Frasi di Jules Renard
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Jules Renard è stato uno scrittore e aforista francese.



Trascorse gran parte della vita tra Parigi, dove partecipò nel 1889 alla fondazione del Mercure de France, e il paese paterno di Chitry-les-Mines, nel Nièvre, di cui fu sindaco dal 1904.

Si professò dreyfusardo, repubblicano, anticlericale e socialista. Fu amico dello scrittore e critico d'arte Julien Leclercq. Wikipedia  

✵ 22. Febbraio 1864 – 22. Maggio 1910   •   Altri nomi Pierre - Jules Renard
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Jules Renard Frasi e Citazioni

“Non si deve amare Shakespeare che molto tardi, quando si ha il disgusto della perfezione.”

4 dicembre 1906; Vergani, p. 246
Diario 1887-1910

“La saggezza del contadino è solamente ignoranza che non osa esprimersi.”

14 febbraio 1906; Vergani, p. 234
Diario 1887-1910

“Ritorno a Parigi. Parigi ha un odore di carrozze da piazza.”

19 luglio 1895; Vergani, p. 95
Diario 1887-1910

“Affatichiamoci: affatichiamoci per vivere meno e per morire prima.”

16 marzo 1893; Vergani, p. 64
Diario 1887-1910

“Le uniche cose sicure della medicina sono le ingannevoli speranze che essa ci dà.”

15 febbraio 1901; Vergani, p. 179
Diario 1887-1910

“Le contadine sono come i fiori dei campi che, se li fiuti, o non sanno di niente o puzzano.”

23 maggio 1904; Vergani, p. 218
Diario 1887-1910

“Non scrivo troppo perché non mi arrischio mai troppo.”

8 dicembre 1905; Vergani, p. 232
Diario 1887-1910

“Ho la vita apparente, docile e rassegnata di una banderuola che gira sul tetto.”

6 marzo 1910; Vergani, p. 283
Diario 1887-1910

“La parola più vera, la parola più esatta, quella più densa di significato è la parola «nulla.»”

26 gennaio 1906; Vergani, p. 233
Diario 1887-1910

“L'orrore per i borghesi è un atteggiamento borghese.”

10 aprile 1889; Vergani, p. 18
Diario 1887-1910

“Abbiamo un destino? Che noia non saperlo! Che noia se lo si sapesse!”

14 gennaio 1889; Vergani, p. 19
Diario 1887-1910

“Se si potesse rileggermi prima di leggermi, mi si amerebbe molto di più.”

30 luglio 1897; Vergani, p. 132
Diario 1887-1910

“Salvo complicazioni, morirà.”

12 ottobre 1900; Vergani, p. 174
Diario 1887-1910

“Piangiamo sulla povertà, ma non inteneriamoci per l'avarizia nemmeno se è l'avarizia di un povero.”

16 agosto 1904; Vergani, p. 219
Diario 1887-1910

“Un anno è finito. Si è tagliata via una fetta al tempo, e il tempo resta intero.”

31 dicembre 1902; Vergani, p. 199
Diario 1887-1910

“Per fare teatro, occorre avere l'entusiasmo della menzogna.”

1 febbraio 1906; Vergani, p. 234
Diario 1887-1910

“La paura della morte fa amare il lavoro che è tutta la vita.”

10 luglio 1897; Vergani, p. 131
Diario 1887-1910

“Il mio pantalone liso sul ginocchio denuncia che ogni sera guardo se c'è qualcuno sotto il letto.”

22 dicembre 1901; Vergani, p. 191
Diario 1887-1910

“Signore, ho visto sul banco del macellaio parecchi cervelli simili al vostro.”

16 ottobre 1891; Vergani, p. 48
Diario 1887-1910

“Un cattivo libro è sempre meglio di una buona commedia.”

16 novembre 1897; Vergani, p. 133
Diario 1887-1910

“Ci sono momenti in cui tutto va per il verso giusto. Non occorre spaventarsi. Sono momenti che passano.”

31 ottobre 1908; Vergani, p. 263
Diario 1887-1910

“Le persone che si fanno cremare pensano che, ridotte in cenere, sfuggiranno a Dio.”

12 ottobre 1900; Vergani, p. 174
Diario 1887-1910

“Ci sono scrittori che non si riconoscono, come se non avessero il naso in mezzo alla faccia.”

23 aprile 1892; Vergani, p. 57
Diario 1887-1910

“Collettivismo! Ma il talento non può essere che individuale.”

4 febbraio 1908; Vergani, p. 262
Diario 1887-1910

“Sono un passionale per qualche minuto al giorno, ma nessuna donna ne approfitta.”

7 gennaio 1908; Vergani, p. 261
Diario 1887-1910

“I borghesi, sono gli altri.”

28 gennaio 1890; Vergani, p. 33
Diario 1887-1910

“Il merlo bianco esiste, ma è tanto bianco che non lo si vede. Il merlo nero non è che la sua ombra.”

11 agosto 1900; Vergani, p. 172
Diario 1887-1910

“Sognatore come un gatto che guarda sul soffitto i raggi luminosi di una lampada.”

16 febbraio 1910; Vergani, p. 281
Diario 1887-1910

“La vita dell'intelletto sta alla realtà come la geometria sta alla architettura.”

11 novembre 1888; Vergani, p. 14
Diario 1887-1910

“Il sole si alza prima di me, ma io mi corico dopo di lui. Siamo pari e patta.”

24 settembre 1906; Vergani, p. 242
Diario 1887-1910