Frasi di Michel Foucault (153 frasi, pagina 3)

Michel Foucault: 153 frasi 31 Mi piace

Michel Foucault frasi celebri

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“Sono perdutamente innamorato di un ricordo.
Un'eco di un altro tempo, di un altro luogo.”

Michel Foucault

“Secondo me, oggi il movimento omosessuale ha bisogno più di un'arte di vivere che di una scienza o di una conoscenza scientifica (o pseudoscientifica) della sessualità. La sessualità fa parte dei nostri comportamenti. Fa parte della libertà di cui godiamo in questo mondo. La sessualità è qualcosa che creiamo noi stessi – è una nostra creazione, assai più che la scoperta di un aspetto segreto del nostro desiderio.”

Michel Foucault

da Michel Foucault, un'intervista: il sesso, il potere e la politica dell'identità, in Archivio Foucault. Interventi, colloqui, interviste, a cura di Alessandro Pandolfi, traduzione di Sabina Loriga, Feltrinelli, Milano, 1996, vol. III

“Non c'è uno, ma più tipi di silenzio, ed essi fanno parte integrante delle strategie che sottendono ed attraversano i discorsi.”

Michel Foucault

“L'uomo è un'invenzione di cui l'archeologia del nostro pensiero mostra agevolmente la data recente. E forse la fine prossima.”

Michel Foucault libro Le parole e le cose

Le parole e le cose

“Mai la psicologia potrà dire la verità sulla follia, perché è la follia a detenere la verità della psicologia.”

Michel Foucault

da Malattia mentale e psicologia, traduzione di F. Polidori, Cortina Raffaello, 1997

“Sviluppate la vostra legittima stranezza.”

Michel Foucault

History of Madness

Frasi sulla pazzia di Michel Foucault

“Dall'uomo al vero uomo, la strada passa per l'uomo pazzo.”

Michel Foucault

da Storia della follia nell'età classica
Variante: Dall'uomo all'uomo vero, il cammino passa attraverso l'uomo folle.

“Non esiste una sola cultura al mondo in cui sia permesso di fare tutto.”

Michel Foucault libro Storia della follia nell'età classica

appendice La follia, l'assenza di opera, p. 478
Storia della follia nell'età classica

“In questa misura appunto la psichiatria del XIX secolo converge realmente verso Freud, il primo ad aver seriamente accettato la realtà della coppia medico-malato. Mentre il malato mentale è interamente alienato nella persona del suo medico, il medico dissipa la realtà della medicina mentale nel concetto critico di follia. Verso il medico Freud ha fatto confluire tutte le strutture approntate da Tuke e Pinel nell'internamento. Ha certo liberato il malato dall'esistenza manicomiale ove l'avevano alienato i suoi "liberatori"; ma non lo ha liberato da quel che questa esistenza aveva di essenziale; ne ha radunati i poteri li ha tesi al massimo annodandoli tra le mani del medico; ha creato la situazione psicanalitica in cui, grazie a un geniale cortocircuito, l'alienazione diviene disalienazione, perché, nel medico, essa diventa soggetto. Il medico, in quanto figura alienante, rimane la chiave della psicanalisi. Forse proprio perché non ha soppresso quest'ultima struttura, e vi ha ricondotto tutte le altre, la psicanalisi non può, non potrà intendere le voci della déraison, né decifrare intrinsecamente i segni dell'insensato. La psicanalisi può sciogliere alcune forme di follia; ma rimane estranea al lavoro sovrano della déraison.”

Michel Foucault libro Storia della follia nell'età classica

Origine: Storia della follia nell'età classica, p. 607

Michel Foucault Frasi e Citazioni

“L'amore deluso nel suo eccesso, e soprattutto l'amore ingannato dalla fatalità della morte, non ha altro esito che il suicidio.”

Michel Foucault libro Storia della follia nell'età classica

pag. 58
Storia della follia nell'età classica

Sull'amore , Su Dio , Sulla morte , Suicidio

“L'uomo non può darsi nella trasparenza immediata e sovrana di un cogito.”

Michel Foucault libro Le parole e le cose

Le parole e le cose

“All'inizio di questo secolo le ricerche psicoanalitiche, linguistiche e poi etnologiche hanno spossessato il soggetto delle leggi del suo piacere, delle forme della sua parola, delle regole della sua azione, dei sistemi dei suoi discorsi mitici.”

