Frasi su zattera

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema zattera, mare, mondo, vita.

Frasi su zattera

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“Lampedusa non è una zattera rocciosa alla fonda in un tratto di mare più vicino all'Africa che all'Europa. È un quartiere di Bruxelles.”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

da "Voce" di chi non ha voce, Famiglia Cristiana, n. 38, 17 settembre 2006

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“Ti aspetti gloria?» disse Ba'alzamon. «Potere? Ti hanno detto che l'Occhio del Mondo sarà al tuo servizio? Quale gloria e quale potere toccano a un burattino? Le stringhe che ti muovono sono state intessute da secoli. Tuo padre fu scelto dalla Torre Bianca, come uno stallone legato alla cavezza e condotto al suo compito. Tua madre non era altro che una fattrice, per i loro piani. E questi piani portano alla tua morte.»
Rand strinse i pugni. «Mio padre è un brav'uomo e mia madre era una donna per bene. Non parlare di loro!»
Le fiamme risero. «C'è del coraggio in te, dopotutto. Forse sei proprio tu, quello che cerco. Ma il coraggio ti gioverà ben poco. L'Amyrlin Seat ti userà, finché non sarai consumato, proprio come furono usati Davian e Yurian Stonebow e Guaire Amalasan e Raolin Darksbane. Proprio come è usato Logain. Finché di te non resterà niente.»
«Non so…» Rand agitò la testa da una parte e dall'altra. Quel solo momento di pensiero chiaro, nato dall'ira, era sparito. I suoi pensieri continuavano a turbinare. Rand ne afferrò uno, zattera nel gorgo. Si costrinse a parlare, con voce man mano più forte. «Tu… sei imprigionato… a Shayol Ghul. Tu e tutti i Reietti… imprigionati dal Creatore fino alla fine del tempo.»
«La fine del tempo?» lo schernì Ba'alzamon. «Tu vivi come uno scarafaggio sotto la pietra e pensi che il tuo fango sia l'universo. La morte del tempo mi porterà un potere che non puoi nemmeno sognare, verme.»
«Tu sei imprigionato…»
«Sciocco, non sono mai stato imprigionato!» I fuochi del suo viso ruggirono con tanto calore che Rand indietreggiò, riparandosi con le mani. Il sudore sul palmo si asciugò per il calore. «Fui a fianco di Lews Therin Kinslayer, quando compì il misfatto che gli valse il soprannome. Fui io a dirgli di uccidere la propria moglie e i propri figli e tutta la propria stirpe e ogni persona che amava o da cui era amato. Fui io a dargli il momento di lucidità perché sapesse che cosa aveva fatto. Hai mai sentito un uomo urlare fino a perdere l'anima, verme? Poteva colpirmi, allora. Non avrebbe vinto, ma poteva tentare. Invece chiamò su di se il suo prezioso Potere, tanto che la terra si aprì e innalzò Montedrago per segnare la sua tomba. Mille anni dopo, mandai i Trolloc a depredare il meridione e per tre secoli essi devastarono il mondo. Quelle stolte e cieche di Tar Valon dissero che ero stato infine sconfitto, ma il Secondo Patto, il Patto delle Dieci Nazioni, era infranto senza rimedio e chi rimase a opporsi a me, allora? Io sussurrai nell'orecchio di Artur Hawkwing e la terra Aes Sedai morì in lungo e in largo. Io sussurrai di nuovo e il Gran Monarca mandò i suoi eserciti al di là dell'oceano Aryth e del Mare del Mondo, e con questo atto sancì due condanne. La condanna del suo sogno di una sola terra e di un solo popolo, e una condanna ancora da venire. Ero al suo capezzale, quando i consiglieri gli dissero che solo le Aes Sedai potevano salvargli la vita. Parlai, e lui ordinò d'impalare i consiglieri. Parlai, e le ultime parole del Gran Monarca furono l'ordine di distruggere Tar Valon. Se uomini del valore di costoro non hanno potuto opporsi a me, quale possibilità hai tu, rospo acquattato accanto a una pozza della foresta? Servirai me, oppure ballerai ai fili delle Aes Sedai, fino alla tua morte. E poi sarai mio! I morti appartengono a me!”

