“Edipo: Ah, Citerone, perché mi accogliesti? O perché, dopo avermi accolto, non mi uccidesti subito? Così non avrei mai mostrato a tutti gli uomini da chi sono nato. O Polibo! O Corinto! E tu, casa antica che io credetti paterna! Voi nutriste in me una bella forma putrida di morbi occulti! Eccomi finalmente disvelato: un miserabile, figlio di miserabili. O trivio! O cupa valle! O querceto! O strettoia ove convergono le tre vie! Voi che avete bevuto il sangue di mio padre versato dalle mie mani, non ricordate i delitti che commisi davanti a voi e poi quegli altri ancora, quando giunsi qua? O nozze! O nozze! Mi avete generato e poi, dopo avermi generato, rigermogliate lo stesso seme e recaste alla luce un grumo incestuoso di padri, fratelli, figli e spose e madri e quanto di più turpe esiste al mondo. Basta. Non è bello dire quel che non è bello fare. Avanti, in nome degli dei, nascondetemi da qualche parte, lontano da qui, e uccidetemi o gettandomi in mare, dove non possiate vedermi più. Avvicinatemi: non vi ripugni toccare questo sventurato. Coraggio, non abbiate paura. Nessun altro, se non io, può portare questi miei mali.”
trad. di Franco Ferrari
Edipo re
Argomenti
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tragediografo ateniese -496–-406 a.C.Citazioni simili

“Chè 'n parte troppo cupa, e troppo interna
Il pensier de' mortali occulto giace.”
Gerusalemme Liberata (1581)

Lettere, uomini di lettere o letterati; 1950, p. 282
Dizionario filosofico

Origine: La Signora Craddock, p. 45

da Il tempo miserabile consumi, Canti orfici e altri scritti, Oscar Mondadori, 1972

“Dopo la nascita di mio figlio ho capito le difficoltà che mio padre ha avuto con me.”