Michel Foucault

da Due risposte sull'epistemologia, traduzione di A. Fontana, Lampugni Nigri, Milano, 1971

Sul piacere , Sulle leggi , Ricerca

“La libertà di coscienza comporta più rischi dell'autorità e del dispotismo.”

Michel Foucault libro Storia della follia nell'età classica

2012
Storia della follia nell'età classica

La libertà

“Il punto più intenso delle vite, quello in cui si concentra la loro energia, è proprio là dove si scontrano con il potere, si dibattono con esso, tentano di utilizzare le sue forze o di sfuggire alle sue trappole.”

Michel Foucault

La vita degli uomini infami

“Una cosa è certa: l'uomo non è il problema più vecchio o più costante postosi al sapere umano.”

Michel Foucault libro Le parole e le cose

Le parole e le cose

Problema

“Forse ai nostri giorni l'obiettivo non è quello di scoprire che cosa siamo, ma di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire quello che potremmo essere.”

Michel Foucault

da Perché studiare il potere: la questione del soggetto, traduzione di Roberto Cagliero, revisione di Marcella Pogatschnig, in Poteri e strategie, a cura di P. Dalla Vigna, Mimesis Edizioni, 1994

“Il potere, lungi dall'impedire il sapere, lo produce. Se si è potuto costituire un sapere sul corpo, è stato attraverso un insieme di discipline militari e scolastiche. È solo a partire da un potere sul corpo che un sapere fisiologico, organico era possibile.”

Michel Foucault

da Potere-corpo, in Microfisica del potere: interventi politici, a cura di Alessandro Fontana, Pasquale Pasquino, traduzione di Giovanna Procacci, Einaudi, 1982<sup>4</sup>

“Il valore della critica storico-politica della repressione sessuale e dei suoi effetti sulla realtà è stato considerevole. Ma la possibilità stessa del suo successo era legata al fatto che si dispiegava sempre all'interno del dispositivo di sessualità, e non al di fuori o contro di esso […]. Tutta questa 'rivoluzione' del sesso, tutta questa lotta 'antirepressiva' non rappresentava niente di più, ma anche niente di meno […] di uno spostamento e un capovolgimento tattici nel grande dispositivo di sessualità.”

Michel Foucault

da La volontà di sapere, traduzione di Pasquale Pasquino e Giovanna Procacci, Feltrinelli, 1978, pp. 116-7

Successo , Sul sesso , Realtà

“La morte è un supplizio nella misura in cui non è semplice privazione del diritto di vivere, ma occasione di calcolate sofferenze.”

Michel Foucault

da Sorvegliare e punire, 1975

Sull'alcol , Sulla morte , Sofferenza

“Saranno i giornali a riprendere nella loro cronaca il grigiore di delitti e punizioni. La spartizione è fatta, che il popolo si spogli dell'antico orgoglio dei suoi crimini.”

Michel Foucault

da Sorvegliare e punire; citato in la Repubblica, 8 febbraio 2008

“Sono un artificiere. Fabbrico qualcosa che alla fin fine serve a un assedio, a una guerra, a una distruzione. Io non sono per la distruzione, ma sono a favore del fatto che si possa passare, che si possa avanzare, che si possano abbattere i muri.”

Michel Foucault

da «Io sono un artificiere», giugno 1975, in Conversazioni. Interviste di Roger-Pol Droit, a cura di Fabio Polidori, Mimesis Edizioni, 2007

Su Dio , Sulla guerra , Sull'istruzione

“L'uomo è la più infelice e la più fragile fra tutte le creature, e nello stesso tempo la più orgogliosa.”

Michel Foucault libro Storia della follia nell'età classica

pag. 53
Storia della follia nell'età classica

Tempo

“È un luogo comune affermare che la Riforma ha portato a una laicizzazione delle opere nei paesi protestanti. Ma incaricandosi per conto proprio di tutta questa popolazione di poveri e d'incapaci, lo stato o l'amministrazione pubblica preparano una nuova forma di sensibilità alla miseria; sta per nascere un'esperienza del patetico che non parla più di una glorificazione del dolore, né di una salvezza comune alla Povertà e alla Carità, ma che intrattiene l'uomo unicamente nei suoi doveri verso la società e indica nel miserabile, a un tempo, un effetto del disordine e un ostacolo all'ordine. Non si tratta dunque più di esaltare la miseria nel gesto che le porta sollievo, ma, semplicemente, di sopprimerla. Se si rivolge alla Povertà come tale, anche la Carità è disordine.”

