Frasi su maniero
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“In Stefano di Giovanni, detto il Sassetta già cominciano ad apparire i primi segni della nuova maniera che successe alla Giottesca. Non ha il colorito acceso dei pittori del secolo innanzi, ma li vince nella delicatezza e diligenza, nelle ombre più trasparenti e sfumate e nel panneggiare largo e sciolto.”

Gaetano Milanesi (1813–1895) storico dell'arte italiano

Origine: La scuola giottesca fu un movimento pittorico del XIV secolo formato da artisti legati dall'insegnamento e dall'imitazione dei modelli di Giotto.
Origine: Sulla storia dell'arte toscana scritti varj, p. 50

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“Si corre il rischio di naturalizzare il Vangelo: di togliergli la linfa soprannaturale e ridurlo a manuale di buone maniere.”

Angelo Bagnasco (1943) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Dal magistero episcopale, Cos'è per te credere?

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“In Stefano di Giovanni, detto il Sassetta già cominciano ad apparire i primi segni della nuova maniera che successe alla Giottesca. Non ha il colorito acceso dei pittori del secolo innanzi, ma li vince nella delicatezza e diligenza, nelle ombre più trasparenti e sfumate e nel panneggiare largo e sciolto.”

Sassetta (1392–1450) pittore italiano

Gaetano Milanesi
Origine: La scuola giottesca fu un movimento pittorico del XIV secolo formato da artisti accomunati dall'insegnamento e dall'imitazione dei modelli di Giotto.

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“La mancanza di buone maniere è il marchio dell'eroe.”

Jean Cocteau (1889–1963) poeta, saggista e drammaturgo francese
Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Malattia, dolore, ostacolo, avversità; penso che ognuno di noi, chi più chi meno durante il suo percorso terreno abbia avuto a che fare con simili esperienze, difficilmente riusciamo a essere obiettivi nei confronti di altri rispetto tali esperienze, come diceva spesso la mia mamma ( ognuno in questa vita ha la sua croce, chi più grande, chi più piccola). Ma non è detto che quella croce sia solo un peso, potrebbe essere invece un' opportunità. La malattia crea uno stato speciale, non puoi continuare a pensare e ragionare in maniera razionale e “normale”, se lo fai al dolore si somma la rabbia, rabbia derivata dal fatto che non vuoi accettare una simile situazione " perché proprio a me?" pensando poi che tutto il mondo viva felice e senza problemi. Per cui bisogna spostare la mente su pensieri meno reali, quasi irrazionali; per poterlo fare devi scavare dentro te stesso per riuscire in qualche modo a dare un senso a qualcosa che apparentemente non ha un senso. Superati i primi due ostacoli " dolore e accettazione". Inizi a vedere il mondo e le persone passarti accanto in maniera diversa. Stà ora iniziando il terzo processo.. la trasformazione della avversità in opportunità; come se tra te e loro ci fosse un grande schermo trasparente, puoi vederle, ma non puoi interagire con loro; incredibilmente nell' osservarle, provi tenerezza mista a compassione, quando si agitano o si arrabbiano per motivi che ora tu ritieni futili e superficiali, spostando la tua visione sui veri valori della vita….”