Eccetto Skeksis, naturalmente. Ah! Ma è diverso. Quando intonano quel canto, allora qui, dappertutto su Thra c'erano cristalli risonanti.
Dark Crystal
“Maestro, cosa succede?
UrSu ansimò prima di rispondere.
– Nacqui… – disse, e il resto della frase si perse in un mormorìo indistinto.
Jen piegò la testa per indicare che non aveva capito. Il Maestro agitò debolmente una mano come a dirgli di aver pazienza, e finalmente riuscì a mormorare: – Nacqui sotto un cielo tempestoso.
Jen deglutì a vuoto, sforzandosi di mantenere la calma. – Per favore – disse. – Sono io, Jen.
Il vecchio saggio tornò a sollevare la mano, e mosse le labbra come per guidare le parole. – Un Cristallo cantava… – ansimò. – Un Cristallo cantava i tre divenuti uno. La colonna oscura, la colonna, la colonna rosea… e la luce…
Jen si avvicinò, chinandosi per parlargli.
– Ascolta – mormorò il Maestro. – Devi capire. Tu devi… Dopo novecentonovantanove triadi più una triade… La Grande Congiunzione, cantava il Cristallo… Io nacqui, ah… anche Skeksis…
Jen rimaneva lì immobile, timoroso all'idea che la sua vita dovesse cambiare, smarrito al pensiero delle responsabilità che, nel suo sconnesso mormorìo, il Maestro dava l'impressione di volergli imporre. Non aveva idea del significato di quei frammenti di cognizioni – se si trattava di cognizioni e non di parole prive di senso mormorate da un essere agonizzante – più di quanto non riuscisse a immaginare cosa avrebbe potuto fare per venire in aiuto al suo Maestro.
– Sei malato. Devi riposare – gli disse.
Se riusciva a calmarlo, sarebbe andato a chiamare UrIm il Guaritore, che, con la sua sensibilità all'aura, avrebbe imposto le mani e poi forse tutto sarebbe tornato come prima.
UrSu non l'aveva sentito. – Tre volte sei erano gli urSkeks – proseguì cantilenando, come se così gli riuscisse meglio di respirare. – Oscuro il Cristallo, oh… Tempestoso il cielo, grande dolore, gli Skeksis, essi… Male, oscurità, il loro governo…
Jen si sforzava di dare un senso a quelle parole sconnesse, perché il Maestro gli aveva detto che doveva capire, ma nello stesso tempo era disperato perché s'era reso conto che UrIm, che aveva visto sulla soglia della caverna, doveva aver già visitato il suo Maestro, e se si era allontanato significava che non c'era più niente da fare.
– Grande potere – continuò lentamente urSu dopo aver ripreso fiato. – Non ancora, non rinnovato, non Skeksis, non se i Ghelfling, tu, ah… – emise un gemito di dolore.”
Tu lo renderai intero, tu devi, tu devi, tutto intero, Ghelfling. Di nuovo.
Dark Crystal
Argomenti
governo , luce , maestria , maestro , cristallo , mormorio , colonna , triade , cognizione , oscuro , parola , parola-chiave , grande , dolore , cielo , mano , idea , senso , tre-giorni , guaritore , congiunzione , aura , gemito , soglia , fiato , cosa , smarrito , immobile , disperato , ripresa , pazienza , tornata , imposta , labbro , malato , ascolto , aiuto , immaginario , favore , saggio , impressione , frammento , vuoto , significato , resto , conto , vecchio , frase , visto , nuovo , meglio , detto , pensiero , male , potere , ancora , tempo , stesso , vita , essere , responsabilità , andata , dopo , intero , prima , sensibilità , calma , testa , volte , caverna , forse , oscurità , fareA. C. H. Smith 14
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Origine: Studi sul teatro contemporaneo, p. 34
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8, 14; 1989
Dialoghi
Origine: Anche 14, 27. Cfr. Testi confuciani: «Chi non è posto in una carica non si occupi degli affari di essa».
“Il Maestro disse: Non è grave se gli uomini non ti conoscono, è grave se tu non li conosci.”
I, 16, traduzione di R. Pilone