“Sì, questa è stata la mia sorte fin dalla mia prima infanzia! Tutti leggevano sul mio viso i segni di brutte qualità che non avevo; ma le supponevano, e coì sono nate. Ero riservato; mi rimproveravano di essere malizioso; così sono diventato chiuso. Sentivo profondamente il bene e il male; nessuno mi coccolava, tutti mi offendevano: così sono diventato permaloso; ero cupo mentre gli altri bambini erano allegri e chiacchieroni; io mi sentivo superiore a loro, e loro mi consideravano inferiore. Sono diventato invidioso. Ero pronto ad amare tutto il mondo, ma nessuno mi ha capito: allora ho imparato a odiare. La mia giovinezza incolore è trascorsa nella lotta contro me stesso e il mondo; i miei sentimenti migliori, per timore di venire deriso, li ho sepolti nel profondo del cuore: e lì sono morti. Dicevo la verità, ma non mi credevano: ho cominciato a ingannare; dopo avere conosciuto bene il mondo e le molle della società mi sono fatto esperto dell'arte di vivere e ho visto che gli altri erano felici senz'arte, godevano gratis di quei vantaggi che io cercavo di ottenere così instancabilmente. Allora nel mio petto è nata la disperazione: non quella disperazione che si cura con un colpo di pistola, ma una disperazione fredda, impotente, nascosta dietro l'amabilità e un sorriso benevolo. Sono diventato un invalido morale: una metà della mia anima non esisteva, si era disseccata, era evaporata, era morta, io l'ho amputata e gettata via; invece l'altra reagiva e viveva al servizio di ognuno, ma questo nessuno lo ha notato, perché nessuno sapeva dell'esistenza dell'altra metà morta.”

1996, p. 126
Un eroe del nostro tempo

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Febbraio 2023. Storia

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