Robert Jordan (1948–2007) scrittore statunitense

Rand e Ba'alzamon, capitolo 14
La ruota del tempo. L'occhio del mondo

“Te Lo Auguro

Oggi vorrei fare
un augurio speciale
tutto quanto sol per te!
Non ti auguro un dono qualsiasi, di più…
Ti auguro quello
che molti non posseggono
e avrebbero voluto
pagare col sangue!
Semplicemente…
Ti auguro tempo,
tempo per divertirti
e per ridere di pura gioia
con gli occhi lucidi d'emozione.
Ti auguro tempo,
per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso,
ma anche per donarlo
agli altri con amore
e pazienza, senza pensare
al tuo tornaconto.
Ti auguro tempo,
non per affrettarti e correre per far più cose
nello stesso arco di tempo,
ma tempo per essere contento in ciò che fai!
Ti auguro tempo,
non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché
te ne resti per realizzare
molti più sogni da vivere,
tempo per stupirti
e tempo per fidarti,
ancora del tempo
non soltanto per guardarlo sull’orologio, o misurarlo attraverso una clessidra,
o contemplandolo
sul volto dell'anziano.
Ti auguro tempo
per guardare il firmamento,
il mare, i monti, le tue mani
e quello che puoi
fare con esse,
e ancora il mondo intero!
Tempo per crescere,
per maturare,
anche se magari sei
avanti con gli anni!
Ti auguro tempo
per sperare nuovamente
e per amare ancora,
se l'amore per un po
ti ha lasciato solo
strada facendo nascondendosi
dietro l'angolo.
Impara a guardare a cercare,
e a non confrontare!
Non ha più senso rimandare!
La vita passa
la vita è una sola
e appartiene a te,
ne al passato ne al futuro!
La vita sei tu ora!
Ti auguro tempo
per trovare e ritrovare
te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono
da non distruggere coi drammi del passato,
ne saresti tu
la causa principale
di quel dolore
nel volerti incatenare
a ogni costo al suo ricordo,
come un cieco che non sa apprezzare il presente
coi suoi fiori e olezzi!
Ti auguro tempo
anche per perdonare
e dimenticare comprendendo
che la vita è come il mare,
a volte calmo a volte agitato.
E tu devi imparare a stare
calmo sulla tua zattera
governandola e adattarla
ai suoi cambiamenti!
Ti auguro di avere tempo
ma tanto tempo
per destarti da ciò
che ti ottenebra il cuore
e la mente non lasciandoti libero di evolverti
volgendo il tuo sguardo
verso l'orizzonte
della vera vita,
che aspetta
anche te per esistere!
Se lo impiegherai bene
ne ricaverai qualcosa di straordinario,
come son certa
lo è il tuo cuore
che nascondi tra le mani,
perché hai paura
di perderlo ancora
a causa dei cataclismi
che il destino riserva.
Ti auguro di avere
tutto questo tempo
con tutto il mio bene,
che te lo augura davvero!”

“Illusione

Come un irrisolto
l'enigma mistero
spazia confini
nell'interstizio dei due cuori,
verticali assonanze
intersecati nei respiri flebili
dischiusi come ombrelli
a riparare dall'illusione cieca,
mentre suona mélo
il celtico cantico antico dell'universo astratto velleitario
nel fato di quegli occhi,
strade intrecciate
nello sguardo magnetico
dalle radici recise dal fuoco
della verace verità
che parla la lingua
della vita reale viscerale
a separare mani protese
l'uno per l'altra,
proteste al disincanto amore.
Come fumo liberatorio
che si libra in aria
quell'incenso del candelabro a quattro posti a evocare
aria e acqua, terra e fuoco,
così i loro olezzi dell'essere
si palesano ai loro petti
riscoprendo diversi
i loro pulsanti spiriti,
spiagge nel deserto del cuore
inviolate e inesplorate
ove ideare zattere dell'addio
che accarezza e materializza
la fine dell'illusione effimera
che plana verso il fango
della sua fasulla magia
nel palustre dell'inganno.
Esaltando le proprie ragioni
che slegano il nastro
del legame indissolubile
in due parti uguali…
Lui l'essenza della chimera
nell'etere fanatismo nel viaggio spazio temporale.
Lei l'equilibrio della ragione illuminata dalla fede
che vivifica la vita
nel tangibile reale
coi piedi in marcia sulla terra.
Ellittiche visioni personali
occludono il fluido sentire
dal manoscritto di quel amore
che destatosi dalla sua fulgore eccitazione,
ne firma il capolinea dell'illusione!

© Laura Lapietra”

“Opulenza Evaporata

L' opulenza evapora come nebbia
al primo albeggiare della cognizione,
sotto i suoi occhi smeraldi, assetati.
Un velo enigmatico che si disperde
tra le correnti eterne,
lo rendono schiavo del suo nudo
una volta andato
non è più possibile riacquistarlo.
Perle di fortuna evanescenti
nella brezza imprevedibile
dell'incauto imprudente
cadono dalle scale della perdita,
nell'aria l'ira del leone sconfitto.
Ogni avere, cangiante e caduco, lanciato al suolo risuonando
elogi di autocompiacimento
si manifesta come un sauro
che scivola via in un battito di ciglia, emblema di un ricordo
ormai disperso nell'arroganza.
Un forziere vuoto di sogni brilla
nel suo nulla, in quelle promesse
mai onorate per qualcuno,
ma dissipate con frivolezza!
La speranza si esilia in ogni volto,
volti che un tempo
risplendevano con convinzione.
Ora metamorfosati in ombre,
riccioli di ricordi effimeri,
dove ogni raggio di luce
diventa un'eco di rammarico, lasciando l'abisso vuoto
assorbendo all'anima la pace.
L'angoscia si insidia
tra le pieghe del cuore,
e il dolore si fa compagno veleno muto e incisivo!
Un inchiostro indelebile
su pagine ormai ingiallite
sul quale piangere disperato.
In questo scenario desolante
di perdite e tormento,
il tempo si arresta e osserva
con occhio critico, l'egoismo punito,
mentre le storie
di colori festivi e opulenti
vivi di lussureggiante armonia,
acquistati con fiamma dorata
si estinguono nel baratro.
E i sogni, un tempo vibranti,
ora giacciono come foglie
morte sul terreno sterile.
Così il ricordo di ciò
che era apprezzato
per la sua carnalità,
si trasmuta in un soffio fetido annegato in un oceano di ombre,
di nostalgiche riflessioni
senza zattera salvifica
di salvezza mai coltivata
per eccessiva superbia,
e il fango nel suo latte
è letto perpetuo nel dimenticatoio
del rimorso nel suo ineluttabile
dissidio imperituro.


Laura Lapietra ©”