Frasi su trans

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema trans, mondo, ragazzo, bisogno.

Frasi su trans

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“Siamo in trans solo perenne, 'sto mondo è un grosso verme, dice che domani ci lascio le penne.”

Noyz Narcos (1979) rapper, beatmaker e writer italiano

da Autodistruttivo
Verano Zombie

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“Una volta c'erano solo i travestiti e non c'erano i transgender… un trans è una donna col belino oppure un uomo che parla tanto […]. A fare una battuta su un transgender ti prendi dieci querele.. si incazzano.”

Beppe Grillo (1948) comico, attore, attivista, politico e blogger italiano

Origine: Dallo show Grillo vs Grillo, citato in Grillo irride i transgender: "Sono donne col belino oppure uomini che parlano tanto". Proteste sui social http://www.repubblica.it/politica/2017/02/14/news/grillo_transgender-158285579/, Repubblica.it, 14 febbraio 2017.

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“I transessuali sono gloriosi e splendenti miracoli di Dio, che noi uomini non possiamo non trovare attraenti. Con i loro capelli biondi, il rossetto lucente e le borsette Gucci, continuano a conquistarci. La loro natura sessuale è rivelata solo dai polpacci muscolosi, rafforzati da anni di rugby.”

Tuilaepa Aiono Sailele Malielegaoi (1945) politico samoano

citato in Andrea Sorrentino, Johnny, uno stopper speciale è il primo trans da Mondiali http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/11/26/johnny-uno-stopper-speciale-il-primo-trans.html, la Repubbilica, 26 novembre 2011

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“Il Consiglio del Vicino è sempre Male Intenzionato.”

Witold Gombrowicz (1904–1969) scrittore polacco

da Trans-Atlantico, traduzione di R. Landau, Feltrinelli, 2005²

“Da ragazzino giocavo a football americano, ma tutti dicevano che ero più bravo come calciatore ed eccomi qui.”

Johnny Saelua (1988) calciatore samoano americano

citato in Andrea Sorrentino, Johnny, uno stopper speciale è il primo trans da Mondiali http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/11/26/johnny-uno-stopper-speciale-il-primo-trans.html, la Repubblica, 26 novembre 2011

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“Diciamo che non ho una preferenza precisa in campo sessuale. Quando si trova la persona giusta non è importante se è un uomo o una donna. Non mi piace definirmi bisessuale. Mi sembra di escludere un sacco di gente, hai capito? Magari i trans… Non mi sento bisessuale, mi sento polisessuale.”

Gianna Nannini (1954) cantautrice e musicista italiana

Origine: Dall'intervista di Claudio Sabelli Fioretti, Corsera Magazine, 7 settembre 2006; riportata in Melba.it http://web.archive.org/web/20071107105905/http://www.melba.it/csf/articolo.asp?articolo=2.

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“Storie da Pasolini nelle macchine strette | con dietro i sedili dei bambini e le sigarette.”

Enrico Ruggeri (1957) cantautore, scrittore e conduttore televisivo italiano

da Trans
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“[Sui gay pride] Mi sembra una cosa da carnevale, li trovo confusi questi gay e trans in costume da bagno. Vadano a Cuba, dove c'è una marcia diversa senza tutto questo clamore. Bisogna avere anche un po' di pudore.”

Cristiano Malgioglio (1945) cantautore, paroliere e personaggio televisivo italiano

Origine: Dalla trasmissione radiofonica La zanzara, Radio24; citato in Malgioglio e pregiudizio - "No a matrimoni e adozioni gay: un bambino deve crescere con una donna. la parola mamma è troppo importante" - "Gay pride? Un carnevale, per strada ci vuole pudore. Sui diritti meglio Cuba dell'Italia" http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/malgioglio-pregiudizio-no-matrimoni-adozioni-gay-bambino-deve-86663.htm, Dagospia.com, 16 ottobre 2014.

