Frasi di Albert Camus
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157 frasi sulla saggezza, felicità, normalità, ignoranza, ribellione e altro

Scoprite la profonda saggezza di Albert Camus attraverso le sue citazioni più famose. Esplorate il suo pensiero sulla felicità, la normalità, l'ignoranza, la ribellione e altro ancora. Immergetevi in un mondo di idee stimolanti.

Albert Camus è stato uno scrittore, filosofo, saggista, drammaturgo, giornalista e attivista politico francese. La sua opera multiforme ha affrontato la tragicità di un'epoca tumultuosa della storia contemporanea, dai totalitarismi al secondo dopoguerra e all'inizio della guerra fredda. Le sue riflessioni filosofiche hanno una valenza universale oltre i confini storici e descrivono la condizione umana nel suo nucleo più essenziale.

Camus si è dedicato allo studio dei turbamenti dell'animo umano di fronte all'esistenza, denunciando le ingiustizie sociali e l'assurdità della vita. Ha combattuto contro la pena di morte perché, secondo lui, se la Natura condanna l'uomo a morire, almeno l'uomo non dovrebbe essere il suo boia. Camus è stato premiato con il Nobel per la letteratura nel 1957. Malato di tubercolosi da anni, è morto nel 1960 in un incidente stradale.

✵ 7. Novembre 1913 – 4. Gennaio 1960
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Albert Camus Frasi e Citazioni

“Non c'è nessun cielo, Cesonia.”

Caligola

“Il contrario di un popolo civile è un popolo creatore.”

L'estate a Algeri
Nozze

“Tutto ciò che esalta la vita, ne accresce al tempo stesso l'assurdità.”

Origine: Da Il rovescio e il diritto, traduzione di Sergio Morando, Bompiani, 1999

“So soltanto che bisogna fare quello che occorre per non essere più un appestato, e che questo soltanto ci può far sperare nella pace, o, al suo posto, in una buona morte. Questo può dar sollievo agli uomini e, se non salvarli, almeno fargli il minor male possibile e persino, talvolta, un po' di bene. E per questo ho deciso di rifiutare tutto ciò che, da vicino o da lontano, per buone o cattive ragioni, faccia morire o giustifichi che si faccia morire. […] Di qui, so che io non valgo più nulla per questo mondo, e che dal momento in cui ho rinunciato ad uccidere mi sono condannato ad un definitivo esilio. Saranno gli altri a fare la storia. So, inoltre, che non posso giudicare questi altri. […] Di conseguenza, ho detto che ci sono flagelli e vittime, e nient'altro. Se, dicendo questo, divento flagello io stesso, almeno non lo è col mio consenso. Cerco di essere un assassino innocente; lei vede che non è una grande ambizione. Bisognerebbe certo che ci fosse una terza categoria, quella dei veri medici, ma è un fatto che non si trova sovente, è difficile. Per questo ho deciso di mettermi dalla parte delle vittime. In mezzo a loro, posso almeno cercare come si giunga alla pace. […]" Dopo un silenzio il dottore domandò se Tarrou avesse un'idea della strada da prendere per arrivare alla pace. "Sì, la simpatia.”

[...] "Se si può essere un santo senza Dio, è il solo problema concreto che io oggi conosca".
La peste

“Perché un pensiero cambi il mondo, bisogna che cambi prima la vita di colui che lo esprime. Che cambi in esempio.”

Origine: Da Taccuini, II, p. 139. Citato in introduzione a Platone, Apologia di Socrate. Testo greco a fronte, a cura di Giovanni Reale, Bompiani, 2000, pp. 5 e 40.