“Dove comincia l’insoddisfazione? Stai abbastanza caldo, ma hai i brividi. Sei ben nutrito, ma ti rode la fame. Ti hanno amato, ma il tuo desiderio vaga in nuovi campi. E a peggiorare tutto questo c’è il tempo, maledettissimo! La fine della vita non era più così terribilmente lontana – la si vede come un traguardo quando s’infila il rettilineo – e allora dici a te stesso: “Ho lavorato abbastanza? Ho mangiato abbastanza? Ho amato abbastanza?” Tutte queste, naturalmente, sono le fondamenta della più grande maledizione dell’uomo, e forse della sua più grande gloria. “Che cos’ha significato la mia vita finora, e che cosa può significare nel tempo che mi resta?” E ora si arriva alla perfida freccia avvelenata: “Che cosa ho fatto di buono da scrivere nel Gran Libro? Che cosa valgo?” E questa non è né vanità né ambizione. Gli uomini sembrano nati con un debito che non riescono mai a pagare, per quanto ci diano sotto. Il debito cresce sempre davanti ai loro occhi. L’uomo deve qualcosa all’uomo. Se egli ignora il suo debito, questo lo avvelena, e se lui cerca di far pagamenti il debito non fa che crescere, e la qualità del dono che l’uomo fa è la sua più vera misura.”

Ultimo aggiornamento 08 Luglio 2019. Storia

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