Frasi su conflitto
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“La Costituzione, ciò che ci siamo dati nel momento in cui eravamo sobri, a valere per i momenti in cui siamo sbronzi.”

Gustavo Zagrebelsky (1943) giurista italiano

da Valori e diritti: dietro ai conflitti della politica, ne la Repubblica del 22 febbraio 2008, aforisma originario di Jon Elster, professore di scienze sociali a New York

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“In quella che abbiamo ribattezzato l'interpretazione comunitarista del danno, la contaminazione è stata considerata come una «disgrazia» venuta dall'esterno, che ha rischiato di disperdere la comunità. È questo pericolo che i sevesini hanno cercato di contrastare, difendendo il proprio attaccamento al territorio. In questo affermare la comunità come bene da difendere, i sevesini hanno trovato il modo di rivendicare pubblicamente ciò che stava loro a cuore, e che vedevano altrimenti inascoltato: l'importanza del loro legame con il territorio e la volontà, per quanto fosse possibile, di preservarlo, nonostante il danno ambientale.
Il prevalere dell'interpretazione comunitarista del danno da diossina, che spiega la singolare trasformazione della vicenda dell'Icmesa da disastro industriale a conflitto culturale, chiama allora in causa quella che fu una sconfitta chiara e senza sfumature. la sconfitta delle istituzioni, quelle della scienza come quelle della politica, che fallirono nel loro compito di far esistere un mondo "in comune" tra gli attori, all'interno del quale poter agire insieme per perseguire interessi collettivi condivisi. […]
Le conseguenze furono gravi, perché la perdita di legittimità che ne conseguì portava con sé la fragilizzazione del legame sociale, già scosso dall'incidente, che alimentò l'emergere di comportamenti opportunistici e un diffuso ripiegamento nel privatismo, confermando tra cittadini e istituzioni un rapporto di alterità e distanza che aveva una lunga consuetudine. E in questa abitudine alla distanza delle – e dalle – istituzioni che mette radici la chiusura comunitaristica, in cui si perde il riferimento alla corresponsabilità verso la cosa pubblica per riconoscere nella propria comunità l'unico bene da difendere.”

Laura Centemeri sociologa economica e saggista italiana

dalle Conclusioni, p. 186
Ritorno a Seveso

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“I conflitti non esistono più: alla polizia, ai preti, allo Stato, ci si va a consegnare di propria sponte.”

Silvia Ballestra (1969) scrittrice e giornalista italiana

da I giorni della Rotonda, Rizzoli, 2009

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“Rinchiudersi e isolarsi all'interno di un ideale non libera dal conflitto.”

Jiddu Krishnamurti (1895–1986) filosofo apolide

da La ricerca della felicità

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“Una multinazionale è più vicina al totalitarismo di qualunque altra istitu­zione umana.”

Noam Chomsky (1928) linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense

Origine: Da una videointervista a Riccardo Roglione, 17 aprile 2001, riportata in Marcello Danovaro, Cristiano Ghirlanda, Globalizzazione e nuovi conflitti, 34 visioni di un mondo possibile, DeriveApprodi.

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“Tradurre è anzitutto comprendere, ma non è poi semplicemente riprodurre quanto si è compreso.”

Benvenuto Aronne Terracini (1886–1968) linguista, glottologo e critico letterario italiano

