“Parliamo, scriviamo, raccontiamo di piccole e grandi cose per cercare di capire, di arrivare a qualcosa, di afferrare l’essenza che però si allontana sempre più come l’arcobaleno. Nelle storie antiche si dice che l’uomo non possa guardare Dio, equivarrebbe alla morte, e senza dubbio vale lo stesso per quello che cerchiamo – la ricerca stessa è lo scopo, il risultato ce ne priverebbe. E ovviamente è la ricerca che ci insegna le parole per descrivere lo splendore delle stelle, il silenzio dei pesci, il sorriso e lo sconforto, la fine del mondo e la luce dell’estate. Abbiamo un compito, a parte baciare labbra; sai per caso come si dice «ti desidero» in latino? E come si dice in islandese?”
da Luce d'estate ed è subito notte
Argomenti
estate , ricerca , luce , sconforto , arcobaleno , stesso , splendore , latino , labbro , insegna , essenza , compito , sorriso , scopo , dubbio , risultato , stella , silenzio , antico , caso , desiderio , notte , piccolo , fine , morte , storia , parola , parte , dio , parola-chiave , grande , mondo , uomoJón Kalman Stefánsson 2
scrittore islandese 1963Citazioni simili

n. 165, 1965
Cahiers du cinema

Discorsi, College de Bernardins
Diskussion um Kreuz und Aufurstebung, Wuppertal 1967; citato in Christian Duquoc, Cristologia, Queriniana, Brescia 1972
“E come disse Confucio. L'uomo è sempre alla ricerca di qualcosa. A volte anche in affitto.”
Giuro che dico il falso