“L'Italia è diventata un bordello. Non perché il premier va a escort e qualcun altro a trans, ma perché sono state sovvertite tutte le regole. Un bordello squallido e triste, la cui cupezza si respira nell'aria. Raccontavo qualche giorno fa a una mia giovane amica la Milano dei '50, di quando ero ragazzino. Eravamo poveri, allegri e spavaldi. I tram erano stipati fino all'inverosimile con la gente sui predellini aperti e qualcuno attaccato al troller. Uscivamo dalla guerra, ci eravamo salvati dai bombardamenti angloamericani e dai rastrellamenti tedeschi, non ci poteva certo spaventare una caduta dal tram. Tutti, uomini e donne, fumavano. Il terrorismo diagnostico era di là da venire. Noi ragazzini uscivamo di casa alle due del pomeriggio e rientravamo con le ginocchia sbucciate, alle otto, senza che i nostri genitori se ne preoccupassero. Perché nel quartiere c'era un controllo sociale e se un bambino si fosse messo nei guai ci avrebbero pensato gli adulti a tirarlo fuori e un pedofilo sarebbe stato avvistato a un chilometro di distanza. Eppoi c'era, "il ghisa", il vigile, autorità sovrana. La "pula" non aveva bisogno di farsi vedere. La malavita era professionale, conosceva le regole, stava attenta a non spargere una goccia di sangue (il colpo in banca della banda di via Osoppo, senza un ferito, tenne la scena sui giornali per mesi). Eravamo solidali perché eravamo poveri e anche quelli che non lo erano non lo davano a vedere. Il sordido gioco degli "status simbol" non era ancora cominciato. Lealtà e onore erano moneta sonante. Se fra noi ragazzi ci si scontrava a pugni sulla strada – dove ci siamo formati – e un gruppo era di dieci e l'altro, poniamo di otto, due si levavano per far pari. E l'onestà era un valore assoluto. Per la borghesia, se non altro perché dava credito. Per il proletariato, per il mondo contadino dove la stretta di mano contava più di un contratto. Mentre raccontavo queste e altre cose i begli occhi della mia amica si ingrandivano, si sgranavano. Alla fine mi ha detto "tu mi stai raccontando una favola, questa non è l'Italia."”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Appunto.
Origine: Da Il Gazzettino, 6 novembre 2009.

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“Con la decisione di costruire con il testosterone la mia soggettività, come lo sciamano costruisce la sua con la pianta, assumo la negatività del mio tempo, una negatività che mi vedo forzato a rappresentare e, contro la quale posso lottare da questa incarnazione paradossale che è un uomo trans, un femminista col nome di maschio, un ateo del sistema sesso-genere convertito in consumatore dell’industria farmacopornografica.  La mia inesistente esistenza come uomo trans è allo stesso tempo il termine dell’antico regime sessuale e l’inizio di una futura proliferazione.
Sono venuto a parlare a voi e ai morti, o meglio, a coloro che vivono come se fossero già morti, ma soprattutto sono venuto a parlare ai figli maledetti e innocenti che nasceranno. Noi uranisti siamo i sopravvissuti di un tentativo sistematico e politico di infanticidio: siamo sopravvissuti al tentativo di uccidere in noi, quando non eravamo ancora adulti e non potevamo difenderci, la radicale molteplicità della vita e il desiderio di cambiare i nomi di tutte le cose. Siete morti voi? Nascerete domani? Mi felicito in ritardo o in anticipo.”

Paul B. Preciado (1970) filosofa spagnola

Variante: Con la decisione di costruire con il testosterone la mia soggettività, come lo sciamano costruisce la sua con la pianta, assumo la negatività del mio tempo, una negatività che mi vedo forzato a rappresentare e, contro la quale posso lottare da questa incarnazione paradossale che è un uomo trans, un femminista col nome di maschio, un ateo del sistema sesso-genere convertito in consumatore dell’industria farmacopornografica.  La mia in-esistente esistenza come uomo trans è allo stesso tempo il termine dell’antico regime sessuale e l’inizio di una futura proliferazione.
Sono venuto a parlare a voi e ai morti, o meglio, a coloro che vivono come se fossero già morti, ma soprattutto sono venuto a parlare ai figli maledetti e innocenti che nasceranno. Noi uranisti siamo i sopravvissuti di un tentativo sistematico e politico di infanticidio: siamo sopravvissuti al tentativo di uccidere in noi, quando non eravamo ancora adulti e non potevamo difenderci, la radicale molteplicità della vita e il desiderio di cambiare i nomi di tutte le cose. Siete morti voi? Nascerete domani? Mi felicito in ritardo o in anticipo.

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