Michel Foucault libro Storia della follia nell'età classica

pag. 84
Storia della follia nell'età classica

Sul dolore , Sull'età , Tempo

“Nei periodi ellenistico e imperiale, il concetto socratico del «prendersi cura di sé» divenne un tema filosofico comune, universale. La «cura di sé» fu accettata da Epicuro e dai suoi seguaci. dai cinici, dagli stoici come Seneca, Gaio Musonio Rufo, Galeno. i pitagorici si interessarono molto al concetto di una vita ordinata e comunitaria. La cura di sé non costituiva una raccomandazione astratta, ma una attività ampiamente diffusa, una rete di obblighi e servigi resi alla propria anima.”

Michel Foucault

da Tecnologie del sé. Un seminario con Michel Foucault, a cura di Luther H. Martin, Huck Gutman, Patrick H. Hutton, traduzione di Saverio Marchignoli, Boringhieri, Torino, 1992, p. 23

Sulla vita , Anima

“L'LSD è una scorciatoia attraverso, e oltre, le categorie dell'illusione e della realtà, il falso e il vero; i suoi effetti sono capaci di indurre una facoltà di pensiero accelerata che tanto prima elimina la supremazia delle categorie quanto rapidamente spazza via il campo dalla loro indifferenza e disintegra il tetro, idiota spettacolo della stupidità, al punto di permettere l'incontro con una massa univoca e acategorica che non è solo variegata, mobile, asimmetrica, decentrata, spiraloide e riverberante, ma si alza anche, a ogni istante, come uno sciame di eventi fantasmatici. I processi si accelerano: le strutture (di pensiero e categorizzazione) vengono mostrate, frantumate e superate in rapida successione, e nel momento in cui è liberato dalla sua crisalide catatonica, il pensiero contempla invariabilmente questa equivalenza indefinita trasformata in un evento acuto in sontuosa, decorata ripetizione.”

Michel Foucault

The Lives of Michel Foucault: a Biography, di David Macey, Vintage Editions 1995

Pensiero , Sulla stupidità , Indifferenza , Realtà

Michel Foucault: Frasi in inglese

“My point is not that everything is bad, but that everything is dangerous, which is not exactly the same as bad. If everything is dangerous, then we always have something to do. So my position leads not to apathy but to a hyper- and pessimistic activism. I think that the ethico-political choice we have to make every day is to determine which is the main danger.”

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Michel Foucault

“On the Genealogy of Ethics: An Overview of Work in Progress.” Afterword, in Hubert L. Dreyfus and Paul Rabinow, Michel Foucault: Beyond Structuralism and Hermeneutics, 2nd ed. Chicago: University of Chicago Press. (1983)

“The disappearance of public executions marks therefore the decline of the spectacle; but it also marks a slackening of the hold on the body.”

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Michel Foucault libro Discipline and Punish

Origine: Discipline and Punish (1977), Chapter One, The Spectacle of the Scaffold

“In the tragedies of the early seventeenth century, madness too provided the dénouement, but it did so in liberating the truth. It still opened onto language, to a renewed form of speech, that of explanation and of the real regained. The most it could ever be was the penultimate moment of tragedy. Not the closing moment, as in Andromaque, where no truth appears, other than, in Delirium, the truth of a passion that finds its fullest, most perfect expression in madness.”

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Michel Foucault

Part Two: 2. The Transcendence of Delirium
History of Madness (1961)

“A great prison structure was planned, whose different levels would correspond exactly to the levels of the centralized administration. The scaffold, where the body of the tortured criminal had been exposed to the ritually manifested force of the sovereign, the punitive theatre in which the representation of punishment was permanently available to the social body, was replaced by a great enclosed, complex and hierarchized structure that was integrated into the very body of the state apparatus.”

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Michel Foucault libro Discipline and Punish

Origine: Discipline and Punish (1977), Chapter Three, The Gentle Way in Punishment

“The problem is not to discover in oneself the truth of one's sex, but, rather, to use one's sexuality henceforth to arrive at a multiplicity of relationships. And, no doubt, homosexuality is not a form of desire but something desirable. Therefore, we have to work at becoming homosexuals.”

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Michel Foucault

"Friendship as a Way of Life," interview in Gai pied, April 1981, as translated in Ethics, Subjectivity and Truth (1994), pp. 135-136

“This book is intended as a correlative history of the modern soul and of a new power to judge; a genealogy of the present scientifico-legal complex from which the power to punish derives its bases, justifications and rules, from which it extends its effects and by which it extends its effects and by which it masks its exorbitant singularity.”

