Frasi su orecchino

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema orecchino, ragazzo, ultimo, dopo.

Frasi su orecchino

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“Ho iniziato il romanzo [La ragazza con l'orecchino di perla] nel febbraio 1998, il giorno in cui ho scoperto di essere incinta. L'ho finito prima di partorire. Di solito un libro mi richiede più tempo, ma questo aveva una scadenza biologica.”

Tracy Chevalier (1962) scrittrice statunitense

da Chevalier: «Un quaderno arancione come il colore usato da Vermeer» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/settembre/25/Chevalier_quaderno_arancione_come_colore_co_0_01092511701.shtml, Corriere della sera, 25 settembre 2001

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“Non è l'orecchino… Ci sono uomini in giacca e cravatta che sono dei bastardi sia dentro che fuori.”

Barbara d'Urso (1957) conduttrice televisiva e attrice italiana

da Pomeriggio Cinque, 10 dicembre 2010
Citazioni di Barbara d'Urso

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“Ehi Matteo, tu sei curioso, porti l'orecchino e sei un invidioso, lavati la bocca prima di parlare, sei un pezzente e non ci scocciare!”

Alessandra Mussolini (1962) politico italiano

Origine: Dopo che Salvini alla festa della Lega di Pontida si era esibito in una canzone in cui chiamava i napoletani "colerosi, terremotati".
Origine: Citato in "Canzone razzista, si dimetta" E Salvini lascia il Parlamento http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/salvini-a-pontida/reazioni-salvini/reazioni-salvini.html, Repubblica.it, 7 luglio 2009.

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“Vigiak (Sorte, Foruna, Destino), che ricorda la tradizione pagana, è una delle principali feste armene, che comincia il giovedì dell'Ascensione e dura fino alla domenica di Pentecoste. Alla vigilia dell'Ascensione le ragazze del villaggio si riuniscono e scelgono fra loro una brigatella per organizzare la festa. Le prescelte prendono un'anfora di terra cotta, l'empiono d'acqua attinta a sette fonti o pozzi, ne ornano la bocca con fiori colti in sette campi diversi, poi vi gettano dentro un oggetto caro (bracciali, anelli, grani di monili o di corone, orecchini, fermagli, ecc.), facendo voti di gioia pei parenti e per l'amato, a occhi chiusi e con profondo raccoglimento. La notte dal mercoledì al giovedì, esse nascondono l'anfora in un cantuccio segreto di giardino, all'aperto, per esporla all'influsso delle stelle, e la sorvegliano, perché non sia rapita dai giovanotti, che la cercano per portarla via. Se i giovani vi riescono, le fanciulle, per riaver l'anfora, devono offrir loro gran quantità di non la rapiscano. – La domenica di Pentecoste, le ragazze si raccolgono per l'ultima volta; circondano l'anfora, e, dopo averla baciata, la mettono fra le braccia d'una di loro; poi, un'altra fanciulla, vestita da sposa, a rappresentar appunto la sposa della festa della "Vigiak", trae dal'anfora un oggetto, mentre una vecchia canta un ritornello, di felicità o di mal augurio o di burla; e così via via per ciascun oggetto gettato nell'anfora; onde le fanciulle si rallegrano o si attristano secondo il presagio lieto o triste. Nelle varie contrade dell'Armenia, la festa della Vigiak presenta qualche cambiamento; ma in tutte è deliziosamente gentile e pensosa, degna d'un popolo delle tradizioni derivate dall'India, la più poetica delle antiche nazioni.”

Domenico Ciampoli (1852–1929) scrittore e bibliotecario italiano
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