Frasi su antro

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema antro, vita, sonetto, accademia.

Frasi su antro

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“Far il poema della coscienza umana, foss'anco d'un sol uomo, del più infimo fra gli uomini, sarebbe come fondere tutte le epopee in un'epopea superiore e definitiva. La coscienza è il caos delle chimere, delle cupidigie e dei tentativi, la fornace dei sogni, l'antro delle idee di cui si ha vergogna; è il pandemonio dei sofismi, è il campo di battaglia delle passioni. Penetrate, in certe ore, attraverso la faccia livida d'un uomo che sta riflettendo, guardate in quell'anima, in quell'oscurità; sotto il silenzio esteriore, vi sono combattimenti di giganti come in Omero, mischie di dragoni ed idre e nugoli di fantasmi, come in Milton, visioni ultraterrene come in Dante. Oh, qual abisso è mai quest'infinito che ogni uomo porta in sé e col quale confronta disperatamente la volontà del cervello e gli atti della vita!”

I, III, VII; 1981
I miserabili
Variante: V'è uno spettacolo più grande del mare, ed è il cielo;
v'è uno spettacolo più grande del cielo, ed è l'interno dell'anima.
Far il poema della coscienza umana, foss'anco d'un sol uomo, del più infimo fra gli uomini, sarebbe come fondere tutte le epopee in un'epopea superiore e definitiva. La coscienza è il caos delle chimere, delle cupidigie e dei tentativi, la fornace dei sogni, l'antro delle idee di cui si ha vergogna; è il pandemonio dei sofismi, è il campo di battaglia delle passioni. Penetrate, in certe ore, attraverso la faccia livida d'un uomo che sta riflettendo, guardate in quell'anima, in quell'oscurità; sotto il silenzio esteriore, vi sono combattimenti di giganti come in Omero, mischie di dragoni ed idre e nugoli di fantasmi, come in Milton, visioni ultraterrene come in Dante. Oh, qual abisso è mai quest'infinito che ogni uomo porta in sé e col quale confronta disperatamente la volontà del cervello e gli atti della vita!

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“Guarda jeri: che c'era? Roba andante; | Er solo morto de quer fruttarolo | Che scoperse la moje co' l'amante. | E che antro? Gnent'antro, t'aricordi? | Eppure, vedi, co' quer morto solo | Ci ho guadambiato venticinque sòrdi.”

Cesare Pascarella (1858–1940) poeta e pittore italiano

Li giornalisti, da La scoperta dell'America e altri sonetti, a cura dell'Accademia dei Lincei, Mondadori, 1951
Sonetti

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