Frasi di Lev Nikolajevič Tolstoj
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281 frasi che esplorano la saggezza e l'essenza della vita

Scoprite la saggezza di Leone Tolstoj, un genio della letteratura. Esplorate le sue profonde citazioni sull'auto-riflessione, la pazienza, l'amore e l'essenza della vita. Immergetevi nella natura umana e nello sviluppo personale.

Lev Tolstoj è stato un famoso scrittore e filosofo russo. È diventato celebre per i suoi romanzi Guerra e pace e Anna Karenina, che hanno ottenuto un grande successo sia in patria che all'estero. Oltre alla sua carriera letteraria, Tolstoj si è interessato anche all'educazione e all'attivismo sociale. Ha espresso il suo pensiero attraverso numerosi saggi e lettere, ispirando la condotta nonviolenta di persone come Mahatma Gandhi. La sua opera è caratterizzata da una profonda introspezione dei personaggi e da una riflessione morale sui temi della vita e della guerra.

✵ 28. Agosto 1828 – 7. Novembre 1910   •   Altri nomi Lev Tolstoj, Lev N. Tolstoj, Лев Толстой
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Lev Nikolajevič Tolstoj Frasi e Citazioni

“Non sono mai stato innamorato di donne. […] Di uomini mi sono innamorato molto spesso […]. Per me, il segno principale dell'amore è la paura di offendere o di non piacere all'oggetto amato, semplicemente la paura. Io mi sono innamorato di uomini prima di aver conoscenza della possibilità della pederastia; ma anche conoscendola, non mi è mai venuto in mente il pensiero della possibilità di una relazione. L'esempio più strano di una simpatia in qualche modo insolita è Gotier. Con lui non c'è stato assolutamente alcun rapporto, oltre che per l'acquisto di libri. Sentivo una vampa di calore quando lui entrava nella stanza. L'amore per Islavin mi ha guastato tutti gli otto mesi di vita a Pietroburgo. Sebbene inconsciamente, io di null'altro mi preoccupavo che di piacergli. Tutti gli uomini che ho amato lo hanno sentito, e ho notato che facevano uno sforzo per non guardarmi. […] La bellezza ha sempre avuto molta influenza nella scelta; si veda l'esempio di Djakov; non dimenticherò mai le notti quando io e lui uscivamo da Pirogovo e avevo voglia di abbracciarlo e di piangere. In tale sentimento c'era sensualità, ma è impossibile dire in che misura; perché, come ho già detto, l'immaginazione non mi ha mai disegnato quadri lubrici, e ne ho al contrario un terribile disgusto.
Noto in me una tendenza distruttiva, che si esprime nell'atto di rovinare tutto quel che mi capita sotto mano […].”

29 novembre 1851, pp. 52-54