Frasi su braccetto

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema braccetto, vita, due-giorni, strada.

Frasi su braccetto

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“La pazzia, una certa pazzia, va molte volte a braccetto con la poesia.”

da Confesso che ho vissuto
Confesso che ho vissuto

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“A braccetto attraversano la strada | il ragazzo nero e il bianco, | il dorato splendore del giorno, | l'orgoglio tenebroso della notte. || Da persiane abbassate il popolo nero guarda, | e qui parlano le genti di pelle chiara, | indignati che quei due osino | camminare all'unisono. || Dimentichi di sguardi e di parole | essi passano, e non trovano prodigio | che un lampo lucente come spada | solchi luminoso il sentiero del tuono.”

Countee Cullen (1903–1946) poeta statunitense

Tableau
Origine: Per i due amici rientra nell'ordine naturale delle cose che il sentiero del tuono, cioè il cielo scuro, sia solcato dal lampo chiaro e quindi che si accompagnino. La nuova antologia Garzanti, vol. III, nota a p. 326.
Origine: Da Poesia americana, Guanda, traduzione di Carlo Izzo; in La nuova antologia Garzanti, volume III, Garzanti, 1981, p. 326.

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“Quando ero bambino credevo che mai saremmo andati sulla Luna. Smisi di pensarlo con la missione Apollo 8 nel 1968. Ciò che mi affascina in John Glenn e in tanti astronauti che ho conosciuto, è che per tutti l'impossibile e il possibile vanno a braccetto.”

Tom Hanks (1956) attore, regista, sceneggiatore, e produttore cinematografico statunitense

da Tom Hanks: vorrei esserci anch'io, Corriere della sera, 30 ottobre 1998

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“Ogni idea politica è un organismo vivo. I partiti sono quasi sempre destinati a diventare dei grandi cadaveri gloriosi.”

Filippo Tommaso Marinetti (1876–1944) poeta, scrittore e romanziere italiano

da Vecchie idee a braccetto da separare, in Democrazia futurista
Democrazia futurista

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“Strano a dirsi questo autore [Jack London], che amava Nietzsche e andava a braccetto col socialismo, sembra sia piaciuto a Hitler, Stalin e Roosevelt!”

Antonio Debenedetti (1937) scrittore e critico letterario italiano

Origine: Da Quella peste di Jack London https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/ottobre/12/Quella_peste_Jack_London_co_9_091012052.shtml, Corriere della Sera, 12 ottobre 2009.

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“Se io di lui mi fidavo, potevamo andare a braccetto. Andavamo e dicevamo "Presidente, siamo noi due, quanto ci molla? Perché noi vorremmo fare pure un partito per i cazzi nostri". Hai capito? No perché che ci dovevano… Allora dicevo "Qui, ce ne date un milione?" E io e lui, con un milione ci facevamo una campagna elettorale, facevamo un partito nuovo. Alla grande! M'hai capito?”

Antonio Razzi (1948) politico italiano

citato in La compravendita dei parlamentari http://www.youtube.com/watch?v=63ywHKrI1sM, 29:19, 7 dicembre 2011, Gli intoccabili, La7; I mercanti della politica http://www.youtube.com/watch?v=8_k-8MKMDck, 2:09:55, 14 dicembre 2011, Gli intoccabili, La7

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“L'abitato superiore, con necropoli di incinerati che rivelano la presenza di guerrieri-pastori giustificata da necessità di difera della strada rivierasca che vi passava, era chiamato in dialetto Crées, nome celtico pure, indicante la presenza di abitazioni in pietra; quello inferiore, con sepolture più tarde di inumati era invece Piaàg, di probabile derivazione latina da plaga. Ebbene, la popolazione del primo villaggio era estroversa, allegra, malleabile, piuttosto variabile nelle opinioni e nei rapporti sociali, a costituzione familiare in cui l'uomo faceva sentire maggiormente la propria podestà; alla sera le vie del paese erano animate sino alla mezzanotte; al mattino, in compenso, gli uomini si levavano tardi e andavano al lavoro sulla montagna a giorno fatto; non era raro il caso che sue bisticciassero oggi, venendo anche alle mani, e che domani li si incontrasse a braccetto. Al contrario la gente di sotto era piuttosto taciturna, sensibilmente introversa. Se nasceva uno screzio tra famiglie, ne veniva un'avversione che durava talora per generazioni. La donna era più considerata che nell'altro villaggio e il marito le si rivolgeva con il "voi", anziché col "tu" come lassù. Al mattino – e io ho fra i ricordi della mia fanciullezza il battere a notte sul selciato sotto le mie finestre degli scarponi di chi passava – gli uomini andavano al lavoro prima che baluginasse l'alba; alla sera, viceversa, dopo le otto le vie del paese diventavano deserte. La parola data era sempre mantenuta e assai difficile era far mutar parere. […] I diversi caratteri dei due paesi portarono, all'inizio di questo secolo, a comportamenti assai diversi di fronte alla depressione in atto. Mentre la gente di sotto emigrava piuttosto che contrarre un debito, quelli di sopra ipotecarono con facilità anche le terre, allorché accennò il ruttiamo e, buoni muratori quali erano, costruirono case d'affitto procurandosi denaro a prestito. Rimontarono la china mentre, di sotto, il paese, un tempo più fiorente per territorio ricco di campi e di boschi, si spopolava.”

Pietro Pensa (1906–1996) ingegnere e dirigente d'azienda italiano

Origine: Noi gente del Lario, p. 496

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