“[San Francesco] vide ogni cosa con senso drammatico, staccata dalla sua posizione, non immobile come in un quadro ma in azione come un dramma. Un uccello poteva sfiorarlo come una freccia, […] un cespuglio poteva fermarlo come un brigante; ed egli era pronto a dare il benvenuto a entrambi. In una parola, noi parliamo di un uomo che non confondeva il bosco con gli alberi, e non voleva farlo. Voleva piuttosto considerare ogni albero come un'entità separata e quasi sacra, come una creatura di Dio […] Non voleva ergersi di fronte a uno scenario usato come mero sfondo, e recante la banale iscrizione: "Scena: un bosco". In tal senso vorremmo intendere che era troppo drammatico per il dramma stesso. Lo scenario avrebbe preso vita nelle sue commedie […] Ogni cosa sarebbe stata in primo piano, e quindi alla ribalta; ogni cosa avrebbe avuto un proprio carattere. Questa è la qualità per cui, come poeta, egli fu perfettamente l'opposto d'un panteista. Non chiamò la natura sua Madre, ma chiamò Fratello un certo somaro e Sorella una certa passerotta. […] È qui che il suo misticismo è così simile al senso comune di un fanciullo. Un bambino non ha difficoltà a comprendere che Dio creò cane e gatto; sebbene sia consapevole che la formazione del gatto e del cane dal nulla è un processo misterioso al di là della sua immaginazione. Ma nessun bambino capirebbe il senso dell'unione del cane e del gatto e di ogni altra cosa in un unico mostro con una miriade di gambe chiamata natura. Egli senza dubbio si rifiuterebbe di attribuire capo o coda a un simile animale. […] Gli uccelli e gli animali francescani assomigliano davvero a uccelli e animali araldici, non perché fossero favolosi, ma nel senso che erano considerati come realtà, chiare e positive, scevre dalle illusioni dell'atmosfera e della prospettiva. In tal senso egli vide un uccello color sabbia in campo azzurro e una pecora d'argento in campo verde. Ma l'araldica dell'umiltà era più ricca dell'araldica dell'orgoglio, perché giudicava tutte le cose che Dio aveva creato come qualcosa di più prezioso e di più unico die blasoni che i principi e i nobili avevano dato soltanto a se stessi.”
cap. VI, p. 66
Francesco d'Assisi
Argomenti
dio , parola-chiave , bambini , vita , cani , albero , animale , argento , atmosfera , azione , azzurro , banale , benvenuto , blasone , bosco , brigante , campo , cane , cap. , capo , carattere , cespuglio , chiamata , coda , color , colore , commedia , comune , cosa , creato , creatura , dato , dramma , dubbio , fanciullo , formazione , francescano , fratello , freccia , fronte , gatto , illusione , immaginazione , immobile , iscrizione , madre , miriade , misticismo , mostro , natura , nobile , opposto , orgoglio , parola , pecora , piano , poeta , posizione , prezioso , primo , principe , principio , processo , prospettiva , quadro , ribalta , sabbia , san , scena , scenario , senso , sfondo , simile , somaro , sorella , staccato , stesso , uccello , unico , unione , uomo , verde , entità , usato , gambe , proprio , qualità , difficoltà , realtà , preso , nulla , umiltàGilbert Keith Chesterton 253
scrittore, giornalista e aforista inglese 1874–1936Citazioni simili
“A VOLTE LA VITA È QUELLO CHE SUCCEDE PRIMA DELLA MORTE. VOLEVO VEDERE COSA SI POTEVA FARE.”
BOB: p. 168
Il diario segreto di Laura Palmer

“La sua parola è un albero di vita che, da ogni parte, ti porge dei frutti benedetti.”
Commenti dal Diatessaron

Origine: Il libro dei segreti, Il libro dei segreti (vol. I), p. 49

da La canzone di Kaspar Hauser, per Bessie Loos
Origine: In Le poesie, 1983, p. 179.