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Michel Foucault libro Discipline and Punish

Origine: Discipline and Punish (1977), Chapter One, The Spectacle of the Scaffold, pp.42

“It was an important moment. The old partners of the spectacle of punishment, the body and the blood, gave way. A new character came of the scene, masked. It was the end of a certain kind of tragedy; comedy began, with shadow play, faceless voices, impalpable entities. The apparatus of punitive justice must now bite into this bodiless reality.”

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Michel Foucault libro Discipline and Punish

Origine: Discipline and Punish (1977), pp. 17

“This legible lesson, this ritual recording, must be repeated as often as possible; the punishments must be a school rather than a festival; an ever-open book rather than a ceremony. The duration that makes the punishment effective for the guilty is also useful for the spectators. They must be able to consult at each moment the permanent lexicon of crime and punishment. A secret punishment is a punishment half wasted. Children should be allowed to come to the places where the penalty is being carried out; there they will attend their classes in civics. And grown men will periodically relearn the laws. Let us conceive of places of punishment as a Garden of the Laws that families would visit on Sundays.”

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Michel Foucault libro Discipline and Punish

Origine: Discipline and Punish (1977), Chapter Three, The Gentle Way in Punishment

“The question here is the same as the question I addressed with regard to madness, disease, delinquency and sexuality. In all of these cases, it was not a question of showing how these objects were for a long time hidden before being finally discovered, nor of showing how all these objects are only wicked illusions or ideological products to be dispelled in the light of reason finally having reached its zenith. It was a matter of showing by what conjunctions a whole set of practices—from the moment they become coordinated with a regime of truth—was able to make what does not exist (madness, disease, delinquency, sexuality, etcetera), nonetheless become something.”

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Michel Foucault libro The Birth of Biopolitics

Lecture 1, January 10, 1979, p. 19
The Birth of Biopolitics (1978)

“There are moments in life where the question of knowing whether one might think otherwise than one thinks and perceive otherwise than one sees is indispensable if one is to continue to observe or reflect… What is philosophy today… if it does not consist in, instead of legitimizing what we already know, undertaking to know how and how far it might be possible to think otherwise?… The ‘essay’ —which must be understood as a transforming test of oneself in the play of truth and not as a simplifying appropriation of someone else for the purpose of communication—is the living body of philosophy, if, at least, philosophy is today still what it was once, that is to say, an askesis, an exercise of the self, in thought.”

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Michel Foucault

Il y a des moments dans la vie où la question de savoir si on peut penser autrement qu’on ne pense et percevoir autrement qu’on ne voit est indispensable pour continuer à regarder ou à réfléchir… Qu’est-ce donc que la philosophie aujourd’hui… si elle ne consiste pas, au lieu de légitimer ce qu’on sait déjà, à entreprendre de savoir comment et jusqu’où il serait possible de penser autrement ?… L’ « essai »—qu’il faut entendre comme épreuve modificatrice de soi-même dans le jeu de la vérité et non comme appropriation simplificatrice d’autrui à des fins de communication—est le corps vivant de la philosophie, si du moins celle-ci est encore maintenant ce qu’elle était autrefois, c’est-à-dire une « ascèse », un exercice de soi, dans la pensée.
Vol. II : L’usage des plaisirs p. 15-16.
History of Sexuality (1976–1984)

“In its most general form, confinement was explained, or at least justified, by a will to avoid scandal. It thereby signalled an important change in the consciousness of evil. The Renaissance had let unreason in all its forms come out into the light of day, as public exposure gave evil the chance to redeem itself and to serve as an exemplum.”

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Michel Foucault

Part One: 5. The Insane
History of Madness (1961)

“The painter is turning his eyes towards us only in so far as we happen to occupy the same position as his subject. We, the spectators, are an additional factor. Though greeted by that gaze, we are also dismissed by it, replaced by that which was always there before we were: the model itself. But, inversely, the painter's gaze, addressed to the void confronting him outside the picture, accepts as many models as there are spectators; in this precise but neutral place, the observer and the observed take part in a ceaseless exchange.”

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Michel Foucault

Las Menias
The Order of Things: An Archaeology of the Human Sciences (1970)

“Discourses are tactical elements or blocks operating in the field of force relations; there can exist different and even contradictory discourses within the same strategy; they can, on the contrary, circulate without changing their form from one strategy to another, opposing strategy.”

