“[Su Jack London] Autore amatissimo dal pubblico ma animosamente discusso dalla critica, come spesso succede. Personaggio davvero contraddittorio, violento e dolcissimo, grandioso e miserabile, costruttore di fortune e dissipatore di ogni cosa (compresi gli affetti), fervido socialista e meschino piccolo borghese, strenuo denunciatore delle condizioni dei derelitti suoi simili (il sottoproletariato americano e londinese, nel Popolo dell'abisso) e sarcastico schernitore di altri derelitti (il popolo messicano in guerra con il suo paese, gli Stati Uniti), ardente propagandista del socialismo e al tempo stesso esaltatore di un confuso mito superomistico. Marx mescolato a Nietzsche, si è detto. Darwin più Spencer. E così via, attribuendogli, come spesso succede nelle ansie denigratrici di vario genere, una ridda in più di ambizioni e finalità rispetto a quella da cui era in realtà animato. Che si riducevano in sostanza a una: quella di scrivere, raccontare le vicende che si era visto dipanare davanti agli occhi nella sua vita avventurosa e altre, più misteriose, che tesseva giorno e notte la sua mente infaticabile.”

—  Mario Biondi

Origine: Dall'introduzione a Jack London, Il richiamo della foresta, traduzione di Laura Felici, Newton Compton, 1992.

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Strano a dirsi questo autore [Jack London], che amava Nietzsche e andava a braccetto col socialismo, sembra sia piaciuto a Hitler, Stalin e Roosevelt!”

Antonio Debenedetti (1937) scrittore e critico letterario italiano

Origine: Da Quella peste di Jack London https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/ottobre/12/Quella_peste_Jack_London_co_9_091012052.shtml, Corriere della Sera, 12 ottobre 2009.

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