Frasi di Francesco Petrarca
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Francesco Petrarca è stato uno scrittore, poeta, filosofo e filologo italiano, considerato il precursore dell'umanesimo e uno dei fondamenti della letteratura italiana, soprattutto grazie alla sua opera più celebre, il Canzoniere, patrocinato quale modello di eccellenza stilistica da Pietro Bembo nei primi del Cinquecento.

Uomo moderno, slegato ormai dalla concezione della patria come mater e divenuto cittadino del mondo, Petrarca rilanciò, in ambito filosofico, l'agostinismo in contrapposizione alla scolastica e operò una rivalutazione storico-filologica dei classici latini. Fautore dunque di una ripresa degli studia humanitatis in senso antropocentrico , Petrarca spese l'intera sua vita nella riproposta culturale della poetica e filosofia antica e patristica attraverso l'imitazione dei classici, offrendo un'immagine di sé quale campione di virtù e della lotta contro i vizi. La storia medesima del Canzoniere, infatti, è più un percorso di riscatto dall'amore travolgente per Laura che una storia d'amore, e in quest'ottica si deve valutare anche l'opera latina del Secretum.

Le tematiche e la proposta culturale petrarchesca, oltre ad aver fondato il movimento culturale umanistico, diedero avvio al fenomeno del petrarchismo, teso ad imitare stilemi, lessico e generi poetici propri della produzione lirica volgare dell'Aretino. Wikipedia  

✵ 20. Luglio 1304 – 1374
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Francesco Petrarca Frasi e Citazioni

“Stanco già di mirar, non sazio ancora.”

II, 1
Trionfi, Trionfo d'Amore

“Ben è 'l viver mortal, che sì n'aggrada, | Sogno d'infermi e fola di romanzi.”

III, 65-66
Trionfi, Trionfo d'Amore

“Tutti siam macchiati d'una pece.”

III, 99
Trionfi, Trionfo d'Amore

“S'Affrica pianse, Italia non ne rise.”

IV, 83
Trionfi, Trionfo d'Amore

“… Degna | Di poema chiarissimo e d'istoria.”

I, 35-36, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 542
Trionfi, Trionfo della Morte

“Che fan qui tante pellegrine spade?”

Origine: Canzone ai Grandi d'Italia, P. IV, canzone IV, nell'edizione Marsand; canz. XVI nell'ed. Mestica

“[Chè] L'antiquo valore | Ne l'italici cor non è ancor morto.”

Origine: Canzone ai Grandi d'Italia, P. IV, canzone IV, nell'edizione Marsand; canz. XVI nell'ed. Mestica

“Io parlo per ver dire | Non per odio d'altrui né per disprezzo.”

XVI dell'ed. Mestica, 4
Canzone ai Grandi d'Italia
Variante: Io parlo per ver dire,
non per odio d'altrui, né per disprezzo.

“I'vo gridando: pace, pace, pace.”

num. XVI dell'edizione Mestica, ultimo verso
Canzone ai Grandi d'Italia

“Da me son fatti i miei pensier diversi.”

num. II secondo il Marsand, canz. III dell'ediz. Mestica
Sonetto in vita di M. Laura

“El più bel fior ne colse.”

VIII secondo Marsand, X nell'ed. Mestica
Sonetto in vita di M. Laura

“Intendami chi po', ch'i' m'intend'io.”

num. IX secondo Marsand; canz. XI secondo Mestica; v. 17
Sonetto in vita di M. Laura
Variante: Intendami chi pò, ch'i' m'intend'io.

“E già di là dal rio passato è 'l merlo.”

Num. IX, nell'ed. Marsand, num. XI nell'ed. Mestica
Sonetto in vita di M. Laura

“I' benedico il loco e 'l tempo e l'ora.”

Num. X, secondo il Marsand, com.: Quando fra l'altre donne ad ora ad ora; nell'ed. Mestica, son. XII
Sonetto in vita di M. Laura

“Che 'nanzi al dì de l'ultima partita | Uom beato chiamar non si convene.”

Num. XXXVI nell'ed. Marsand, sonetto XLIII nell'ed. Mestica
Sonetto in vita di M. Laura
Variante: Inanzi al dí de l'ultima partita
huom beato chiamar non si convene.

“Non era l'andar suo cosa mortale | Ma d'angelica forma.”

XLI nell'ed. Marsand, LXIX nell'ed. Mestica
Sonetto in vita di M. Laura

“Poi che mia speme è lunga a venir troppo.”

n. LIX secondo Marsand, LXVII secondo Mestica, v. 1
Sonetto in vita di M. Laura

“Né del vulgo mi cal né di fortuna.”

num. LXXVIII secondo il Marsand, sonetto XCI secondo il Mestica

“Femina è cosa mobil per natura.”

Num. CXXXI nell'ed. Marsand, sonetto CL nell'ed. Mestica
Sonetto in vita di M. Laura

“Lo spirito è pronto, ma la carne è stanca.”

Num. CLIV nell'ed. Marsand, sonetto CLXXIII nell'ed. Mestica
Sonetto in vita di M. Laura

“Quegli cui non è castigo sufficiente una moglie, è degno di averne parecchie.”

Quem una uxor non castigat, dignus est pluribus.
Origine: Da De remediis utriusque fortune; citato in Giuseppe Fumagalli, L'ape latina, Hoepli, 1987.

“[…] ventosa gloria è il cercar fama dalla splendidezza delle parole.”

dalla Lettera ai posteri, in Del disprezzo del mondo, dialoghi tre, prima versione italiana del rev. prof. Giulio Cesare Parolari, coi tipi di Luigi di Giacomo Pirola, Milano 1857

“Sicilia di tiranni antico nido | vide triste Agatocle acerbo e crudo | e vide i dispietati Dionigi | e quel che fece il crudel fabro ignudo | gittare il primo doloroso strido | e far ne l'arte sua primi vestigi.”

da Frammenti. Rime estravaganti http://www.liberliber.it/mediateca/libri/p/petrarca/frammenti_rime_estravaganti/pdf/petrarca_frammenti_rime_estravaganti.pdf, 20, vv. 65-70; p. 43

“Per fama huom s'innamora.”

Il Canzoniere (c. 1351–1353), To Laura in Life

“Tal par gran meraviglia, et poi si sprezza.”

Il Canzoniere (c. 1351–1353), To Laura in Life

“Le città son nemiche, amici i boschi.”

Il Canzoniere (c. 1351–1353), To Laura in Life

“Proverbio "ama chi t'ama" è fatto antico.”

Il Canzoniere (c. 1351–1353), To Laura in Life

“Nulla al mondo è che non possano i versi.”

Il Canzoniere (c. 1351–1353), To Laura in Life

“Le bionde treccie sopra il collo sciolte.”

Il Canzoniere (c. 1351–1353), To Laura in Life

“Ché i be' vostr'occhi, donna, mi legaro.”

Il Canzoniere (c. 1351–1353), To Laura in Life

“Amor regge suo imperio senza spada.”

Il Canzoniere (c. 1351–1353), To Laura in Life

“I' so' colei che ti die' tanta guerra,
et compie' mia giornata inanzi sera.”

Il Canzoniere (c. 1351–1353), To Laura in Death

“Per bene star si scende molte miglia.”

Il Canzoniere (c. 1351–1353), To Laura in Life