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Michel Foucault

Les discours sont des éléments ou des blocs tactiques dans le champ des rapports de force; il peut y en avoir de différents et même de contradictoires à l'intérieur d'une même stratégie; ils peuvent au contraire circuler sans changer de forme entre des stratégies opposées.
Vol I, pp. 101-102
History of Sexuality (1976–1984)

“Confession frees, but power reduces one to silence; truth does not belong to the order of power, but shares an original affinity with freedom: traditional themes in philosophy, which a political history of truth would have to overturn by showing that truth is not by nature free--nor error servile--but that its production is thoroughly imbued with relations of power. The confession is an example of this.”

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Michel Foucault

Vol. I, p. 60
History of Sexuality (1976–1984)

“The chief function of the disciplinary power is to 'train', rather than to select and to levy; or, no doubt, to train in order to levy and select all the more. It does not link forces together in order to reduce them; it seeks to bind them together in such a way as to multiply and use them”

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Michel Foucault libro Discipline and Punish

Part Three, The Means of Correct Training
Discipline and Punish (1977)

“But what then is this confrontation below the language of reason? Where might this interrogation lead, following not reason in its horizontal becoming, but seeking to retrace in time this constant verticality, which, the length of Western culture, confronts it with what it is not, measuring it with its own extravagance?”

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Michel Foucault

Preface to 1961 edition
History of Madness (1961)

“The public execution, then, has a juridico-political function. It is a ceremonial by which a momentarily injured sovereignty is reconstituted.”

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Michel Foucault libro Discipline and Punish

Origine: Discipline and Punish (1977), Chapter One, The Spectacle of the Scaffold
Contesto: The public execution, then, has a juridico-political function. It is a ceremonial by which a momentarily injured sovereignty is reconstituted. It restores that sovereignty by manifesting it at its most spectacular. The public execution, however hasty and everyday, belongs to a whole series of great rituals in which power is eclipsed and restored (coronation, entry of the king into a conquered city, the submission of rebellious subjects); over and above the crime that has placed the sovereign in contempt, it deploys before all eyes an invincible force. Its aim is not so much to re-establish a balance as to bring into play, as its extreme point, the dissymmetry between the subject who has dared to violate the law and the all-powerful sovereign who displays his strength.

“But a punishment like forced labour or even imprisonment – mere loss of liberty – has never functioned without a certain additional element of punishment that certainly concerns the body itself: rationing of food, sexual deprivation, corporal punishment, solitary confinement … There remains, therefore, a trace of ‘torture’ in the modern mechanisms of criminal justice – a trace that has not been entirely overcome, but which is enveloped, increasingly, by the non-corporal nature of the penal system”

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Michel Foucault libro Discipline and Punish

Discipline and Punish (1977)

“To sum up all these steps, each of which is very lengthy and complex, we will have put the game of truth back in the network of constraints and dominations. Truth, I should say rather, the system of truth and falsity, will have revealed the face it turned away from us for so long and which is that of its violence.”

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Michel Foucault

Origine: Lectures on the Will to Know (1970), p. 4

“We are observing ourselves being observed by the painter, and made visible to his eyes by the same light that enables us to see him. And just as we are about to apprehend ourselves, transcribed by his hand as though in a mirror, we find that we can in fact apprehend nothing of that mirror but its lusterless back. The other side of a psyche.”

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Michel Foucault

Las Menias
The Order of Things: An Archaeology of the Human Sciences (1970)

“[T]ruly to escape Hegel involves an exact appreciation of the price we have to pay to detach ourselves from him. It assumes that we are aware of the extent to which Hegel, insidiously perhaps, is close to us; it implies a knowledge, in that which permits us to think against Hegel, of that which remains Hegelian. We have to determine the extent to which our anti-Hegelianism is possibly one of his tricks directed against us, at the end of which he stands, motionless, waiting for us.”

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Michel Foucault

Discourse on Language, Inaugural Lecture at the Collège de France, 1970-1971. tr. A. M. Sheridan Smith

“It is understandable then that tragic heroes, unlike the baroque characters who had preceded them, could never be mad, and that inversely madness could never take on the tragic value we have known since Nietzsche and Artaud. In the classical epoch, tragic characters and the mad face each other without any possible dialogue or common language, for the one can only pronounce the decisive language of being, where the truth of light and the depths of night meet in a flash, and the other repeats endlessly an indifferent murmur where the empty chatter of the day is cancelled out by the deceptive lies of the shadows.”