da Conflitti di lingue e di cultura, Einaudi, 1996<sup>6</sup>

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“Voi siete qui dopo aver conquistato potenti nazioni e aver soggiogato il mondo, considero quindi assurdo dovervi incitare con discorsi come se non foste uomini provati dalle azioni. […] Infatti cos'è la guerra per voi se non una consuetudine? Oppure cosa per un uomo coraggioso è più piacevole che cercare vendetta con la propria mano? È un diritto naturale saziarsi l'anima con la vendetta. Quindi lanciamoci contro il nemico con ardore poiché sono sempre i più coraggiosi ad attaccare. Disprezzate questa accozzaglia di razze diverse. Chi si difende tramite un'alleanza dimostra codardia. Guardate, anche prima del nostro attacco sono tormentati dal terrore. Cercano le vette, si impossessano dei colli e poi, pentendosi troppo tardi, chiedono a gran voce una protezione dalla battaglia in campo aperto. […] Quindi giù nella mischia, con cuore gagliardo come siete abituati. Disprezzate il loro ordine di battaglia. Attaccate gli Alani, sbaragliate i Visigoti. […] Lasciate che il vostro coraggio si levi e la vostra furia scoppi. Ora, o Unni, mostrate la vostra scaltrezza e le vostre gesta d'armi. Chi rimane ferito pretenda in cambio la morte del suo avversario; chi è incolume si diverta a massacrare il nemico. Che nessuna lancia colpisca chi è sicuro di vivere, e che il fato colga anche in pace chi è sicuro di morire. Infine perché mai il destino avrebbe dovuto rendere gli Unni vittoriosi su così tante nazioni se non per prepararli alla gioia di questo conflitto? […] Chi ha fatto sì che degli uomini armati si arrendessero a voi quando eravate ancora disarmati? Nemmeno una massa di nazioni federate potrebbe resistere alla vista degli Unni. In questo non mi sbaglio […]. Io lancerò la prima lancia contro il nemico. Chi riposa mentre Attila combatte è un uomo morto.”

Attila (406–453) sovrano e condottiero unno
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“Siete qui per celebrar la conquista del Diluvio? Come mai celebrate una vittoria che vi ha lasciati conquistati? Poiché, col soggiogar i propri abissi, Noè non ha soggiogato i vostri, ma ha solo indicato la via per farlo. E guardate, i vostri abissi son pieni di collera e minacciano di farvi affondare. Se non avete superato il vostro Diluvio, voi non siete degni di questo Giorno. Ognuno di voi è un diluvio, un'arca e un capitano. Ma fino a che non sarà giunto il giorno in cui potrete sbarcar su una terra vergine ed appena lavata, non abbiate fretta di celebrar la vostra vittoria. Voi vorrete sapere come ha fatto l'Uomo a divenir un diluvio per se stesso. Ebbene, allorché il Divino Volere Supremo spaccò Adamo in due – sì da fargli conoscer se stesso e realizzar la sua identità con l'Uno – questi divenne un maschio ed una femmina; un Adamo maschio ed un Adamo femmina. Egli fu allora inondato di desideri, che erano il prodotto del Dualismo; desideri così numerosi, così variati nel colore, così immensi nella grandezza, così sregolati e così prolifici, che fino al giorno d'oggi l'Uomo è un relitto sulle loro onde. Un'onda non fa a tempo a sollevarlo ad altezze vertiginose, che un'altra lo trascina sul fondo. E ciò perché i suoi desideri sono appaiati, così come è appaiato egli stesso. E sebbene, in realtà, due opposti non fan che completarsi a vicenda, all'ignorante essi appaiono in conflitto e mai disposti a dichiarar un momento di tregua. È questo il diluvio che l'Uomo è chiamato a fronteggiar ora per ora, giorno per giorno, attraverso la sua lunga ed ardua vita dualistica. È questo il diluvio le cui possenti sorgenti, sgorgando dal cuore, trascinan voi nella loro precipitosa corsa. È questo il diluvio il cui arcobaleno non adornerà il vostro cielo prima che quest'ultimo abbia sposato la vostra terra e si sia identificato con essa. È da quando Adamo seminò se stesso in Eva che gli uomini stanno raccogliendo trombe d'aria e diluvi. Quando le passioni di un certo tipo predominano, la vita degli uomini viene a trovarsi sbilanciata; allora gli uomini vengono inghiottiti da un diluvio o dall'altro affinché l'equilibrio possa esser ristabilito.”

