“Penso che ogni tanto qualche scappellotto ci voglia per questo tipo di bambinacce. […] L'elemento della truffa è quello che più mi colpisce. Non c'è stata e non c'è fino ad ora –se ci sarà lo dirò– una censura della Rai e del cattivo Berlusconi contro la satira della Guzzanti. C'è stato un tentativo evidente di guadagnarsi la censura da parte della Guzzanti, che ha associato alla satira, cioè al suo mestiere, un altro mestriere, quello del comizio politico "de paese", "de borgata", quello violento, duro, in cui le è scappata anche la famosa espressione "razza ebraica", perché la ragazza è molto ignorante. E… questo non è bello. La censura se c'è stata risale al direttore di Rai 3, Paolo Ruffini, che ha avuto un ripensamento domenica 16 novembre al pomeriggio, poi ha deciso di mandarla in onda, e è andata in onda tranquillamente. Dopodiché la presidente di garanzia della Rai indicata dalla sinistra, Lucia Annunziata, all'unanimità con il resto del consiglio di amministrazione ha deciso che, prima di mandare in onda una cosa, vogliono sapere di cosa si tratta. Anche perché sennò si beccano le querele e soprattutto rendono un cattivo servizio al pubblico. […] Guardi, io faccio un giornale che per un terzo è satira, mi rendo colpevole di vilipendio tutti i giorni. Tutto sta a intenderci: c'è stile o non c'è stile? è una cosa fatta per comunicare con il pubblico e per essere onesti con sé stessi o una slealtà professionale e un tentativo di lucrare vantaggi politici da un contratto con la Rai? Ecco, secondo me è questa seconda cosa. […] La cosa che mi dispiace è la violazione del sacro canone del mestiere dell'attore. Un attore cosa fa? Un attore interpreta una parte, fa la satira – tra l'altro non l'ha mica inventata la Guzzanti la satira: la faceva pure Alighiero Noschese, voglio dire; se l'ha inventata qualcuno l'ha inventata la televisione commerciale dell'odiato Berlusconi, che ha rinnovato la televisione italiana e le ha aperto nuovi spazi di libertà. Uno fa la satira, punto e basta. Se uno attraverso la satira –come avvenne con Daniele Luttazzi– vuole fare campagna elettorale a favore del proprio partito, non va più in televisione. Molto semplice: non è censura, sono regole, regole sane.”

da Primo piano, RaiTre, 24 novembre 2003

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Non è incredibile? Gente che lecca il culo a Berlusconi da dieci anni dà a me del fazioso! La satira non fa propaganda ad alcun partito, ma esprime un'opinione. Chi censura un autore satirico, censura le sue opinioni. Un tempo si chiamava fascismo.”

Daniele Luttazzi (1961) attore, comico e scrittore italiano

da Lepidezze Postribolari, 2007; ripreso in articolo21.info http://www.articolo21.info/notizia.php?id=5158
Origine: Rispondendo alle polemiche sulla sua satira, e in particolare a Ferrara; citato sotto.

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“Per quanto ci si sforzi di prenderle sul serio, le reincarnazioni del fascismo sembrano ispirarsi alle commedie di Monicelli e alla satira di Guzzanti. Raccontano sempre la stessa storia, comicamente irresistibile, di un gruppo di duri che parte per ripristinare l’ordine e finisce per combinare soltanto casini.”

Massimo Gramellini (1960) giornalista e scrittore italiano

Origine: Fascisti su Sirte http://www.corriere.it/caffe-gramellini/17_agosto_11/fascisti-sirte-fb880fa6-7ecc-11e7-9e20-fd5bf758afd2.shtml, Corriere.it, 12 agosto 2017.

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“La Rai censura la fiction storica Roma.”

Gene Gnocchi (1955) comico, conduttore televisivo e ex calciatore italiano

Nella scena tagliata si vede il centurione Storacius che piazza una cimice sulla biga di Marrazzius.
Origine: Citato in Giorgio Dell'Arti, Antenna, La Stampa, 15 aprile 2006.

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“Er Paese non è de destra né de sinistra: il Paese è de Berlusconi!”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 9
Imitazioni, Francesco Rutelli

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“Sono sempre stato per la censura […]. Ma a condizione che questa censura sia affidata a delle persone qualificate sia per la loro sicurezza di giudizio che per il loro tatto morale e resa efficiente nel concreto. […] Non parlo qui che della censura etica.”

Henry De Montherlant (1895–1972) scrittore e drammaturgo francese

Origine: Dall'intervista di Vittorio Abrami, A colloquio con Montherlant http://digital.sturzo.it/spogliogenerale/1963/19631026/20/5/acoll, Il Popolo, 26 ottobre 1963.

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