“Gli operai hanno terminato di appendere agli alberi grappoli di lampade gialle e rosa, aranci e limoni di fuoco, e festoni e archi sulle strade e i palazzi, e col calare della notte, d'un tratto, tutta la città si accende. Splende la grande strada che attraversa Palermo, via Maqueda, via Ruggero Settimo, come un portico sterminato di luci, splende il viale della Libertà come un aranceto sfavillante: visto di lontano, dalle vie più strette che lo continuano pare una grande distesa in salita coperta da una folla innumerevole, o un prato di montagna, o una immensa muraglia obliqua che salga a toccare il cielo. Brillano le vie laterali; i Quatto Canti di città con le statue e le modanature sono le quinte di un fastoso teatro seicentesco. Tutto un popolo coi suoi infiniti occhi si aggira silenzioso in quel bagno di luce, esce dai palazzi dei principi e dei baroni e dai «catoi» dei vicoli, e si mescola per le strade. Le tre cupole rotonde della moschea, all'ombra del campanile romanico, della chiesa barocca e del neoclassico teatro Bellini, stanno rosse sul cielo.”
Origine: Le parole sono pietre, p. 101
Argomenti
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scrittore e pittore italiano 1902–1975Citazioni simili

da Firenze, pp. 40-41
Fogli italiani
da Io voglio del ver la mia donna laudare, vv. 1-4
Sonetti

Origine: Citato in Rina La Mesa, Viaggiatori stranieri in Sicilia, Cappelli, 1961.

da Ci Consumeremo In Un Abbraccio, n. 3
Polvere. (scritto con il punto finale)

Origine: Citato in Simonetta Trovato Giardini, ricchezza da custodire. Daverio: «È lì che si respirano i fasti del passato» http://gds.it/2015/06/26/giardini-ricchezza-da-custodire-daverio-e-li-che-si-respirano-i-fasti-del-passato_375535/, Giornale di Sicilia.it, 26 giugno 2015.