Mikha'il Nu'ayma (1889–1988) scrittore e poeta libanese

Origine: Il libro di Mirdad, pp. 254-255

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“«Ce lo chiede il popolo italiano», dicevate. Ma quando avete visto gli italiani scendere in piazza al grido: «Senato delle autonomie subito!»? Ho visto gli italiani lottare per i propri diritti costituzionalmente garantiti, non certo per avere una Camera di nominati, non certo per una riforma che non farà trovare lavoro al 43 per cento di giovani disoccupati, che non migliorerà la sanità, sempre lasciata in balìa degli avidi appetiti delle Regioni, con le note disuguaglianze tra quelle virtuose e quelle no. Chi di voi avrebbe la faccia tosta di dire che il bicameralismo rallenta il procedimento legislativo? […] Allo stesso modo non vi interessa la soluzione del conflitto di interessi che viola il principio costituzionale dell'uguaglianza di tutti i cittadini nell'accesso alle cariche elettive, sempre sacrificata sull'altare del baratto politico. Queste sono le vere riforme che il popolo italiano ci e vi chiede, non per cancellare, ma per attuare la nostra legge fondamentale, la «grande incompiuta», come diceva Calamandrei, per realizzare pienamente i principi della nostra Costituzione. Tutto questo però il Premier fa finta di non saperlo. Tanti giornali titolano: «Renzi vuole uscire vincitore», come se il nostro ordinamento costituzionale fosse la scommessa di un Premier infantile, il premio da attribuire a un narciso egoista, arrogante sul piano nazionale e irrilevante su quello europeo. E chi se ne frega se nelle università, così come nei pochi media liberi e tra i nostri banchi, in molti disperatamente chiedono di fermare una riforma sbagliata.”

Paola Taverna (1969) politica italiana
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“Dal 2007 il mondo urbanizzato ha sopravanzato numericamente quello agricolo. È un mondo dell'incontro, delle differenze, del pluralismo, dai confini fluidi. Si diceva: crescendo la modernità, spariranno le religioni. Si sognava di trasformare il mondo in una grande Francia de la laicité. Non è stato così. C'è stata una grande rinascita religiosa, a volte connotata dall'aumento del fanatismo e conseguentemente dei conflitti interreligiosi. Ma non è tutto così, c'è anche altro, molto di positivo: la religione è ormai considerata come un fattore determinante dello sviluppo del mondo globale.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Dall'intervento alla Giornata di studio Cattolici e sciiti: responsabilità dei credenti in un mondo globale e plurale, Roma, 24 marzo 2015; citato in Giuseppe Rusconi, Pensieri sull'ISIS: Padre Samir, Sant'Egidio, gli imam sciiti http://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/476-pensieri-sull-isis-padre-samir-sant-egidio-gli-imam-sciiti.html RossoPorpora.org, 26 marzo 2015.

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“Nel mondo globale, tutto è molto complesso. Le civiltà e le religioni sono una realtà importante, ma s'intersecano con tanti fattori in modo non schematico. Il mondo musulmano sta vivendo un implacabile conflitto tra sunniti e sciiti. Il terrorismo radicale ha un retroterra vasto tra musulmani, ma non fa l'unanimità. In realtà - spiega l'islamologo Olivier Roy - la globalizzazione ha ancor più frammentato il mondo islamico.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Da La globalizzazione ha frammentato il mondo, rubrica Religioni e civiltà, Sette, Corriere della Sera, 17 luglio 2015; consultabile su RiccardiAndrea.it http://www.riccardiandrea.it/2015/07/religioni-e-civilta-nuova-rubrica-di.html.

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“In Centrafrica non è in atto un conflitto religioso né una guerra per bande; c'è invece una società che è stata abbandonata dalla politica. Ora la politica deve riprendere il proprio ruolo; e l'accordo firmato tra le maggiori personalità del paese è un segnale di speranza per tutti.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Dalla dichiarazione a seguito della firma del patto di riconciliazione nazionale in Centrafrica, Roma, 28 febbraio 2015; citato in Firmato a Sant'Egidio l'appello per la riconciliazione nazionale in Centrafrica http://www.santegidio.org/pageID/3/langID/it/itemID/11216/FIRMATO_A_SANTEGIDIO_LAPPELLO_PER_LA_RICONCILIAZIONE__NAZIONALE_IN_CENTRAFRICA.html, SantEgidio.org.

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“[Su Mario Praz] Ignorato dalla critica militante e dimenticaticato dalle giurie dei premi, […] antidemocratico d'istinto, il conflitto fascismo-antifascismo non lo riguardava […] il principe dei saggisti si disperava per l'ostilità della critica.”