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Michel Foucault

Part Two: 2. The Transcendence of Delirium
History of Madness (1961)

“A critique is not a matter of saying that things are not right as they are. It is a matter of pointing out on what kinds of assumptions, what kinds of familiar, unchallenged, unconsidered modes of thought the practices that we accept rest.”

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Michel Foucault

“Practicing criticism, or, is it really important to think?”, interview by Didier Eribon, May 30-31, 1981, in Politics, Philosophy, Culture, ed. L. Kriztman (1988), p. 155

“A real subjection is born mechanically from a fictitious relation. So it is not necessary to use force to constrain the convict to good behavior, the madman to calm, the worker to work, the schoolboy to application, the patient to the observation of the regulations”

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Michel Foucault libro Discipline and Punish

Part Four, Complete and austere institutions
Discipline and Punish (1977)

“There can be no doubt that the existence of public tortures and executions were connected with something quite other than this internal organization. Rusche and Kirchheimer are right to see it as the effect of a system of production in which labour power, and therefore the human body, has neither the utility nor the commercial value that are conferred on them in an economy of an industrial type. Moreover, this ‘contempt’ for the body is certainly related to a general attitude to death; and, in such an attitude, one can detect not only the values proper to Christianity, but a demographical, in a sense biological, situation: the ravages of disease and hunger, the periodic massacres of the epidemics, the formidable child mortality rate, the precariousness of the bio-economic balances – all this made death familiar and gave rise to rituals intended to integrate it, to make it acceptable and to give a meaning to its permanent aggression. But in analysing why the public executions survived for so long, one must also refer to the historical conjuncture; it must not be forgotten that the ordinance of 1670 that regulated criminal justice almost up to the Revolution had even increased in certain respects the rigour of the old edicts; Pussort, who, among the commissioners entrusted with the task of drawing up the documents, represented the intentions of the king, was responsible for this, despite the views of such magistrates as Lamoignon; the number of uprisings at the very height of the classical age, the rumbling close at hand of civil war, the king’s desire to assert his power at the expense of the parlements go a long way to explain the survival of so severe a penal system.”

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Michel Foucault libro Discipline and Punish

Origine: Discipline and Punish (1977), pp. 51

“I try to carry out the most precise and discriminative analyses I can in order to show in what ways things change, are transformed, are displaced. When I study the mechanisms of power, I try to study their specificity… I admit neither the notion of a master nor the universality of his law. On the contrary, I set out to grasp the mechanisms of the effective exercise of power; and I do this because those who are inserted in these relations of power, who are implicated therein, may, through their actions, their resistance, and their rebellion, escape them, transform them—in short, no longer submit to them. And if I do not say what ought to be done, it is not because I believe there is nothing to be done. Quite on the contrary, I think there are a thousand things to be done, to be invented, to be forged, by those who, recognizing the relations of power in which they are implicated, have decided to resist or escape them. From this point of view, my entire research rests upon the postulate of an absolute optimism. I do not undertake my analyses to say: look how things are, you are all trapped. I do not say such things except insofar as I consider this to permit some transformation of things. Everything I do, I do in order that it may be of use.”

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Michel Foucault

Quand j’étudie les mécanismes de pouvoir, j’essaie d’étudier leur spécificité… Je n’admets ni la notion de maîtrise ni l’universalité de la loi. Au contraire, je m’attache à saisir des mécanismes d’exercise effectif de pouvoir ; et je le fais parce que ceux qui sont insérés dans ces relations de pouvoir, qui y sont impliqués peuvent, dans leurs actions, dans leur résistance et leur rébellion, leur échapper, les transformer, bref, ne plus être soumis. Et si je ne dis pas ce qu’il faut faire, ce n’est pas parce que je crois qu’il n’y a rien à faire. Bien au contraire, je pense qu’il y a mille choses à faire, à inventer, à forger par ceux qui, reconnaissant les relations de pouvoir dans lesquelles ils sont impliqués, ont décidé de leur résister ou de leur échapper. De ce point de vue, toute ma recherche repose sur un postulat d’optimisme absolu. Je n’effectue pas mes analyses pour dire : voilà comment sont les choses, vous êtes piégés. Je ne dis ces choses que dans la mesure où je considère que cela permet de les transformer. Tout ce que je fais, je le fais pour que cela serve.
Dits et Écrits 1954–1988 (1976) Vol. II, 1976–1988 edited by Daniel Defert and François Ewald, p. 911-912