è stata mia. Io non posso che lasciarle qui il mio corpo, in terra sconsacrata.”
citato in Jacques Isorni, Il processo Brasillach, traduzione di Franco G. Freda, prefazione di Maurice Bardéche, edizioni di Ar, p. 144
Argomenti
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scrittore, giornalista e critico cinematografico francese 1909–1945Citazioni simili
da Per una conoscenza letteraria di alcuni dati scientifici, p. 58
Considerazioni su un mondo peggiore

citato in FIGC. Carraro: «Juve non condannata per doping» http://www.sport.it/news/figc-carraro-juve-non-condannata-per-doping/, sport.it, 4 marzo 2005

Malfattori in tribunale, p. 481
Foglie d'erba, Ruscelletti autunnali

El juego del ángel
Il gioco dell'angelo
Variante: La gente normale mette al mondo dei figli; noi romanzieri dei libri. Siamo condannati a metterci la vita, anche se quasi mai ce ne sono grati. Siamo condannati a morire nelle loro pagine e a volte perfino a lasciare che siano loro a toglierci la vita