Frasi su burla

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema burla, essere, uomo, vita.

Frasi su burla

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“Io dirò la verità, più volte m'è stato minacciato de farmi venire a questo Santo Offitio, et sempre l'ho tenuto per burla, perche io son pronto a dar conto di me.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

dal I costituto
Costituti
Origine: I costituti sono le deposizioni davanti al Tribunale dell'Inquisizione di Venezia, ove Giordano Bruno fu tratto in arresto nel 1592.

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“Mio figlio rideva di una burla quando fu ammazzato. La sapessi, | Mi servirebbe in tempi in cui le burle scarseggiano.”

Rudyard Kipling (1865–1936) scrittore e poeta britannico

da Un figlio, p. 155
Poesie

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“[La storia è] una burla che i vivi giuocano ai morti.”

Voltaire (1694–1778) filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e s…

Origine: Citato in Montanelli 1971, cap. 9, p. 125.

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“I suoi paesaggi dell'Estaque trasformano questa adorabile località d'oro e di zaffiro in un lugubre pantano color piombo, dove mai la luce ha potuto sorridere. Il nome di Cézanne resterà unito alla più memorabile burla d'arte degli ultimi quindici anni.”

Camille Mauclair (1872–1945)

da La Revue Bleue, 21 ottobre 1904
Origine: Citato in Stefania Lapenta, Cézanne, I Classici dell'arte, Rizzoli - Skira, Milano, 2003, pp. 183-188 e frontespizio. ISBN 88-7624-186-8

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“Vigiak (Sorte, Foruna, Destino), che ricorda la tradizione pagana, è una delle principali feste armene, che comincia il giovedì dell'Ascensione e dura fino alla domenica di Pentecoste. Alla vigilia dell'Ascensione le ragazze del villaggio si riuniscono e scelgono fra loro una brigatella per organizzare la festa. Le prescelte prendono un'anfora di terra cotta, l'empiono d'acqua attinta a sette fonti o pozzi, ne ornano la bocca con fiori colti in sette campi diversi, poi vi gettano dentro un oggetto caro (bracciali, anelli, grani di monili o di corone, orecchini, fermagli, ecc.), facendo voti di gioia pei parenti e per l'amato, a occhi chiusi e con profondo raccoglimento. La notte dal mercoledì al giovedì, esse nascondono l'anfora in un cantuccio segreto di giardino, all'aperto, per esporla all'influsso delle stelle, e la sorvegliano, perché non sia rapita dai giovanotti, che la cercano per portarla via. Se i giovani vi riescono, le fanciulle, per riaver l'anfora, devono offrir loro gran quantità di non la rapiscano. – La domenica di Pentecoste, le ragazze si raccolgono per l'ultima volta; circondano l'anfora, e, dopo averla baciata, la mettono fra le braccia d'una di loro; poi, un'altra fanciulla, vestita da sposa, a rappresentar appunto la sposa della festa della "Vigiak", trae dal'anfora un oggetto, mentre una vecchia canta un ritornello, di felicità o di mal augurio o di burla; e così via via per ciascun oggetto gettato nell'anfora; onde le fanciulle si rallegrano o si attristano secondo il presagio lieto o triste. Nelle varie contrade dell'Armenia, la festa della Vigiak presenta qualche cambiamento; ma in tutte è deliziosamente gentile e pensosa, degna d'un popolo delle tradizioni derivate dall'India, la più poetica delle antiche nazioni.”

Domenico Ciampoli (1852–1929) scrittore e bibliotecario italiano
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