Piero Buscaroli (1930–2016) critico musicale e giornalista italiano

Origine: Da Mario Praz; in Maestri, amici, Una nazione in coma. Dal 1793, due secoli., Minerva Edizioni, Bologna, 2013, pp. 349-50.

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“[Stefano Rodotà] Quando svolse le sue funzioni di parlamentare come indipendente di sinistra le svolse da vero indipendente quale è sempre stato custode dei diritti, custode dei diritti delle minoranze, soprattutto dei diritti civili, un uomo che ha difeso le nostre vite proprio con la privacy, con la bioetica, con l'eguaglianza, con l'intransigenza sulla Costituzione e sui conflitti di interesse.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Origine: Citato in Marco Travaglio su Franco Marini e Stefano Rodotà, candidati come Presidente della Repubblica http://news.supermoney.eu/economia/2013/04/marco-travaglio-su-franco-marini-e-stefano-rodota-candidati-come-presidente-della-repubblica-0014150.html#, supermoney.eu, 18 aprile 2013.

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“A Hollywood ci vado solo per lavorare, non vivo più a Los Angeles, la mondanità non mi piace, mi sento vicino ai miei personaggi poco integrati e in conflitto con la società: anch'io tendo a interiorizzare tutto, sono chiuso, solitario e arrabbiato.”

Tim Burton (1958) regista statunitense

Origine: Citato in Dina D'Isa, Tim Burton: "Il mio musical è un omaggio al genio di Fellini" http://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/2012/12/15/tim-burton-il-mio-musical-e-un-omaggio-al-genio-di-fellini-1.281699, Il Tempo.it, 24 gennaio 2008.

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“Gli elementi che rendevano Fargo un film divertente sono gli stessi della serie: un mix di pura cattiveria e di pura innocenza in continuo conflitto tra di loro.”

Bob Odenkirk (1962) attore, comico e sceneggiatore statunitense

Origine: Da Fargo - La serie: dentro la serie http://video.sky.it/skyatlantic/speciali/fargo_la_serie_dentro_la_serie/v224848.vid, Sky Atlantic, 2014.

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“Per evitare sospetti di "conflitto di interessi", President Trumpski affida i propri affari ai figli. Dove l'avevo già sentita questa?”

Vittorio Zucconi (1944–2019) giornalista e scrittore italiano

11 gennaio 2017 https://twitter.com/vittoriozucconi/status/819222519819407361
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“Se la politica è l'arte del governo, la competizione politica è il salutare conflitto tra persone o partiti diversi, portatori di progetti diversi, che si contendono il potere di mettere in pratica le loro idee per governare una società. Nella pratica però le cose stanno in maniera diversa, e non solo perché talvolta, come insegna la storia, in politica scendono degli avventurieri, che puntano solo ad accumulare potere e denaro, ma anche perché la lotta politica possiede linguaggi, meccanismi e liturgie difficilissimi da decifrare. Del resto un motivo per cui le cose vanno in questo modo c'è. Trattandosi di una competizione, le strategie di un leader o di un partito non potranno mai essere completamente alla luce del sole, altrimenti si corre il rischio di regalare un vantaggio enorme all'avversario. Spesso, così, può capitare di assistere a comportamenti apparentemente incomprensibili, che nascondono, in realtà, mosse segrete o trappole per trarre in inganno i propri antagonisti. Frasi dette e poi repentinamente smentite, voci costruite ad arte, finte e colpi a sorpresa, quanto di più lontano da quella che dovrebbe essere una autentica battaglia di idee. Il risultato però è che spesso cade nell'inganno anche chi, per mestiere, queste vicende le deve raccontare e spiegare, come i giornalisti. Il cosiddetto politichese, la lingua che ha preso il posto dell'italiano nelle cronache parlamentari, ne è il sintomo più evidente, essendo un gergo tutto interno alle dinamiche di palazzo, che sembra fatto apposta per non spiegare nulla di quanto effettivamente accada.”

Curzio Maltese (1959) giornalista e scrittore italiano

da un'intervista del 17 novembre 1998 all'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche

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